San Marino. Riflessioni sulla politica: meditate gente, meditate! … di Alberto Forcellini

Se anche questo governo non avesse nessun merito, ne ha sicuramente uno che assolve tutti i suoi eventuali errori: ha tirato giù la cricca. Ovvero quel sodalizio criminale che aveva messo in piedi un progetto per smantellare la Repubblica occupando con i suoi uomini tutte le centrali di potere: governo, tribunale, Banca centrale.

Se il governo non fosse cambiato, saremmo ancora nelle mani di Grandoni, Daniele Guidi, Buriani, Celli, Renzi e compagnia cantante. Qualcuno da Bruxelles, che manovrava i fili, avrebbe comprato per 1 euro Cassa di Risparmio e Banca di San Marino dopo averle fuse e aver statalizzato i loro debiti. Si ricorderanno certamente i dibattiti su una manovra che aveva preoccupato cittadini, imprese e gli stessi dipendenti delle banche in oggetto, tranne i maggiorenti del governo Adesso.sm i quali invece la volevano a tutti costi.

Se ciò fosse avvenuto, avrebbe significato il default. Uno Stato va in default se viene occupato da un esercito, o un tiranno, oppure viene sommerso dai debiti e quindi perde ogni potere sovrano. Nel caso di specie, San Marino sarebbe passato nelle mani del “fantomatico Confuorti” di cui il governo Adesso.sm aveva negato l’esistenza, ma del quale era fedele servitore.

Ora per fortuna, anche Confuorti compare nei fascicoli di inchiesta. È contumace, ma il processo va avanti lo stesso.

Si possono versare fiumi di inchiostro sulle riforme fatte o non fatte, sulla simpatia o meno di questo o quel congressista, sulle forze politiche che compongono la maggioranza, su quelli che vanno e quelli che vengono, sulle fibrillazioni interne, su chi non ha ancora deciso (apparentemente) se stare di qua o di là.

Se si sgombra il campo dalle strumentalizzazioni e dagli interessi particolari che purtroppo ancora emergono, verso i quali comunque c’è una lotta senza quartiere da parte di qualche forza di maggioranza (vedi anche il recente dibattito consiliare sui controlli alle imprese), è evidente che l’operato dell’attuale governo è ben diverso da quello precedente. Ora i debiti si pagano, i processi vanno avanti e i corrotti vengono perseguiti, i furbetti dell’evasione e dell’elusione fiscale hanno vita più dura, l’attenzione al welfare è al massimo livello, l’ospedale così criticato all’interno è invidiato da tutti all’esterno, le riforme (faticosamente) procedono, l’adesione europea è a un passo, la liquidità dello Stato è tornata a livelli accettabili, le banche stanno riprendendo fiato e non ne è stata chiusa nessuna, abbiamo un’università che è un gioiellino, la credibilità internazionale è stata riconquistata.

Mancano ancora all’appello progetti importanti: la gestione dei rifiuti solidi urbani, la questione delle bollette, il PRG, la riforma fiscale, il risanamento del bilancio e diverse altre cosucce non certo da poco. Possiamo immaginare che non tutto arriverà a compimento entro il termine della legislatura e non tutto sarà perfettamente razionale a causa delle inevitabili mediazioni, o anche di certe ambizioni sfrenate. Ma non c’è paragone con quanto avvenuto nel passato recente, anche perché la lotta alla cricca è stata sempre condotta in forza di legge, non forzando la legge.

L’impressione generale sulle critiche che vengono avanti cocciutamente ogni giorno e che non hanno mai nulla di costruttivo, rivelano piuttosto che gli autori biasimano i rispettivi nemici (il termine avversari non descrive bene la situazione) perché non hanno nulla di buono da raccontare su se stessi.

a/f