C’è da rimanere davvero stupiti che in un Paese moderno e benestante diventi un caso la mancata consegna dei pacchi Amazon. Come se comprare su Amazon fosse la cose più importante del mondo. Ma che dico? Un diritto! Tanto che si mobilitano i sindacati, le associazioni dei consumatori e (figuriamoci!) la politica. Roba da non credere!
Di ragionamenti seri ne abbiamo visti ben pochi. La prima cosa da chiedersi è perché da anni, la questione fiscale degli acquisti su Amazon non sia mai stata risolta con le stesse procedure adottate da tutti gli altri Paesi. Certo fa comodo comprare un telefonino, un paio di scarpe, o una maglietta senza pagare né Iva, né monofase. Ma non è questo che disturba, perché comunque genera un traffico di proporzioni minime per un colosso come Amazon. Disturbano quelli che comprano interi bancali di merce, per decine /centinaia di migliaia di euro. E poi la rivendono creando forti turbative sul mercato. Però come al solito, non si dice niente e si cerca di ammucchiare la polvere sotto il tappeto. Altro che accordo sul cloud! Che comunque non risolverebbe il problema fiscale.
Forse sarebbe bastato fare un accordo con le Poste per stabilire il punto di consegna presso gli uffici postali del territorio, dove chi ritira paga la monofase, e il problema si sarebbe risolto. Ci sono altre soluzioni? È probabile, ma allora chi di dovere le applichi, perché stiamo finendo in farsa.
Poi la questione affitti. Non si trovano appartamenti in affitto, ed ecco che scoppia un’altra questione politica e sindacale, come se fosse colpa di qualcuno. Da non credere, visto che fino a poco tempo fa la questione riguardava 8/10mila appartamenti sfitti. Premesso che la proprietà privata è sacra ed inviolabile, i piccoli proprietari che hanno un appartamento o due, magari comprato per i figli, ne fanno quello che vogliono. Li possono tenere anche vuoti. I grandi immobiliaristi, che per anni hanno speculato nelle maglie del PRG (per altro ancora in vigore), o meglio ancora delle Varianti di PRG, anch’essi fanno quello che pare a loro: vendere, non vendere, affittare, non affittare. Bisognerebbe comunque capire se è vero che ci sono tante case vuote, se è vero che non si trovano appartamenti da affittare e se magari è partita un’altra tornata speculativa. Forse qualcuno ha dati ufficiali in questo senso.
Detto ciò, non ha senso puntare i fari sulle residenze atipiche per pensionati, istituite con legge n. 223/2020, dopo che dal 2010 si sono succedute leggi per la residenza semplificata, ordinaria, elettiva, per motivi economici, a regime fiscale agevolato. Tutte senza risultati apprezzabili, mentre la legge sui pensionati ha ottenuto un certo gradimento nonostante le condizioni siano piuttosto selettive: una pensione da 50 mila euro annui, oppure un patrimonio mobiliare non inferiore a 300mila euro, di cui almeno 1/3 deve essere trasferito in una banca sammarinese per essere investito in strumenti finanziari o titoli di Stato. Finora questa tipologia di pensionati se ne andava in Grecia, in Portogallo, o in paesi esotici. Ma se si trasferisce a San Marino, alla fine poi continua a spendere in Italia, quindi non ci sono turbative né per un Paese, né per l’altro. Stando ai si dice, pare che finora siano un centinaio queste residenze atipiche: non pare una massa critica tale da creare distorsioni. Anzi, forse qualche opportunità in più.
Impressioni di un cittadino semplice che si stupisce del can-can su questi argomenti, mentre nessuno parla di mafia. Le cose non sembrano andare molto bene, visto che se ne parlerà in Consiglio in seduta segreta. Siamo tornati alle situazioni di qualche tempo fa? Dobbiamo preoccuparci? Qual è il settore incriminato: quello bancario o quello imprenditoriale?
I poi i maxi processi di questi giorni: perché le forze politiche tacciono, mentre scrivevano tutti i giorni sul processo Mazzini? Forse perché c’è una bella differenza, visto che alla sbarra sembra esserci andata tutta l’azione politica del governo Adesso.sm. Un esempio eclatante ci viene proprio dal maxi processo sul caso Titoli, che contempla anche i filoni relativi alla liquidazione illegittima di Asset Banca, il suo assorbimento forzato in Cassa di Risparmio, e il mancato rimborso del prestito Leighton Holding. Probabilmente molti si sono dimenticati di quella vicenda, ma le cronache rimangono, per cui le riproponiamo.
Venerdì 14 settembre 2018 – https://theworldnews.net/sm-news/
Marino Grandoni sfida Federico Pedini Amati: “Io debitore non pagante di Carisp? Rinuncia alla tua immunità e confrontiamoci in tribunale”
Caro Federico leggo dalla stampa che in commissione finanze hai fatto dichiarazioni circa un mio presunto debito con la cassa di risparmio scaduto e non pagato. L’affermazione è totalmente falsa.
Leiton, società lussemburghese della quale sono socio, ha emesso un prestito obbligazionario nel 2008 con scadenza reale nel 2021 peraltro assistito da importanti garanzie.
Leiton, in tutti questi anni ha sempre puntualmente pagato gli interessi senza mai ritardare neppure un giorno, ha sempre onorato gli impegni sottoscritti e continuerà a farlo.
Caro Federico questo è solo l’ultimo dei tanti episodi di distorsione della realtà e di aggressione che mi riservi nonostante il senso di responsabilità che il tuo ruolo di consigliere dovrebbe richiedere e nonostante tu sia stato un amico di famiglia che ha frequentato la mia casa ed il mio studio, e che mi ha più volte chiesto aiuto, fra l’altro mai negato, ai tempi in cui facevi ancora il mediatore.
Purtroppo viviamo una stagione politica avvelenata nella quale il dossieraggio, i pedinamenti, le fake news sono all’ordine del giorno. Così come la continua fuga di notizie verosimili e le insinuazioni urlate dagli scranni del Consiglio per creare il “caso” mediatico ed additare il nemico.
Però caro Federico è troppo facile urlare falsità di ogni tipo in Consiglio Grande e Generale o nelle Commissioni Consiliari quando si è protetti dall’immunità parlamentare.
Consentimi almeno questa volta di smascherare le falsità che vai raccontando ai tuoi elettori, rinuncia alla immunità e confrontiamoci in tribunale.
Un saluto
Marino Grandoni
All’epoca, Federico Pedini Amati con il suo Movimento lavorava fianco a fianco di Rete, e insieme stavano facendo muro contro l’occupazione del Paese da parte della “cricca”. All’epoca, aveva ragione Grandoni, per altro sostenuto dal governo, da Banca Centrale, dall’allora presidente di Carisp Fabio Zanotti.
Ma allora perché il caso Leigthon è finito in tribunale?
Per fortuna è cambiato governo, per fortuna c’è stata una commissione di inchiesta, per fortuna si sono aperti numerosi fascicoli in tribunale e, col senno di poi, si riesce a capire molte più cose.
a/f