Il malcontento dei lavoratori frontalieri torna a divampare. La riforma dell’Imposta Generale sui Redditi (IGR), approvata dalla Repubblica di San Marino, viene giudicata dagli stessi diretti interessati come un ulteriore colpo al potere d’acquisto delle famiglie che ogni giorno attraversano il confine per lavorare.
La denuncia di A.F.I.S.
Secondo l’Associazione Frontalieri Italia San Marino (A.F.I.S.), le modifiche introdotte e presentate come un “riequilibrio fiscale” si traducono di fatto in un aggravio pesante. L’associazione ha diffuso dati e simulazioni che mostrano l’aumento dell’imposizione, sia sul Titano sia in Italia, ricordando che per chi non ha la tracciatura SMAC le trattenute sono ancora più incisive.
Il nodo delle sentenze italiane
A peggiorare la situazione intervengono le recenti decisioni della Corte di Giustizia Tributaria di Rimini. I giudici hanno infatti confermato che le imposte versate a San Marino non possono essere detratte integralmente dall’IRPEF italiana, ma solo in parte. Di fatto, questo significa che i frontalieri subiscono una doppia penalizzazione: prima dalle aliquote più alte a San Marino, poi dal mancato riconoscimento pieno delle imposte già pagate.
Doppia imposizione e famiglie in trappola
Il risultato è una disparità di trattamento che colpisce centinaia di famiglie. Molti lavoratori rischiano di vedere erosi ulteriormente stipendi e pensioni, costretti a sobbarcarsi un carico fiscale sproporzionato. L’A.F.I.S. parla di “doppia imposizione mascherata”, un meccanismo che genera incertezza e toglie respiro a chi vive di reddito da lavoro.
La richiesta di un intervento politico
L’associazione torna a chiedere con forza ai governi di Roma e di San Marino un passo deciso: affrontare definitivamente il nodo delle detrazioni parziali per restituire equità e chiarezza. Senza una soluzione condivisa tra i due Stati, i frontalieri – denuncia il Direttivo – continueranno a essere i sacrificati di due sistemi fiscali disallineati, trasformati in capro espiatorio di burocrazie che non dialogano.
Un equilibrio da ritrovare
In attesa di un accordo bilaterale che chiuda la partita, la stagione fiscale che si apre porta con sé più incertezze che tutele. Per i frontalieri, al momento, il futuro continua a presentarsi come un terreno irto di ostacoli fiscali, tra trattamenti parziali e un’imposizione che appare sempre più insostenibile.