L’autonomia idrica è ancora un obiettivo lontano per San Marino che però potrebbe mettere in campo delle soluzioni.
Intanto per sopperire al proprio fabbisogno idrico, San Marino compensa con degli accordi tramite le realtà limitrofe che in questo caso sono la Diga di Ridracoli tramite la società Romagna Acque e soprattutto la holding Hera.
Da Hera infatti, tramite l’invaso sul Marecchia e da altre fonti, arriva la parte principale dell’approvvigionamento di acqua potabile sul Titano, mentre da Ridracoli come spiega il direttore dell’Azienda dei servizi, Emanuele Valli, viene attinto in un anno circa il 10-15% del fabbisogno di San Marino, con punte e percentuali diverse durante i diversi periodi dell’anno.
L’accordo con Ridracoli è stato recentemente perfezionato e come il precedente ha una durata decennale. Quello con Hera per il resto della fornitura è invece più di tipo commerciale e necessita meno di passaggi burocratici come il placet della Regione Emilia Romagna.
Oltre alle fonti esterne, anche da quelle interne il Titano riesce a ricavare buone quantità di acqua potabile che sono comunque ancora ben lontane dal poter garantire l’autosufficienza. Infatti attualmente le fonti interne al territorio della Repubblica di San Marino sopperiscono, sempre secondo quanto riferisce il direttore Valli, per poco più di un quarto del consumo.
In pratica per poco più del 25%.
Da tempo quindi sono stati fatti degli studi e dei progetti per aumentare l’autonomia di San Marino rispetto a un bene preziosissimo, chiamato anche “oro blu” come l’acqua. Uno in particolare, già salito agli onori delle cronache, quello di creare un invaso a Galavotto dove verrebbe in pratica realizzato un piccolo lago. Ma ci potrebbero essere anche altre soluzioni.
E in futuro potrebbe essere addirittura il Titano a fornire acqua ai comuni limitrofi. (…) San Marino Oggi