Fra un esposto al Tribunale e l’altro, il Segretario di Stato alla Sanità Roberto Ciavatta sembra riuscire a trovare anche il tempo di fare politica. E ciò non sembra far troppo piacere né agli alleati di governo né, tantomeno, ad una larga parte del suo partito. O, meglio, del suo movimento popolar-populista, Rete per intenderci.
Infatti, contro tutto e tutti, il Ministro delle ormai celebri dimissioni natalizie “non irrevocabili”, starebbe -come raccontano sempre più pressanti voci di “corridoio”- lavorando, nell’ombra del sottobosco della politica, per allargare a Repubblica Futura il sostegno a questa maggioranza, così da gettare le basi per una prossima coalizione elettorale preclusa a Motus Libera.
Del resto, i rapporti fra Ciavatta e il Segretario di Stato all’Industria, Fabio Righi, di nomina Mortus Liberi, sono appena un poco più “sereni” di quanto lo siamo, oggi, quelli fra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin…
Sono settimane e settimane, ormai, che i rapporti interni alla maggioranza sono tesi. Almeno tre le -chiamiamole- “correnti” di pensiero: chi persegue la stabilità, ma non la favorisce di certo inscenando vertici super-segreti che, poi, tali non riescono a restare; chi vuol fare fuori il “nemico” Ciavatta cercando improbabili alleanze in Libera; e chi vuol fare fuori il “nemico” Righi cercando improbabili alleanze in Repubblica Futura…
Sta di fatto che le cannonate da un banco all’altro del tavolo di governo non si contano. L’ultima è stata l’eclatante bocciatura di una parte della “Legge-Righi” di riforma del diritto societario, addirittura nella sua seconda lettura consigliare.
Ora, dopo il caos politico creato dai vertici “supersegreti” delle scorse settimane (quello fra i pochi leader di maggioranza e quello fra Motus Liberi e Libera in via Giacomini) un’altra serie di incontri serrati e altrettanto “supersegreti” starebbe minando la quiete del Palazzo: quello -sembrerebbe all’insaputa anche di parte del suo movimento- fra la “corrente-Ciavatta” di Rete e la “corrente-Renzi” di RF.
Governo agli sgoccioli? No… ma solo per le norme “anti-ribaltone”. Nessuno, oggi, avrebbe da guadagnare da un voto anticipato. Neppure Rete che è la forza che sembra destinata a pagare in misura maggiore lo scontento del suo elettorato dopo questi primi anni di governo. E proprio questo aspetto avrebbe creato -il condizionale è d’obbligo visto che ogni azione politica odierna si inscena nel cosiddetto sottobosco della politica- forti tensioni all’interno di Rete, dove le diverse correnti sarebbero oggi unite da un comune denominatore: scaricare sulla -per usare un eufemismo- “non esaltante” gestione della sanità pubblica la responsabilità maggiore del dilagante calo di consensi del Movimento nel Paese.
Dunque, se la maggioranza non appare certo granitica, la solidità di Rete appare oggi paragonabile a quella del burro esposto al sole di mezzogiorno nel giorno di Ferragosto… Ogni giorno che passa la spaccatura appare sempre più probabile e vicina. Soprattutto fra due dei suoi “pezzi da novanta”: lo stesso Ciavatta e Gian Matteo Zeppa, una delle voci più critiche verso l’azione di governo del Segretario di Stato alla Sanità che stanno minando la quiete interna al Movimento.
Sarà, forse -e presto- il consigliere Zeppa a decretare l’ennesima spaccatura del gruppo consigliare, già orfano da un anno di alcuni suoi eletti, fuoriusciti dallo stesso in aperto contrasto con l’azione di governo dei loro ministri? Sembrerebbe di sì… Zeppa e parte dei fondatori, difatti, si sarebbero convinti che ogni giorno di vita in più nel sostegno del questo governo significherebbe una ulteriore perdita di consensi del loro Movimento. E ciò grazie anche – e soprattutto – all’azione dei loro Segretari di Stato che non rispecchierebbe gli impegni presi a suo tempo con la base.
Il governo, con o senza l’ala più “radicale” di Rete, andrà comunque avanti… Almeno fino all’autunno. E, probabilmente, anche ben oltre. Del resto, se si mancasse questo “ultimo appuntamento” con riforme indispensabili come quella fiscale e previdenziale, a cadere non sarebbe un governo ma un intero Paese!
Enrico Lazzari