Il Governo e la maggioranza avevano convocato per oggi l’incontro solo per approfondire i temi affrontati martedì scorso.
Si è percepito lo sconcerto per la proclamazione di un nuovo sciopero generale: i sindacati hanno riconfermato quanto emerso dall’Attivo dei Quadri.
La protesta non si ferma: occorre dare risposte concrete sulla disparità di trattamento tra residenti e frontalieri e sull’innalzamento della soglia relativa alla tutela dei redditi dall’inasprimento fiscale.
San Marino 3 ottobre 2025 – In mattinata, le OO.SS. sono state convocate da Governo e maggioranza per riprendere il filo degli argomenti già trattati nella giornata di martedì scorso, con l’obiettivo di approfondire, in particolare, il tema delle detrazioni SMAC, quelle per affitti e per spese sanitarie e dentistiche.
Si è percepito lo sconcerto per la proclamazione di un nuovo sciopero generale. Evidentemente erano davvero convinti che le proposte migliorative avanzate su questi temi avrebbero fatto passare in secondo piano la disparità di trattamento tra residenti e frontalieri e la tutela dei redditi dall’inasprimento fiscale, che di certo non può essere rivolta solo a coloro che percepiscono meno di 23.000 euro lordi annui.
Le OO.SS. hanno confermato la disponibilità a proseguire il confronto per migliorare le proposte già in campo, come la progressività delle tracciature SMAC in base ai redditi, ma se questo viene interpretato come la volontà di mollare sugli altri temi, si sbagliano di grosso.
Anzi, dopo lo sciopero generale sono pronte altre iniziative di mobilitazione, ed altre di carattere informativo saranno indirizzate alle organizzazioni internazionali, ovvero la CES (il sindacato europeo), la Commissione Europea e l’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro).
Inoltre, verrà chiesto un incontro con il Segretario di Stato per gli Affari Esteri Luca Beccari. I sindacati hanno infatti annunciato che alla firma dell’Accordo di Associazione di San Marino all’UE, seguirà una nota sindacale con la richiesta di verifica, da parte delle Istituzioni UE, della compatibilità della riforma prospettata con le 4 libertà fondamentali, sia per quanto concerne la disparità di trattamento fiscale in base alla residenza, sia in merito all’obbligo di spendere in territorio al fine di ridurre l’impatto delle imposte.
Una eventuale procedura d’infrazione da parte della Commissione UE sarebbe il peggior avvio di una fase cruciale per il futuro del Paese.
È doveroso rendere noto che si è registrata una prima timida apertura sui due punti critici posti dai sindacati. Si tratta di vedere se ne seguirà una concretizzazione o rimarrà una isolata dichiarazione di buona volontà.
Lo sciopero generale di martedì 7 ottobre rappresenta quindi una nuova tappa fondamentale per sostenere i diritti di lavoratori e pensionati, cui lanciamo un forte appello alla partecipazione.
CSdL – CDLS – USL