San Marino, riforma IGR e sviluppo: per riabbassare domani le tasse aumentate oggi. L’occasione dei dazi Usa e gli ambasciatori “promoter” … di Enrico Lazzari

Cari sammarinesi, immaginate la vostra rete diplomatica non come un drappo cerimoniale sventolato alle cene di Stato, impolverato e un po’ ridicolo, ma come un motore V8 rombante, pronto a sparare benzina pura nelle vene dell’economia del Titano. San Marino ha tra le mani un jolly che potrebbe trasformare il vostro piccolo Stato da reliquia storica a hub di affari furbi: sfruttare gli ambasciatori e i diplomatici non per stringere mani e brindare con prosecco annacquato, ma per dragare capitali esteri veri, quelli che creano posti di lavoro e fanno levitare il PIL, quindi fanno aumentare il gettito fiscale senza dover spremere i cittadini come limoni. Un’idea che – è vero – sa di filosofia berlusconiana e ricorda quel Silvio che, nel 2008, voleva premiare i diplomatici per ogni investimento portato a casa, trasformandoli da maestri di protocollo in cacciatori di quattrini.

Enrico Lazzari

La situazione finanziaria in netta risalita per il Titano, con un bilancio in equilibrio che fa sbavare le agenzie di rating – Fitch, che a giugno 2025 ha rivisto l’outlook a positivo, e S&P, che ad agosto ha alzato di due gradini – e margini per un po’ di indebitamento ulteriore e strategico, senza costringervi, fra un paio d’anni, ad inventare nuove tasse e riempire di protesta il Pianello. Il Fondo Monetario, inoltre, prevede una crescita del PIL all’1% per il 2025, il deficit sotto l’1% e il debito che cala verso il 61% del PIL entro fine anno… Sempre che portiate a casa la riforma fiscale che sta facendo venire l’orticaria e mezzo Paese…

In pratica, potete giocare d’anticipo, attirate imprese con sgravi fiscali mirati lasciando che il gettito futuro ripaghi il conto con i cittadini, in termini di servizi migliori, stato sociale più efficace o riduzione di tasse. Ma attenzione, non è un sogno da fumatori di pipa: è una chance concreta, se smettete di trattare i diplomatici come figurine da collezione e li mandate a caccia grossa in questo momento quanto mai favorevole, vista la politica Trump sui dazi per l’export in Usa.

I vostri ambasciatori, cari sammarinesi, non sono biglietti da visita viventi, camerieri in smoking a servire tartine e sorrisi plastici. Possono essere i vostri cacciatori di teste economici, usando la rete di contatti per trascinare capitali esteri sul Titano, far nascere imprese che assumono e creare un effetto domino di posti di lavoro reali e gettiti, oltre fiscali, anche contributivi.

Certo, vanno stimolati, magari con un incentivo legato al bottino, un bonus per chi porta soldi veri, non per chi colleziona selfie con dignitari… Non è un capriccio da ricchi, ma una mossa da scacchisti: premiate chi riempie le casse, non chi offre – a spese vostre – champagne. In un micro-Stato come il vostro, basterebbero meno di una decina di investimenti decenti per innescare una reazione a catena: occupazione che sale, PIL che ingrassa, tasse che piovono dal cielo senza doverle rincorrere – come oggi, con il sindacato che vi stacca la spina – con l’aspirapolvere.

E qui entra il vostro asso nella manica, quel vantaggio competitivo che fa invidia all’UE: i dazi ridotti al 10% per le esportazioni verso gli USA, un regalino emesso ad aprile 2025 che vi posiziona come una rampa di lancio per chi vuole spedire merci negli States senza dissanguarsi. Mentre l’Europa si arrabatta con tariffe standard che mordono come cani rabbiosi, San Marino diventa una piattaforma da cui decollare verso un mercato da 330 milioni di anime, con costi bassi e una burocrazia che potete snellire in un batter di ciglia, riducendola a un iter che potrebbe fare invidia e attrarre chi naviga in mari tempestosi, fra click-day e green-deal assurdi. Convincete un imprenditore estero che il Titano non è solo un francobollo medievale, ma un luogo dove fare affari seri e vedrete valigie di soldi da investire sul Titano atterrare a Torraccia da tutta Europa.

