San Marino- Riduzione dei tempi per il dibattito consiliare: i cittadini ringraziano … di Alberto Forcellini

Arriva in Consiglio, alle sue ultime battute del mese di gennaio, un progetto di legge per la modifica dei tempi parlamentari. E già sin dalla prima lettura si alza la bagarre, con interventi lunghissimi, ripetitivi fino alla nausea, ovviamente tutti contrari senza proporre un minimo di ragionamento. Ecco qualcuna delle frasi pronunciate.

L’efficienza dei lavori del Consiglio si raggiunge in altri modi, non con la riduzione del minutaggio. Sembra che qui dentro si perda solo tempo. Con le modifiche proposte con questo Pdl viene preclusa la possibilità di poter intervenire in maniera più dignitosa in Aula. Si vanno a riscrivere le regole gioco in corso. L’abbattimento dei tempi va a minare, per le forze di opposizione, la loro capacità di svolgere al meglio la propria funzione di legislatori.

Quindi: la funzione del legislatore si esprime attraverso la lunghezza dei tempi? Non è, al contrario, attraverso la qualità dei contenuti che si affrontano? Va detto che il fattore tempo nell’attività consiliare è particolarmente importante e in certi casi addirittura cruciale. L’uso del tempo in Consiglio non è solo un problema di economia procedimentale o di equa distribuzione ma è anche e soprattutto un problema di politica istituzionale per tre ragioni: la prima è quella di dare certezza e predeterminazione sui tempi della decisione parlamentare. La seconda è quella di assicurare il coordinamento temporale alla moderna legislazione di intervento. La terza è la necessità di garantire il diritto della maggioranza a decidere, superando eventuali ostruzionismi di minoranza. Ma anche tralasciando questa analisi puramente dottrinale, dal punto di vista pratico la decisione sui tempi con cui si deve decidere è quasi sempre la decisione più politica di tutte le altre, cioè di quelle relative ai contenuti della decisione. Infatti la tempestività della decisione ne determina, spesso, l’utilità o meno, l’ordine delle decisioni inoltre può agevolare operazioni di scambio e di accordo, e la politica è, in qualche modo per definizione, la sede in cui si deve fare una sintesi collocata nel tempo e nello spazio delle diverse domande sociali.

Fino a qualche lustro fa, l’organizzazione del lavoro consiliare si è basata sulla convinzione che l’insieme di argomenti iscritti nel programma e nel calendario dei lavori bastasse a costituire un elemento di garanzia della loro realizzazione. Senza tempi contingentati, il comma comunicazioni, all’epoca, durava massimo 2 o 3 ore. Le leggi non passavano in commissione consiliare e tutto il dibattito politico si articolava in sede di seconda lettura. Eppure mai si è vista tanta inefficienza come nella passata legislatura (la XXIX) che, con i tempi contingentati e il confronto politico nelle commissioni, non riusciva mai a chiudere l’ordine del giorno indicato dall’Ufficio di Presidenza. Cosicché le convocazioni erano talmente ravvicinate, da raggiungere anche tre settimane al mese, spesso con orari prolungati oltre la mezzanotte.

Fino agli inizi degli anni 2000, le convocazioni consiliari erano una volta al mese, al massimo per tre giornate, fatta eccezione per la famosa “seduta fiume” del bilancio, che comunque non durava più di 4 o 5 giorni. È stata in qualche modo la degenerazione della prassi consiliare, che ha portato alla modifica del Regolamento, in quanto è stato dimostrato che il metodo della programmazione, se non accompagnato dall’individuazione di limiti temporali entro i quali giungere a decisione, ha portato spesso a non raggiungere un pieno e corretto svolgimento del procedimento parlamentare.

Oggi, il Paese si trova di fronte non solo alla necessità di garantire il buon funzionamento del Consiglio, ma anche a quella di dare un’immagine di efficienza e di capacità di risparmio nel momento più cruciale dalla storia moderna, attanagliata dall’emergenza sanitaria e da tutte le conseguenze economiche che essa sta comportando.

Da un punto di vista molto spicciolo, se i Signori Consiglieri imparassero la preziosa arte della sintesi e andassero subito al sodo, senza perdersi in mille rivoli, senza dire tutti la stessa cosa, senza ripetersi mille volte, i cittadini sentitamente ringrazieranno e seguiranno molto più volentieri i dibattiti consiliari.

a/f