San Marino. Riflessioni di Augusto Gasperoni dopo l’arresto di Gabriele Gatti

Augusto GasperoniDopo l’arresto di Gabriele Gatti mi sono avventurato, come molti altri, fra le pagine dell’ordinanza del Commissario Alberto Buriani (una lettura che consiglio vivamente a tutti). Si tratta di uno scritto molto intenso, che assomiglia più a un flusso di coscienza piuttosto che a un atto giudiziario. Nel leggerla i sentimenti che ho provato sono stati molti, alcuni anche contrastanti fra loro: senso di liberazione, speranza per il futuro, sdegno, gratitudine, ma anche amarezza per i tanti anni di condiscendenza e accettazione di una parte della popolazione, mentre l’altra – da sola – combatteva contro la distruzione sistemica del futuro di tutti.

Subito ho pensato: “Ci troviamo a un anno zero, chissà quanti altri oltre a me avranno voglia di tornare a dire la loro: andiamo al voto”. Poi mi sono chiesto: “Votare per chi? Se non c’è offerta politica votare è un po’ come andare alla bottega quando gli scaffali sono vuoti, serve a poco”.

L’offerta è misera a causa del traboccare di veleni e delle manovre di sopravvivenza personale e di gruppo che inevitabilmente portano al riproponimento di progetti pensati e condotti nei salotti privati dei soliti grandi manovratori, in totale assenza di partecipazione e confronto. Al momento ve ne sono un paio in via di attuazione: 1) il primo è quello della grande coalizione fra i maggiori partiti tradizionali (DC, PSD e PS), che porta i segni evidenti della restaurazione; 2) l’altro è quello che ha come unico obbiettivo lo scivolamento della DC all’opposizione, in quanto “male assoluto del Paese”. Ciò di cui quest’ultimo progetto non tiene conto – o non vuole tenere conto – è che a marcire nella corruzione sono state tutte le forze politiche, e non solo la DC: quelle socialiste, quelle post-comuniste (la cui presunta superiorità morale è caduta una volta per tutte), e più ancora le colonie democristiane (Democratici di centro, Europopolari e Unione per la Repubblica, quest’ultima attualmente impegnata con Alleanza Popolare nella costituzione del nuovo soggetto centrista Repubblica futura).

Qualche giorno fa ho avuto modo di leggere un articolo che ho apprezzato molto per il senso di responsabilità e la lucidità d’analisi: la firma era quella di Carlo Franciosi. Franciosi ipotizza la formazione di un governo di emergenza simile al Consiglio di stato nominato nel 1943 dopo la caduta del Partito fascista. Nel mezzo tra le due epoche c’è un abisso, eppure – ora come allora – è con le macerie che ci si deve confrontare, morali o materiali che siano.

Non conosco il diritto pubblico sammarinese, non so dire come potrebbe realizzarsi questo tipo di soluzione politico-istituzionale, ma sento che darsi del tempo e allontanare da sé il governo è l’unico modo che la politica ha per ritrovare un rapporto col Paese e con lo Stato, per costruire delle alleanze sane e robuste, per definire delle identità al passo coi tempi, per richiamare a sé le persone perbene, per sviluppare dei programmi efficaci e attuabili, per ripensarsi e rappacificarsi con sé stessa e con la popolazione.

Certo non possiamo più affidarci a figure mitiche come quelle di Gino Giacomini, Clara Boscaglia, Gian Luigi Berti, Renzo Bonelli, Federico Bigi o Ermenegildo Gasperoni. Ciononostante possiamo contare su uomini e donne che hanno dimostrato con le loro storie un sincero attaccamento alla Repubblica. Penso allo stesso Carlo Franciosi, a Giovanni Giardi, a Fausta Morganti, Domenico Gasperoni, Giancarlo Ghironzi, Fernando Bindi, Pasquale De Biagi, Raffaele Giardi. Mi scuso con loro per averli citati senza nemmeno sapere se condividano quanto da me proposto o se possano rendersi disponibili. Se li ho citati è perché i loro nomi danno maggiore concretezza alla soluzione, così come la darebbero quelli di molti altri Sammarinesi che sfuggono alla mia memoria o che non conosco.

Per altro in questo momento si potrebbe contare sulla presenza di una coppia reggenziale che ha cultura del diritto e che in queste ultime sessioni consiliare ha dato prova di equilibrio e autorevolezza nella conduzione dell’Aula.

Mi appello a tutti coloro che hanno l’onere e l’onore di rappresentare i Sammarinesi in Consiglio grande e generale, soprattutto a quelli più giovani: non fatevi abbagliare dalla corsa al governo, non c’è modo di salvarsi senza salvare la Repubblica.

Augusto Gasperoni