Certo, il differenziale dei dazi, da solo, non basta… Ma non è impossibile, oggi, con tassi al ribasso e un debito ampiamente sostenibile, aggiungere sgravi fiscali chirurgici per chi pianta radici e produzioni in Repubblica: riduzioni sulle imposte per i primi anni, contributi per ogni posto di lavoro creato, agevolazioni su import-export che fanno ballare i commercialisti. Con la situazione finanziaria in rimonta, potete permettervi questo bazooka mirato senza intaccare più, in futuro, il portafoglio dei cittadini. E’ il classico “spendi oggi per incassare domani“, attirate imprese e il gettito extra vi ripagherà con gli interessi, trasformando il vostro bilancio da sopravvivenza a festa patronale e i vostri cittadini da limoni spremuti in frutti ben concimanti. Motivare con la necessità di richiedere un sacrificio oggi, fializzarto ad un preciso e realistico piano di sviluppo, renderebbe la pillola della riforma IGR attuale più digeribile, anche al sindacato, o almeno a quello o quelli più responsabili e razionali, che non proclamano a caso e all’improvviso scioperi generali per “crociere” bruscamente interrotte.

La vostra rete diplomatica, poi, è come un vecchio baule pieno d’oro sepolto in cantina: capillare, presente in capitali e mercati che contano, ma usata fino ad ora solo per compiti da cameriere: protocolli, cerimonie e qualche discorso polveroso. Trasformatela in un’arma economica prevedendo incentivati adeguati e i vostri diplomatici diventeranno promoter da paura, capaci di canalizzare le relazioni in deal concreti. Non è roba da film di spionaggio o fantascienza, è buonsenso: date loro un mandato chiaro, un po’ di carburante (bonus, non solo rimborsi spese), e vedrete contatti da cena di gala tramutarsi in contratti da milioni. Sottovalutare questa rete, questa enorme opportunità è come avere una Ferrari e usarla per andare a comprare il pane…

E l’effetto? In un nano-Stato come San Marino, un investimento non è una goccia nel mare: è un sasso in uno stagno che genera onde giganti. Pochi deal significativi – una manciata di valide imprese straniere che aprono bottega – e boom: occupazione che esplode, innovazione – San Marino Innovation permettendo – che infiamma le startup locali, gettito fiscale che gonfia le cassesenza bisogno di alambicchi fiscali. La combo incentivi, dazi light e diplomazia da battaglia è in grado di generare un circolo virtuoso: crescita che si autoalimenta, senza tagli ai servizi o imposte da incubo.

È matematica elementare, cari sammarinesi: moltiplicate il poco che avete e il Titano diventa un gigante economico.

San Marino ha già le carte in regola, stabilità politica, snellezza nel predisporre leggi e riforme ad hoc, reputazione da intoccabile, un fisco che non strangola, Ma manca quel guizzo di visione che trasforma il potenziale in quattrini sonanti. Collegate la diplomazia agli obiettivi economici come si collega un cavo alla batteria: incentivati i vostri ambasciatori a cacciare investimenti, sfruttate i dazi al 10% verso gli USA come un jolly imbattibile, offrite sgravi mirati che attirano come il miele le api.

In un piccolo paradiso come il vostro, ogni euro investito rimbalza come una pallina da ping-pong in una stanza vuota: amplificato, moltiplicato, redditizio.

Non è il momento di sonnecchiare tra le colline: giocate questa carta con intelligenza tagliente, un’ironica spallata alle burocrazie dormienti e quella determinazione sammarinese che ha sempre ribaltato i pronostici. Altrimenti, rischiate di restare un gioiello da cartolina, mentre il mondo accelera e i sammarinesi spostano la residenza in una sempre più chiassosa e affollata Piazza della Libertà…

Enrico Lazzari