Le hanno telefonato dicendole “Cinzia hai vinto”. Ma a vincere non è stata Cinzia Righetti, la sammarinese che ha portato avanti da sola contro tutti una battaglia che ha rischiato di perdere, a vincere è stato il buon senso. Risale alla scorsa settimana una vicenda che ha visto protagonista la cella dedicata alla Madonna che si trova nella parte vecchia di Borgo, luogo caro a tanti sammarinesi devoti che se ne prendono cura. Tra questi c’è Cinzia Righetti, la sammarinese affezionatissima alla cella che quando si è accorta che alcuni operai di Ugraa la stavano bucherellando con un trapano ha scatenato l’inferno. “Mi è stato detto dagli operai – ha raccontato – che avevano ricevuto l’ordine di bucare le pareti in pietra della cella per installare una struttura per rose rampicanti. Io a quel punto gli ho intimato di sospendere immediatamente tutti i lavori e poi mi sono rivolta alle varie autorità. Ho ottenuto subito la sospensione dei lavori ma ho anche preteso che la struttura venisse tolta e i buchi stuccati. Mi è stato risposto che avrei dovuto accontentarmi del fatto che i lavori fossero stati sospesi. Io invece sono andata avanti, ho fatto mille telefonate, mi sono rivolta alla commissione monumenti e poi all’ufficio tecnico. La persona che è venuta a fare il sopralluogo ha convenuto con me che si trattasse di uno scempio e dopo alcune ore mi ha telefonato rassicurandomi che la cella sarebbe stata ripristinata. Ora posso dire che è tornata al suo splendore originario. Chi vuole piantare le rose lo faccia pure ma non pensi più di deturpare la cella”. Sono stati giorni difficili per la signora Righetti che mossa da un sentimento di giustizia ha bussato a tutte le porte per far valere le ragioni del buon senso. Non fosse stato per lei probabilmente la questione si sarebbe risolta con delle scuse e niente più. La signora Righetti si è però mossa in rappresentanza di tanti cittadini i quali si sono detti molto rammaricati per un intervento inopportuno in un contesto dove spesso proprio loro in prima persona si organizzano per fare ciò che sarebbe in capo allo Stato: taglio dell’ebra in zone pubbliche e manutenzioni varie. In pratica non si fa quel che si dovrebbe fare e invece si fa quel che assolutamente non si dovrebbe fare. Onore a chi non si è arreso e a costo di prendersi più di una arrabbiatura, forte delle proprie ragioni, è andato avanti convinto che alla fine la giustizia vince.
