Credo che ogni sammarinese DOC, abbia oggi dei rimpianti su ciò che era San Marino diversi decenni fa. Una San Marino in cui i cittadini si sentivano uniti da sentimenti di amicizia e fratellanza, rendendoli un popolo unito e tutto rivolto a difesa dei valori della loro Repubblica. Anche la politica , pur con le diverse sfumature , guardava sempre al bene ed al futuro dei sammarinesi, anteponendo questi valori a interessi di partito, di consensi personali e vantaggi famigliari .I cambiamenti sono stati diversi nel secolo passato, si è passati dal periodo del “ Ventennio” fascista , con tutto ciò’ che tale regime ha prodotto ,ai venti di libertà con il governi social-comunisti , da quelli post-roveretiani che hanno dato una crescita economica rapida e che ha interessato ogni settore e ogni comparto dell’intero paese , a quello dei compromessi storici che hanno proseguito sulla strada della crescita “sfornando” buone e utili leggi per la Repubblica. Alla fine degli anni ’90 dal nostro “rinascimento” siamo poi di nuovo piombati nell’oscurantismo più cupo. Un periodo quest’ultimo in cui una politica sfrenata, cieca e spesso interessata ha portato la Repubblica nel baratro in cui si trova tutt’ora, facendole perdere dignità, simpatia ed ammirazione verso l’esterno e ad una nuova divisione all’interno fra coloro che di quest’ultimo periodo ne sono stati autori e complice e chi invece ne ha subito tutte le conseguenze. Quello che stiamo vivendo ora, quello dello sbandierato rinnovamento, quello che promette riforme, ferme da decenni, per ora non da’ alcuna certezza al nostro futuro soprattutto a quello delle future generazioni, pone molti interrogativi sulla capacità di poter far fare a San Marino quel primo passo che la levi dal pantano in cui si trova. Il sistema bancario è ormai un colabrodo, il nostro ospedale, da sempre fiore all’occhiello per tutti i sammarinesi senza più la loro fiducia , il turismo, volano da sempre della nostra economia piange e fargli tornare il sorriso non sarà un’impresa facile, nonostante gli encomiabili sforzi da parte della segreteria e progetti e programmi messi in cantiere , il territorio ormai è saturo di cemento e pieno come un “boero” lo è di cherry , e non si sa’ quanto ancora potrà digerirne , l’industria e il commercio vedono più investitori scappare e chiudere i propri capannoni e negozi di quanti siano in procinto di aprirli .Una situazione drammatica esplosa in questi ultimi anni nonostante in precedenza ce ne fossero i segnali e da tanti cittadini “benpensanti ed oculati “ denunciata e prevista. Solo la politica è rimasta sorda e cieca forse facendo solo finta di non accorgersi di ciò che stava succedendo. Fra tante calamità, certamente quella delle Banche sembra essere la più temibile e di difficile soluzione. Su questo comparto, vitale per l’economia della Repubblica da tempo, anche troppo, se ne sono sentite di cotte e crude in interminabili e ripetitivi dibattiti pubblici fra chi di economia ne sa poco o e fra chi ne é completamente all’oscuro. Ma tant’è! Si sono susseguiti alla sua gestione una miriade di personaggi venuti da lontano strapagati che si sono alternati fra dimissioni, indagini, fughe e che hanno messo a repentaglio i nostri risparmi con decisioni che oggi sono al vaglio della magistratura. E ora? Sapranno i nostri “eroi” toglierci, chiunque essi siano, dai guai e di nuovo issare la bandiera della nostra Repubblica? Vedremo! Certo che le prospettive non sono rosee!
Paolo Forcellini