San Marino. Rettore Petrocelli al fianco di Grasso: “Sempre stato di sinistra, ora si impone impegno attivo” (da Repubblica Sm)

La notizia della scomparsa del prof. Giuseppe Galasso è stata accolta a San Marino con molta tristezza, specie nel mondo universitario dove il grande storico rappresentava un punto di riferimento importante anche nella sua qualità di membro del consiglio scientifico della Scuola Superiore di Studi Storici. A ricordarlo è stato il Rettore Corrado Petrocelli che sul Corriere della Sera di ieri ha fatto pubblicare un commosso messaggio di cordoglio “L’Università degli Studi della Repubblica di San Marino partecipa con profonda e sincera commozione al dolore dei familiari per la scomparsa del Prof. Giuseppe Galasso luminosa, altissima figura di studioso, storico, editorialista, intellettuale di respiro europeo e politico severamente impegnato, Maestro di generazioni di studiosi e studenti.- Ne ricorda inoltre il contributo fondamentale alle attività della Scuola Superiore di Studi Storici”.
Il legame tra il prof. Galasso e il nostro Rettore è stata l’occasione per un’intervista a tutto campo.

Che legame aveva Galasso con San Marino?
“Aveva con questa terra un legame speciale, basti solo dire che pur con grande fatica non si esimeva mai dal venire qui a tenere i suoi seminari, dandosi da fare in tutto, specie per la crescita della nostra realtà universitaria di cui rappresentava senza ombra di dubbio un fiore all’occhiello”.

Galasso tenne anche, correva l’anno 1982, una orazione pubblica in occasione dell’insediamento dei Capitani Reggenti. E tuttavia la sua è una delle poche orazioni non presenti nella raccolta pubblicata nel 2013 da Asset Banca e curata da Marcello Beccari.
“Non ho memoria di quell’orazione ma sarà mia cura cercarla perché sono convinto che ci possano essere spunti importanti e che sia doveroso mettersi sulle sue tracce. Dubito che potrà venir fuori dall’archivio perché quando sono arrivato qui non c’era quasi nulla, da allora per fortuna le cose sono molto cambiate, mettiamola così: ci siamo dati molto da fare per cambiarle”.

Dal mondo dell’Università in tantissimi hanno aderito a Liberi e Uguali e lei risulta essere in prima fila per presentare le linee programmatiche della forza politica che fa capo a Piero Grasso. E’ un impegno che ha radici lontane?
“Il mio orientamento è sempre stato di sinistra, oggi ritengo che si imponga un impegno attivo, concreto, per ridare voce e speranza a chi le ha perse, per combattere le disuguaglianze, la mancanza di lavoro, la povertà, per riportare al centro dell’attenzione il mondo della scuola e dell’Università perché da lì dipende il futuro del Paese. Liberi e Uguali ha sposato tutto questo, così si spiega il mio impegno”.

Nel manifesto che tanti intellettuali e professori hanno firmato a sostegno di Liberi e Uguali si fa infatti riferimento ad una speciale attenzione per il mondo della ricerca che purtroppo sempre più è colpito dai tagli. A San Marino c’è una sensibilità particolare per la ricerca e la sua importanza? E se sì è anche sostenuta da risorse effettivamente messe a sua disposizione?
“Le risorse sono ovviamente sempre insufficienti in questo settore però mi fa piacere ricordare che c’è stato uno sforzo importante che ha visto la riconferma, senza tagli dallo scorso anno, del contributo statale all’Università. E ciò è avvenuto senza polemiche tra maggioranza e opposizioni, come del resto si è deciso senza scontri il rinnovo della mia carica a Rettore. Ciò in un periodo dove l’Italia in controtendenza rispetto a tutti gli altri paesi d’Europa ha invece deciso di disinvestire risorse anziché aumentarle. Per il resto molte delle cose fatte le abbiamo portate avanti da soli e con le nostre sole energie. A fronte di un contributo di poco più di tre milioni che ci consente di pagare il personale e le bollette, movimentiamo quasi sei milioni e mezzo di euro. Del resto in tre anni siamo arrivati ad avere 750 studenti a fronte dei 250 iniziali. Di questi numeri in ogni caso darò conto nel bilancio sociale che ho intenzione di redigere”.

C’è dunque una ricaduta anche in termini economici?
“Certamente sì visto che gli studenti, specie quelli che frequentano i corsi di design sono coloro che popolano il centro che altrimenti sembrerebbe più un cimitero. E a questo proposito vorrei dire che male non farebbe se ci fossero anche locali per intrattenersi e socializzare. Occorrerà, visti i numeri, prendere anche consapevolezza che questi ragazzi producono ricchezza, soltanto in termini di affitti l’indotto è di circa un milione di euro”.

L’eventuale ingresso di San Marino nella Ue farebbe bene anche all’Università?
“L’Università da sé ha fatto tanto, è uscita dal guscio, ha creato un centro di ricerche internazionali attualmente diretto da Michele Chiaruzzi, siamo diventati un punto Europa di Europe Direct. Abbiamo firmato convenzioni con tantissime università estere. Non possiamo però accedere ai programmi e ai finanziamenti europei che ovunque rappresentano linfa vitale per la sopravvivenza, penso all’Italia ma non solo. E allora certamente dal punto di vista dell’Università la mia risposta può soltanto essere sì. Dal punto di vista politico capisco invece che è più complesso ma anche lì vedo una strada in discesa considerato che il Paese si è adeguato a gran parte delle normative europee e che il primo passo è stato compiuto con la sua uscita dalla black list”.

I fiori all’occhiello della nostra Università?
“Puntiamo a differenziarci, a non essere uguali all’Italia o a volerla in qualche modo inseguire. Qui si fanno cose che non si fanno altrove. I nostri primi fiori all’occhiello sono il corso di design (con tanti premi e riconoscimenti ottenuti) e la Scuola Superiore di Studi storici. Poi c’è il corso per geometra laureato che in Italia è stato attivato soltanto di recente. Ma sono tante le cose che facciamo qui, pensiamo a breve di attivare un corso di digital media. E c’è stata la crescita della biblioteca che ad oggi è una delle più fornite d’Italia grazie ai lasciti e alle donazioni. Spiace solo che tanti volumi debbano stare negli scatoloni perché il palazzo della biblioteca è inagibile. Speriamo di riuscire a trovare presto una soluzione: trasferiremo i corsi di ingegneria a Dogana e libereremo così i locali dell’ex tribunale che diventeranno, ci auguriamo in via definitiva, la casa della nostra biblioteca”.

Olga Mattioli (Repubblica Sm)