Secondo gli ultimi dati disponibili, i beni immobili confiscati alla mafia nella sola provincia di Rimini sono 8, in particolare essi si trovano all’interno dei comuni di Rimini, Riccione, Cattolica e Bellaria-Igea Marina. Questo è quanto viene riportato su di una tabella presente in piazza Cavour a Rimini. La piccola, ma importante mostra fotografica, all’interno della quale si trovano anche alcune preziose info-grafiche, allestita di fronte al teatro Galli, si è aperta venerdì scorso e si è conclusa ieri.
L’esposizione “Il viaggio legale. La Mehari di Giancarlo Siani”, fa parte di un progetto molto più ampio, denominato: “infiltrazionilegali”, promosso da Cgil, Libera, Cna, comitato Io Lotto e Caracò, con la collaborazione di Dig (Documentari inchieste giornalismi), Arci e Osservatorio provinciale sulla criminalità di Rimini. Il viaggio legale, un percorso e un progetto di cittadinanza e contrasto alle mafie, lungo la via Emilia, ha ottenuto l’alto patrocinio del Parlamento europeo, della Regione Emilia Romagna, del Comune di Rimini, Avviso Pubblico e Fondazione Polis.
La Mehari di Giancarlo Siani, giornalista de Il Mattino di Napoli, ucciso brutalmente dalla camorra il 23 settembre 1985, ha fatto quindi tappa a Rimini nei giorni scorsi. La Mehari verde, è proprio l’auto a bordo della quale trovò la morte il giovane napoletano, assassinato a soli 26 anni.
“Le infiltrazioni mafiose sul territorio regionale, (vedi inchiesta Aemilia, all’interno della quale è presente anche a San Marino, definito in un passaggio dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Alberto Ziroldi, assieme a Italia, Austria e Germania, “territorio di espressione dell’attività malavitosa”) – ha spiegato venerdì scorso in conferenza stampa Graziano Urbinati, segretario Generale Cgil Rimini – ci portano a tenere alta la guardia e l’attenzione in Riviera.
Due dei più prestigiosi salotti, presi di mira dalla malavita, il Green Bar a Riccione oggi attualmente confiscato, e il Caffè delle Rose a Rimini, sotto sequestro, ma anche tutto il tema degli appalti sempre a rischio, ci fanno capire quanto sia importante impegnarsi, e continuare la nostra battaglia per debellare questo fenomeno criminale, che ci impoverisce tutti. Occorre inoltre che anche a livello scolastico si presti più attenzione all’educazione e alla partecipazione a questi importanti appuntamenti”.
“Il viaggio legale”, ci prepara ad altri due importanti momenti, che si terranno in provincia – come ricorda Gaia Trunfio, coordinatrice provinciale di Libera – il 1 marzo a Misano, si terrà la serata della Legalità e l’incontro con Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che ci aiuterà a riannodare i fili della memoria. Mentre il 21 marzo “XXII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie: Luoghi di speranza, testimoni di bellezza”, in piazza Cavour, verranno letti i nomi delle vittime delle Mafie.
C’è anche l’Associazione Dig tra i promotori della tappa riminese de “Il Viaggio Legale”. L’Associazione riccionese che da due anni organizza i Dig Awards si pone tra i suoi obiettivi quello di sostenere e promuovere il giornalismo d’inchiesta, partendo dalle storie dei giornalisti minacciati, del quadro giuridico – normativo della professione giornalistica. “Intimidazioni. Quando i giornalisti sono minacciati dalle mafie”, il titolo dell’incontro che si è svolto lo scorso venerdì alla sala del Giudizio del Museo di Rimini che ha visto la partecipazione del giornalista di Repubblica Attilio Bolzoni, curatore tra l’altro del blog Mafie e Valerio Vartolo avvocato dello Sportello Legale di Ossigeno Informazione.
Il viaggio della Mehari verde, iniziato il 18 novembre scorso a Piacenza, ha toccato le principali città sull’asse della via Emilia e si concluderà il prossimo 5 marzo a Ravenna.
Di recente è stato inaugurato a Riccione, in zona Marano, “Yellow Factory”, uno spazio sottratto e confiscato proprio alla mafia. Prima si chiamava “La Perla”, ed era un nightclub, ora è diventato un luogo dove la cultura, lo sport e le persone si incontrano per dire “No!” alla malavita organizzata e costruire insieme aggregazione e socialità nel nome della trasparenza e della legalità.
Al suo interno vi partecipa anche San Marino. “Talk about/Conversazioni in cerca d’autore” è il titolo di una serie di eventi condotti dallo speaker della radio bianco-azzurra Chicco Giuliani. La prima giornata, di anteprima, ha avuto come ospite lo scrittore Enrico Brizzi che ha ripercorso le fasi più importanti della sua carriera, da “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” al libro “Il Matrimonio di mio fratello”, e ha anticipato alcune novità. L’8 febbraio è stata la volta dei ragazzi della trasmissione di Radio San Marino “Radio Tutti”, insieme al direttore generale, Carlo Romeo.
E all’interno del territorio sammarinese? Esistono beni immobili appartenuti o che appartengono tutt’ora alla malavita organizzata? Se sì, quanti e dove e perché non seguire questo importante e prezioso esempio italiano? A stabilirlo, ovviamente, è e dovrà essere la Giustizia sammarinese. Una cosa però è certa: come i territori limitrofi, anche e soprattutto quello sammarinese, è stato un luogo attraversato dalle mafie, all’interno del quale la malavita ha messo radici (vedi la vicenda del forno Vallefuoco). Per oltre vent’anni sul territorio del Titano è stato costruito ben oltre la domanda richiesta dalla popolazione.
Si parla, infatti, di circa 7, 8mila immobili sfitti o vuoti. Una sovrabbondanza di appartamenti, case e capannoni commerciali e industriali, probabilmente figli anche del malaffare. Perché, quindi, non far partire anche a San Marino un progetto simile a quello realizzato a Rimini, in Emilia Romagna e in tutto il Belpaese? Un progetto che, in un momento di forte crisi economica e sociale per il Paese, anche per il Titano, può diventare un’importante occasione di sviluppo economico e sociale e soprattutto un esempio virtuoso di legalità e trasparenza. La Tribuna Sammarinese