San Marino. Riprendono gli appuntamenti dell’Associazione Pro Bimbi. Leggi anche l’Intervista al Dott.Aceti

Schermata 2014-09-23 alle 10.09.35Riprendono gli appuntamenti dell’Associazione Pro Bimbi, martedì 23 settembre alle ore 20:45 presso la sala Montelupo a Domagnano, con la conferenza dal titolo “Lo sviluppo emotivo del bambino e l’educazione”. Relatore il Dott. Ezio Aceti, esperto di psicologia della disabilità, psicologia scolastica, e mediazione in ambito familiare, oltre che autore di molti volumi, suggerirà come aiutare i nostri figli a diventare adulti responsabili.

Quali sono le sfide che la contemporaneità pone agli educatori? Quale approccio è meglio adottare con bambini e ragazzi? Ne abbiamo parlato con lo psicologo Ezio Aceti, che stasera  sarà protagonista di un incontro a San Marino, alla Sala del Castello di Domagnano.

Dottor Aceti, cosa significa educare oggi e quali sono le differenze col passato?

Una volta le regole erano  al centro: l’autorità che imponeva le regole era molto più rispettata. Le regole erano chiare, così come erano altrettanto chiare le punizioni conseguenti ad un ipotetico inadempimento.
C’era anche una coerenza educativa,  cioè ogni  fonte educativa dava gli stessi messaggi: il prete, l’insegnante, il vicino, il politico, tendevano a dare pochi messaggi ma al contempo coerenti tra loro. Era più difficile per un bambino andare in confusione, poiché le varie fonti erano molto più in accordo sull’obiettivo e la priorità dell’educazione. E l’infanzia era caratterizzata da pochi gli stimoli e dalla convivenza con la natura.

Oggi il  mondo oggi è dominato dalle emozioni, più che dalle regole e c’è un pluralismo pseudo educativo per cui i messaggi che arrivano ai figli sono molteplici e spesso contradditori. Il bambino non è sempre in grado di filtrarli e di assegnare loro il corretto livello di affidabilità e priorità. Il mondo di internet poi, dei social network, della tv e soprattutto dell’abbondanza hanno portato i nostri figli ad essere bombardati da stimoli fin dall’inizio delle loro vite. Molti stimoli portano un livello di ansia maggiore e soprattutto impediscono di andare in profondità dei messaggi.

Cos’è un bambino?

Maria Montessori ne ha dato una definizione splendida, secondo cui un bambino non è un piccolo adulto, ma un essere completo che funziona diversamente. Questo significa che prima di tutto bisogna conoscere i bambini e i ragazzi, perché non li conosciamo affatto… non abbiamo capito niente dei bambini. E’ importante quindi diffondere una cultura sull’infanzia e a questo proposito ho un sogno: i neogenitori dovrebbero essere obbligati a frequentare un paio di incontri che facciano loro capire cos’è un bambino e come funziona.

Questo approccio eliminerebbe tre importanti pregiudizi che ci impediscono di amare:

Primo: non esiste un bambino con un brutto carattere o con un bel carattere. Dire a un bambino che ha un brutto carattere è come dargli una pugnalata. Non permettetevi mai più di farlo! Il bambino deve crescere. Se crescerà prenderà possesso del suo carattere e quelli che sembravano difetti diventeranno caratteristiche positive. Mi spiego: una bambina timida, paurosa, che si tira indietro, la stessa bambina, quando avrà preso possesso del suo carattere, sarà una donna attenta, premurosa, che si prenderà cura dell’altro.

Secondo pregiudizio da togliere: quando il bambino fa i capricci, fa qualcosa che a noi sembra assurdo, occorre ricordarsi che non lo conosciamo, che non conosciamo il suo mondo, e che non c’è chi ha ragione o torto. La sua visione è diversa dalla nostra. Non è cattivo. Chi dice al suo bambino che è cattivo lo farà crescere cattivo!

Terzo pregiudizio: basta castighi. Mai. Siamo cresciuti con genitori che venivano da due guerre e si aveva fifa di contraddirli. Il padre castigamatti non funziona più…chi castiga non ama.

Cosa rappresentano i genitori per i figli e quali sono gli errori più comuni che commettono?

La madre è l’unico riferimento per i primi anni di vita del bambino, rappresenta l’amore, l’equilibrio e il sostegno affettivo principale mentre il padre rappresenta la legge, l’autorità giusta e corretta. E’ la realtà che si prende cura del bambino e lo accudisce, senza nascondergli però la verità. Per questo dopo i 7 anni, in cui un bambino è potenzialmente grande, la madre dovrebbe farsi un po’ da parte.

L’errore più comune che rilevo è la mancanza di positività. L’80 per cento delle volte i genitori si rivolgono al figlio per ammonirlo, quasi mai per lodarlo. Occorre invece avere una visione positiva.

E se posso dare un suggerimento, almeno una volta al mese il papà e la mamma dovrebbero lasciare a casa il bambino e uscire da soli.

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