Riceviamo e pubblichiamo
Buongiorno direttore Severini.
Ho letto gli articoli, ripresi da Dagospia e che Lei ha pubblicato questa mattina, sui depositi di Russi in banche europee e le relative nefaste conseguenze che hanno comportato alle banche e ai Paesi che li hanno accettati.
Come noto, in seguito alle “azioni contro l’integrità territoriale dell’Ucraina da parte russa, gli Usa hanno fatto pressione sui Paesi UE per applicare l’embargo nei confronti della Russia, e chi viola l’embargo viene colpito. Il Sole 24 Ore del 21 febbraio 2019 (articolo di Angelo Mincuzzi) riporta che “anche la Sec americana indaga su Danske Bank, il principale istituto finanziario della Danimarca coinvolto in un colossale giro di riciclaggio di denaro proveniente dalla Russia e dalle ex repubbliche sovietiche. Al centro dell’inchiesta ci sono circa 200 miliardi di euro movimentati nella filiale estone della banca tra il 2007 e il 2015.”
E’ di ieri la notizia di una sanzione di 1,3 miliardi di Euro comminata alla italiana Unicredit per aver violato l’embargo instaurato nei confronti dell’Iran.
Non sono sicuro che i nostri governanti abbiano adeguatamente valutato le possibili reazioni che potrebbero colpire San Marino qualora si instaurassero e sviluppassero relazioni con chi è sotto embargo da USA e UE. Basti pensare non solo allo spettro di sanzioni economiche, ma anche al fatto che i Sammarinesi con passaporto USA sono qualche centinaio, se non qualche migliaio. Vogliamo davvero correre questi rischi?
Sarà meglio cercare di percorrere strade alternative, che finora però questo Governo si è dimostrato incapace di individuare.
Un lettore