San Marino 5 settembre – Prosegue la mobilitazione sindacale contro la Riforma IGR: “Una tale somma di ingiustizie non deve passare!”. Durante l’Attivo dei Quadri convocati al Nuovo di Dogana i Segretari Generali CSdL, CDLS e USL hanno illustrato a Delegate e Delegati i contenuti del Progetto di Legge e gli effetti su salari, stipendi e pensioni.
“La contestiamo nel merito e nel metodo, con un Governo che procede come un treno in corsa che dobbiamo fermare”, inizia Milena Frulli della CDLS.
“L’impostazione politica è sbagliata – prosegue Francesca Busignani, USL – invece di prendere dalle tasche di lavoratori e pensionati, è ora che chi non ha mai pagato inizi a farlo!”
Tocca poi a Enzo Merlini della CSdL, con l’aiuto di slides, illustrare la manovra sui redditi di lavoratori dipendenti e pensionati. Dall’obbligo dei 6 mila euro di spesa a San Marino, all’esclusione dei frontalieri dalla quota SMaC, fino al raddoppio delle tasse sul TFR: “Una ingiustizia clamorosa!”, dice.
Lo ribadisce con una tabella che mostra, dati alla mano, come in un decennio i redditi delle società siano aumentati oltre 10 volte tanto (quasi 130%) rispetto ai lavoratori dipendenti (circa 10%), in rapporto a un tasso di inflazione che ha superato il 20%.
Anche i redditi delle imprese individuali e dei lavoratori autonomi sono cresciuti ben oltre l’aumento del costo della vita, pur rimanendo in gran parte inferiori alla media degli stipendi dei loro dipendenti, così come resta nell’ordine di circa 1.500 il numero delle società che dichiara redditi zero.
Merlini, Frulli e Busignani hanno poi riferito di un’apertura arrivata dalla Segreteria Finanze nell’ultimo incontro: il rientro dei frontalieri in regime SMaC. “Almeno a parole – dicono -. La manovra era talmente insostenibile, sia nell’impatto economico per un terzo della forza lavoro, sia per il suo effetto discriminatorio – contrario al semplice buon senso e ai principi dell’UE, con la quale San Marino si appresta a stipulare un accordo di Associazione – che si è compreso alla svelta che non si poteva fare.”
Resta il fatto che tutti dovrebbero smaccare 6.000 euro all’anno a prescindere dal reddito e ciò è inaccettabile sotto ogni aspetto della giustizia fiscale.
Resta da vedere dove si andranno a prendere i relativi mancati introiti per lo Stato. Il Segretario Gatti ha chiesto soluzioni anche al Sindacato, cosa che ha fatto sorridere i delegati, ipotizzando l’aumento delle aliquote fiscali dell’1%. Ipotesi sulla quale le tre sigle sollevano non poche perplessità. “Se la misura non riguarderà i redditi da lavoro dipendente e da pensione, saranno altri a dover dire la loro”.
Una novità che rischia di spaccare il mondo del lavoro è il tema dei rimborsi spese e Fringe Benefit. Il progetto di riforma IGR consente di aumentare questi ultimi fino a 2mila euro anni, ancora una volta caricandoli sulla SMaC, mentre verrebbero ridotti da 500 a 300 euro mensili i primi, confermando che le spese sostenute non vadano documentate. In pratica, si lascia mano libera alle aziende su chi premiare, con il rischio di aumentare la forbice tra lavoratori dello stesso settore se non della stessa azienda.
La platea di delegati si anima, le critiche rimbalzano negli interventi, a un Governo “che vuole trasformare i cittadini in consumatori”, che invece di fare i controlli e intervenire sull’evasione fiscale, utilizza i lavoratori come ‘bancomat’.
Il tema dei controlli, con promesse vecchie di 12 anni mai mantenute dall’Esecutivo, agita l’Attivo sindacale congiunto. Peraltro, ai controlli sulle aziende che sono stati fatti in questi anni, non ha fatto seguito la certezza di riscossione, con amministratori risultati irreperibili e società sparite in un soffio.
Un Attivo dei Quadri partecipato e soprattutto in linea con le posizioni assunte dalle OO.SS. CSdL CDLS e USL chiedono tempo per mettere mano a un impianto fiscale che raggiunga l’obiettivo dell’equità, previsto dallo stesso programma di governo, mentre nelle intenzioni dell’Esecutivo la riforma approderà in Commissione Consiliare alla fine di settembre, per blindare il testo e giungere a breve termine alla all’approvazione definitiva da parte del Consiglio Grande e Generale.
In alternativa, va cassata l’intera parte che riguarda gli interventi sui redditi da lavoro e da pensione, ricercando le risorse su redditi e rendite da capitale ed attraverso l’intensificazione dei controlli.
In vista di quella data, l’assemblea ha dato mandato di proseguire nella mobilitazione: da lunedì partono le assemblee intercategoriali. A fine settembre, qualora da Governo e Maggioranza non pervengano significative modifiche, sarà Sciopero Generale, in concomitanza con la Commissione Finanze.
CSdL – CDLS – USL