San Marino, riforma statuto Bcsm. Visti gli evidenti rischi, Repubblica Futura ritiri subito il suo progetto di legge … di Enrico Lazzari

Le modifiche allo Statuto di Banca Centrale -come scritto ieri (leggi qui)- potrebbero avere una pesante controindicazione visto che anche questa indagine sembra nata da un esposto di Bcsm: compromettere il prosieguo di almeno parte delle indagini aperte nei confronti della cosiddetta “Cricca” per operazioni almeno apparentemente controverse, fra le quali quelle condotte fra Cis e Bcsm durante la Direzione generale di Lorenzo Savorelli, “reclutato -evidenzia il Commissario della Legge Elisa Beccari negli atti in cui contesta allo stesso Savorelli il reato di associazione a delinquere- da Confuorti e Grais” durante la presidenza di quest’ultimo. Un effetto collaterale che -evidentemente- Repubblica Futura nel predisporre il progetto di legge di modifica di dette norme statutarie, distrattamente non ha considerato.

Infatti, se ieri abbiamo visto come l’inchiesta “Keliba Beach”, sembra sia scaturita da un esposto di Banca Centrale, basato sui elementi acquisiti da Sido Bonfatti nel suo ruolo di Commissario Straordinario di Banca Cis, oggi non si può non citare l’inchiesta “Demeter” -o che dir si voglia “Caso Titoli”-, a sua volta riesumata dall’archiviazione del gennaio 2021 grazie all’opposizione di Banca Centrale -unitamente all’Ecc.ma Camera e alla difesa di Asset Banca-, presentata contro lo stesso decreto di archiviazione che “cancellò” ben 10 dei 14 capi di imputazione (leggi qui).

Senza l’opposizione di Banca Centrale, infatti, al di là dell’aspetto formale dell’atto, il messaggio c implicito nell’archiviazione fu che il Tribunale andò a smentire uno dei punti chiave ricostruiti dalla Commissione consigliare di inchiesta su Banca CIS, soffiando via -scrivevo nel giugno 21 su Serenissima, alla luce della sentenza di accoglimento del ricorso di Bcsm- “ogni ombra sulla legittimità del comportamento, delle azioni condotte sia dall’italiano Confuorti che dall’ex presidente di Bcsm Wafik Grais, che pur citati nella relazione della Commissione parlamentare di indagine, non figuravano nell’elenco degli indagati”.

Poi, la sentenza del Giudice delle Appellazioni, David Brunelli, nel giugno dello stesso anno raffereddò gli entusiasmi di chi, anche a Palazzo, aveva già stappato fiumi di champagne e alimentato un serrato e “vivace” dibattito-scontro nel Paese.

Ma a chi si deve, su questa e su altre indagini, se non all’attuale governance di Banca Centrale, se il Tribunale è ancora al lavoro per fare piena, totale chiarezza su una vicenda quanto mai controversa del decennio più difficile della storia moderna sammarinese? Sarebbe stato un esposto di Banca Centrale a porre il caso all’attenzione degli organismi giudiziari, secondo pressanti indiscrezioni che circolano e che paiono assai sensate. E fu -qui non serve il condizionale- un ricorso sempre di Banca Centrale -unitamente all’Ecc.ma Camera e alla difesa di Asset Banca- a determinare la riapertura del caso ormai archiviato in 10 quattordicesimi della sua impalcatura accusatoria.

Con una governance di Bcsm diversa dall’attuale, siamo sicuri che la magistratura sarebbe oggi al lavoro per fare chiarezza su quelle controverse operazioni ed individuare eventuali responsabilità, magari arrivando -unitamente alle altre inchieste suscitate da esposti di Bcsm- a recuperare anche importanti “denari” svaniti? No… Se i successori dell’attuale gruppo dirigente non fossero altrettanto decisi e indipendenti, non possiamo esserne sicuri. Del resto, secondo la commissione di inchiesta, la perdita di autonomia si sarebbe già verificata precedentemente all’insediamento della Tomasetti (pag.145 della relazione conclusiva): “Francesco Confuorti appare essere il regista di tutta l’operazione” manifestando “un rapporto di acclarato predominio sui vertici di Banca Centrale e, in forza di tale rapporto, muove Savorelli (Direttore Generale, ndr) come una pedina…”.

I fatti concreti, oggi, dimostrano inappellabilmente che la “Cricca” -o quel che ne resta- non ha alcuna influenza sulla Presidente Bcsm, Catia Tomasetti, né sul resto del gruppo dirigente. Perchè, quindi, rischiare defenestrandoli anticipatamente dal loro delicatissimo ruolo, perdipiù dopo gli importantissimi risultati ottenuti nel risanamento dell’intero sistema bancario sammarinese?

Perchè -me lo chiedo e lo chiedo ai promotori del progetto di modifica statuaria, ovvero Repubblica Futura– intervenire sullo Statuto di Banca Centrale in un momento che la massima istituzione di “governo” e vigilanza del sistema bancario e finanziario sammarinese sembra funzionare egregiamente e senza subire influenze da chi negli anni scorsi avrebbe contribuito a devastare il delicato comparto economico del Titano?

Non sarebbe il caso -alla luce delle conseguenze e dei rischi oggi palesi che l’introduzione delle modifiche proposte da Rf- che il progetto di  riforma venisse immediatamente ritirato dai promotori? O, alle pesanti ombre emerse dalle udienze dibattimentali del cosiddetto processo “Buriani-Celli”, Rf intende aggiungerne un’altra, ovvero la volontà che dietro la riforma statuaria ci possa essere -forse, anche o soprattutto?- l’ennesimo tentativo di cacciare i vertici attuali di Banca Centrale, nemici conclamati della tristemente famosa “Cricca”?

Enrico Lazzari

Enrico Lazzari