Una nuova indagine della Procura di Rimini coinvolge alcune societa’ sammarinesi nel classico sistema del “carosello fiscale”, per una frode da quasi 40 milioni di euro solo sull’Iva. Cosi’ questa mattina sono scattate le manette nei confronti di cinque persone, 27 gli indagati, per il reato di “associazione a delinquere, finalizzata alla commissione dei delitti” di dichiarazione fraudolenta, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di documenti contabili, con l’aggravante della partecipazione di un gruppo criminale organizzato impegnato in piu’ Stati: oltre all’Italia, la Repubblica di San Marino, la Svizzera, la Gran Bretagna, l’Austria e la Romania.
Secondo quanto appurato, spiega una nota della Procura, “gli arrestati, unitamente ad altri indagati, si associavano fra loro, allo scopo di commettere piu’ delitti di natura fiscale”. Reati, precisa la nota, “reiteratamente commessi” attraverso “una stabile struttura organizzata e un comune progetto criminale”.
In particolare venivano sfruttate societa’ commerciali che organizzavano vendite ed acquisti di merce secondo il sistema consolidato del “carosello fiscale”, che prevede il transito dei beni da ditte italiane a soggetti giuridici esteri e, successivamente, il passaggio a piu’ aziende italiane, con lo scopo di interporre una o piu’ aziende fittizie, le cartiere. Queste ultime, organizzate per non versare l’Iva, “attuavano una politica di fraudolento abbattimento dei prezzi imponibili delle merci, di cui beneficiavano tutti i soggetti partecipanti al progetto criminale, sia quale credito di imposta ricavato seppure giuridicamente inesistente, sia quale minor prezzo da praticare nell’immissione dei beni sul mercato”. Il profitto e’ stato quantificato in non meno di 37,4 milioni di euro per la sola evasione dell’Iva, per un imponibile che supera i 187 milioni.
Nella truffa venivano utilizzate societa’ italiane intestate anche a prestanome compiacenti, e una decina di societa’ estere, principalmente con sede sul Titano (6), in Gran Bretagna, Romania, Austria e Svizzera. “La tempestiva analisi della posizione reddituale, patrimoniale e bancaria degli indagati e dei loro nuclei familiari- precisa la nota- ha consentito di pervenire all’individuazione del patrimonio accumulato e di bloccare il sistema fraudolento”.
Il tribunale di Rimini, oltre agli arresti, ha sequestrato beni per 37,4 milioni di euro riconducibili ai 27 indagati, tra ditte, quote sociali, 24 autovetture e 6 motocicli, strumenti finanziari, somme di denaro e altre disponibilita’ finanziarie, 109 depositi bancari in 90 istituti di credito, 30 immobili e 17 terreni in varie province.
Le misure sono state eseguite tra Rimini, San Marino (attraverso richiesta di assistenza giudiziaria), Milano, Reggio Emilia, Bologna, Perugia, Volterra, Latina, Aprilia, Roma, Ascoli Piceno, Pescara, Foggia, Cagliari, Reggio Calabria e Catania, dal personale in forza all’Agenzia delle Dogane di Rimini e alla Guardia di Finanza di Rimini. Dire.it