San Marino, Righi attacca sull’Europa: “Slogan vuoti e tifo da stadio, manca una visione del futuro”

L’Accordo di Associazione con l’Unione Europea rischia di trasformarsi in un banco di prova per fedeltà politiche interne piuttosto che in un reale progetto di sviluppo per il Paese. È un affondo durissimo quello lanciato da Fabio Righi, ex Segretario di Stato all’Industria ed esponente di spicco di Domani – Motus Liberi. Attraverso un intervento sui social diffuso nelle ultime ore, Righi punta il dito contro l’approccio dell’attuale maggioranza, accusata di ridurre una svolta epocale a una questione di “tifoseria”, priva di dati certi e di una strategia a lungo termine.

“Un argomento su cui il governo e la maggioranza hanno voluto creare un’informazione da tifosi”, scrive Righi senza mezzi termini, denunciando un clima in cui il dibattito sull’Europa verrebbe utilizzato per “testare le fedeltà politiche dell’uno o dell’altro gruppo”. Secondo l’ex Segretario, la gravità della situazione risiede nella superficialità della narrazione proposta ai cittadini: “Un tema così importante viene ancora oggi trattato solo con slogan vuoti, senza una visione precisa del futuro”.

Il fulcro della critica di Righi risiede nell’assenza di analisi concrete. Manca, a suo avviso, “una valutazione d’impatto completa e nazionale”, una lacuna definita “estremamente pericoloso” per le sorti della Repubblica. L’intervento di Righi serve a rilanciare e blindare l’analisi, definita “lucida”, del presidente del partito Lorenzo Forcellini Reffi, che aveva già smontato pezzo per pezzo la narrazione governativa emersa durante l’ultima serata pubblica.

Righi fa proprie le perplessità sollevate da Reffi (leggi qui), che aveva evidenziato come la sala “piena” sbandierata dall’Esecutivo fosse in realtà popolata in gran parte da addetti ai lavori e staff, mascherando una persistente disaffezione dei cittadini alla politica. Nel mirino di Domani – Motus Liberi restano i nodi irrisolti: dai conti che non tornano sui costi dell’accordo (con stime sulle assunzioni nella PA giudicate irrealistiche) all’annoso problema del T2 doganale che l’accordo non risolverebbe automaticamente, fino alle opportunità di digitalizzazione e investimento (come Amazon o EnelX) che San Marino avrebbe potuto cogliere autonomamente ma che sono state lasciate cadere.

La posizione del partito, ribadita dall’ex Segretario, non è di chiusura verso l’Europa, ma di richiesta di serietà. “Riteniamo si debba essere seri”, conclude Righi. Il messaggio è chiaro: sì all’integrazione, ma non come un salto nel buio basato su slogan, bensì come un percorso consapevole dove i benefici siano reali e non solo promessi su carta.

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