Vorrei che così non fosse, ma vedo un Paese ripiegato su se stesso, triste, incerto, dove le grandi passioni non hanno più cittadinanza. Mentre aumentano le disuguaglianze, diminuiscono i diritti e le prospettive di futuro.
Esistono risorse sufficienti per garantire la solidarietà comunitaria e la giustizia sociale. Ma il governo spreca cifre enormi e tanti posti di lavoro. Sguazza nel clientelismo, nella disorganizzazione, nei regali ai proprietari delle banche e agli evasori, nelle spese inutili. Sta al servizio della cricca. Continua a raccontare favole, a fare annunci, a dispensare propaganda attraverso giornali e TV governativi. Lavora per dividere le opposizioni con l’obiettivo di rafforzare il comando padronale della DC. Trasforma i cittadini in sudditi senza che loro se ne rendano conto. I cittadini protestano, si lamentano, sono scontenti, ma non riescono a trasformare questa energia in una concreta passione politica per la nostra Repubblica in pericolo. Così il governo è libero di mettere in pratica il “dividi e comanda”. E i cittadini lottano tra di loro invece di lottare per il cambiamento.
Questa situazione è molto dannosa, soprattutto per un Paese dominato dalle ingiustizie; dalla politica del debito da far ricadere sulle nuove generazioni; dal sistema concessorio che è stato, è e sarà la madre di tutte le tangenti e di tutte le ruberie; dal voto di scambio e dalle cordate che hanno delegittimato il Consiglio e falsificato le Consultazioni elettorali; da vergognosi intrecci tra affari e politica che hanno arricchito i ladri e impoverito gli onesti.
SE NON SI RITORNA ALLE GRANDI PASSIONI LA NOSTRA COMUNITA’ E’ MORTA.
Emilio Della Balda