Il palcoscenico è il più importante che ci sia e le olimpiadi del salto in alto, si aprono con 44 atleti in cerca della misura di 2.31, che vale la finale dei giochi. In tribuna, con lo sguardo malinconico, c’è anche Gianmarco Tamberi, infortunato e dunque assente illustre della gara olimpica.
Si comincia dai 2 e 17, che Eugenio Rossi supera al primo tentativo. Le sensazioni che si vivono dalla tribuna, sono buone perché Rossi in fase di riscaldamento aveva mostrato segnali davvero confortanti. Si sale di 5 centimetri, fino a 2 metri e 22. Eugenio fa tutto bene ma questa volta non è fortunato. L’asticella resta lì e poi cade all’ultimo istante.Un errore che pesa sul morale del saltatore sammarinese. La pressione di una gara così importante, evidentemente si fa sentire ed Eugenio non riesce ad esprimere il proprio potenziale.
Per il secondo tentativo, prova a ridurre la rincorsa ma l’esito non cambia. Sulla pedana brasiliana non c’è Tamberi, a difendere i colori azzurri ci prova Silvano Chesani, che al terzo tentativo supera i 2.22. Non c’è la fa invece Eugenio Rossi, che come si dice in gergo, non trova il salto. Un altro errore, il terzo e l’avventura olimpica finisce così. Finisce con il 35esimo posto e con un altra delusione per la delegazione sammarinese alle Olimpiadi di Rio. Rtv