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  • San Marino. Rifiuti solidi urbani: con tutti i soldi spesi (male) il Titano avrebbe potuto avere un impianto di smaltimento modello ed essere all’avanguardia nella tutela ambientale … di Alberto Forcellini

    Problemi complessi richiedono soluzioni articolate. Questo vale anche per i rifiuti solidi urbani, che ormai da anni attendono una soluzione intelligente, economicamente sostenibile e, soprattutto, rispettosa dell’ambiente oltre che funzionale a combattere i cambiamenti climatici.

    I nostri nonni non avevano questo problema perché non producevano scarti, ogni prodotto, anche il più umile veniva riciclato. Noi ne produciamo tonnellate. Che non riusciamo né a smaltire, né tanto meno a riciclare.

    E anche su questo fronte, San Marino è un esempio di scelte sbagliate, o non fatte, e di milioni buttati via.

    L’idea di un termovalorizzatore avanzata quando cominciò il Calvario degli accordi con l’esterno per il conferimento dei rifiuti, suscitò una sorta di guerra santa. Non si capisce bene chi fu ad alimentarla, se gli ambientalisti più intransigenti ma con una certa dose di ottusità, o imprenditori invidiosi esclusi dal progetto. Senza contare il battage del sindacato, fortemente contrario, e le giunte di Castello ognuna delle quali rivendicava il diritto a non ospitare questa struttura nel suo territorio. Ovviamente non se ne fece niente, pur in presenza di un progetto con tutte le garanzie di sicurezza.

    Nel 1996 Sogliano puntò alla discarica, che divenne pian piano un tesoro, con tanto di dividendi per tutti i cittadini (in termini di riduzione delle tasse). Gli accordi con i conferitori divennero sempre più stringenti (e onerosi) per consentire un allungamento dei tempi di coltivazione del sito. Ovviamente San Marino ha stipulato molti accordi con Sogliano, in più occasioni (tutte per la necessità di aumentare il quantitativo conferito), sempre con l’obbligo di realizzare nel proprio territorio impianti di pre-trattamento e ottemperare in questo modo alle norme comunitarie. Mai visti!

    Il Comune di Coriano, invece, investì nel termovalorizzatore, comunque convinto dell’efficacia del porta a porta, tanto che la percentuale di raccolta differenziata oggi supera l’80 per cento e in più prende soldi dalle amministrazioni non virtuose, come San Marino. L’accordo del 2019 prevedeva un conferimento massimo di 13 mila tonnellate, con l’impegno di arrivare a un 70% di raccolta differenziata entro il 2020. Altri rifiuti a libero mercato sarebbero stati accolti fino ad un massimo di 49 mila tonnellate. Altre promesse mai mantenute ma sempre profumatamente pagate.

    Sarebbe davvero interessante (e frustrante) riuscire a ricostruire quanti milioni di euro San Marino ha conferito a Sogliano e a Coriano.

    La rivoluzione a San Marino arriva con il porta a porta, inizialmente solo a Fiorentino (2014) poi estesa successivamente a Chiesanuova, Città, Faetano, Acquaviva. Ma è una rivoluzione a metà perché rimangono fuori i castelli più popolosi e più industrializzati. Anzi, non è neanche una rivoluzione perché i rifiuti che i cittadini diligentemente differenziano, vengono scaricati nello stesso camion per il conferimento esterno. E i costi crescono perché la quantità aumenta e la qualità è pessima, cioè non differenziata. Occorrevano accordi con le ditte che lavorano la plastica, i metalli e il vetro. C’è solo un accordo con un’industria cartiera perché ce l’abbiamo in territorio e con la quale ci sono (o ci sono stati) ben altri problemi.

    Adesso si passa dalla dichiarazione che il porta a porta è superato alle delibere di proroga del servizio; dagli annunci sull’avvio di un impianto di trattamento dell’umido (che costituisce la porzione più consistente di raccolta) all’installazione di nuove isole ecologiche e di cassonetti, che però non vengono neppure svuotati. Lo dimostrano le ormai quotidiane denunce dei cittadini con tanto di foto, proprio su Giornalesm. Peggio ancora, si è costretti a correre a destra e manca per vedere chi potrebbe essere ancora disposto a prendere i nostri rifiuti.

    Quousque tandem abutere patientia nostra… avrebbe detto Marco Tullio Cicerone. Traducendo liberamente dal latino: fino a quando, cari amministratori della cosa pubblica, abuserete della nostra pazienza? Sottotitolo: e fino a quando si spenderanno tanti soldi inutilmente?

    Sogliano al Rubicone ha una popolazione di poco superiore ai 3mila abitanti, Coriano 10 mila. Entrambi hanno trovato soluzioni che risolvono il problema, rispettano l’ambiente e portano soldi alle casse del Comune. San Marino ha ormai 35 mila abitanti e un forte comparto industriale, oltre che circa 2 milioni di turisti all’anno. Ma soprattutto è uno Stato e non ci sta più la scusa che i nostri quantitativi sono troppo scarsi per fare accordi con gli enti che riciclano materie prime, o per realizzare un impianto autonomo. Ci vorrebbe una scelta coraggiosa in nome dell’ambiente, dell’efficienza, dell’economicità. E ci vorrebbero partiti che non litigano ad ogni soffiar di vento perché ognuno deve mettere la sua bandierina…

    a/f