San Marino. RETE tenta la svolta radicale contro Israele e a favore dei profughi palestinesi: OdG per revocare l’exequatur all’ambasciatore e introdurre sanzioni. Ma non passerà in CGG, nonostante la debolezza di Beccari

L’Ordine del Giorno presentato da RETE sull’exequatur israeliano e sul blocco di aerei e imbarcazioni non passerà mai. E non per prudenza, timidezza del Consiglio o capacità (?) di Beccari, ma perché il testo nasce come una forzatura politica costruita a tavolino, più vicina a un atto dimostrativo che a un provvedimento concepito per essere votato. È, di fatto, un colpo di teatro istituzionale, calibrato per attirare l’attenzione, creare tensione nel dibattito e costringere i partiti, soprattutto quelli più sensibili alle istanze della sinistra estrema e dei movimenti radicalizzati, a prendere posizione su un argomento che divide e polarizza.

La lettura realistica, quella che circola nei corridoi e non nelle note ufficiali, è che RETE stia cercando di capitalizzare politicamente questo momento: vuole mostrarsi come il punto di riferimento identitario di quell’area politica più dura e ideologica, dove la questione israelo-palestinese viene vissuta come una battaglia di principio.

RETE entra pesante proprio perché sa che il Governo è già impegnato in un equilibrio diplomatico fragile e non può permettersi scivoloni.

Sul piano tecnico, il pacchetto RETE è semplicemente ingestibile: revocare l’exequatur a un ambasciatore, applicare “misure restrittive UE” che allo stato attuale non sono definite, vietare l’utilizzo internazionale di aeromobili e natanti, e infine produrre in due settimane liste complete e tracciate di tutti i mezzi immatricolati. Un impianto pensato più per agitare le acque che per essere tradotto in atti esecutivi.

Serve a delimitare un confine politico, non ad aprire un percorso concreto.

Ma il vero punto è un altro. Quasi tutte le forze politiche sammarinesi, maggioranza e opposizione, stanno convergendo, con intensità diversa ma con sorprendente linearità, sulla disponibilità ad accogliere i profughi palestinesi.

È un asse nuovo, trasversale, che supera le fratture storiche e che viene presentato come un gesto umanitario, di responsabilità istituzionale, di solidarietà internazionale. Unm argomento nobile, certo, ma che ignora consapevolmente le conseguenze concrete: perché dai 40 arrivi iniziali, con i ricongiungimenti familiari si passa rapidamente a 200, 400, 1.000 persone da sostenere e mantenere, che pagheremo noi. È ingenuo far finta che non sia così. È l’inizio di un processo che avrà ricadute sociali, culturali, economiche e demografiche. Ma la politica, al momento, sembra non volerlo vedere.

Inserito in questo contesto, l’atto di RETE non è un attacco all’accoglienza, anzi: quella ormai gode di un consenso tanto largo quanto acritico. Il vero obiettivo è un altro: spingere San Marino a una posizione radicale contro Israele, forzare la mano al Governo e capire fino a dove i partiti sono disposti a spingersi. Solo accoglienza? Oppure prese di posizione diplomatiche drastiche, con tutte le conseguenze del caso?

Il Consiglio, con ogni probabilità, non seguirà RETE su questo terreno, anche se la gestione di Beccari sul dossier internazionale è stata fin qui un catalogo di errori. Il rischio diplomatico è troppo elevato, San Marino è troppo esposta, e le relazioni bilaterali con i partner strategici non possono essere messe a repentaglio per una manovra ideologica. A certe latitudini la politica può alzare la voce, ma non può permettersi di far saltare equilibri che incidono su finanza, export, reputazione internazionale e posizionamento complessivo del Paese.

E così l’OdG finirà dove deve finire: archiviato come una provocazione interna, utile più ai posizionamenti politici che alle decisioni reali. Ma non senza lasciare un segno. Perché rivela una dinamica nuova: San Marino si sta davvero preparando ad aprire le porte ai profughi palestinesi, con un consenso sorprendentemente ampio.

E RETE, con questa mossa, ottiene esattamente ciò che voleva: monopolizzare l’attenzione, orientare il dibattito e mettere tutti, Governo, opposizione, e opinione pubblica, davanti allo specchio.

/ms

Ecco l’ordine del giorno presentato da Rete

c) Ordine del Giorno presentato dal Gruppo Consiliare di Movimento Civico Rete per dare mandato al Congresso di Stato di revocare entro il 30 settembre 2025 l’exequatur concesso all’Ambasciatore dello Stato di Israele, definire le modalità di applicazione delle misure restrittive determinare dall’UE e riferire nella prima seduta utile alla Commissione Consiliare Permanente II, disporre l’immediato divieto di utilizzo e o transito internazionale di aeromobili e imbarcazioni immatricolati a San Marino qualora impiegati per scopi a sostegno a operazioni armate israeliane e a trasmettere entro quindici giorni alla Commissione Consiliare Permanente II l’elenco completo dei natanti e aeromobili immatricolati a San Marino alla data odierna con l’indicazione delle destinazioni prevalenti nei dodici mesi precedenti

San Marino. Convocazione Consiglio Grande e Generale 15-16-17-18-19-22-23 dicembre 2025