San Marino. Romano Prodi: “Nessun legame fra me e Gatti”. … di David Oddone

David OddoneL’arresto dell’asso di picche, alias Gabriele Gatti, scuote ancora – e non potrebbe essere altrimenti – la Repubblica di San Marino.

E’ il sito giornalesm.com a rendere pubblica l’ordinanza di una cinquantina di pagine che fornisce uno spaccato molto lucido e preciso della San Marino di ieri. Un Paese dove qualsiasi attivita? economica era regolata dal pagamento di una tangente.

Un sistema drogato capace di ammazzare la libera concorrenza e gli imprenditori seri ed onesti. Una cupola apparentemente “dorata”, ma che in realta? drenava ricchezza. La magistratura descrive molto bene questo “macchinario” perfetto o quasi.

Trincerati a difesa dei loro privilegi, preoccupati di nient’altro che della loro perpetuazione e di mantenere le loro rendite elettorali, i componenti dell’associazione, hanno cinicamente fatto passare la normale (se paragonata ad altri Paesi dell’Europa occidentale) crescita dell’assistenza previdenziale e sociale, per sviluppo economico.

In realta?, e? grazie al sistema assistenziale e all’elevata capacita? di consumo dei cittadini sammarinesi, che e? stato mantenuto il consenso, ovviamente appesantendo a dismisura le pubbliche finanze, salvo poi caricare sui singoli gli obblighi fiscali non appena la congiuntura economica e? volta al peggio.

Cosi?, i cittadini prima protetti, rassicurati e ammaliati, grazie al preteso sviluppo, sono stati improvvisamente intimiditi e privati di quel senso di sicurez- za. La crisi economica ha fatto si? che sui cittadini gravassero i disastri finanziari provocati dall’insipienza e compiacenza. Alla fine, e? parso normale che, sotto forma di prelievo fiscale, i privati fossero taglieggiati in misura commisurata a quelli che, fino a poco prima, erano normali investimenti familiari.

Il mondo imprenditoriale, anziche? rivendicare servizi pubblici piu? adeguati, un’amministrazione piu? efficiente, regole severe che disciplinassero la concorrenza e una lungimirante politica fiscale, si e? reso talora partecipe o accondiscendente, nelle piu? varie forme, a gestire in modo particolare il “pubblico interesse”, a danno del pubblico bilancio, dei cittadini, delle aziende concorrenti, spesso perpetrando l’estrema beffa d’investire una quota cospicua delle risorse, cosi? accumulate, in altre attivita? produttive ottenute a suon di tangenti.

L’impresa dunque, vero e proprio cuore pulsante di qualsiasi economia, finisce sotto accusa con colpe che almeno stando alle ipotesi di reato e alle indagini preliminari, appaiono molto gravi.

Parla nientemeno che Romano Prodi

Come ormai (tristemente) noto una delle parti dell’ordinanza riguarda un possibile inquinamento probatorio (l’ipotesi di reato potrebbe aggravarsi nel corso delle indagini) ai danni degli inquirenti. Una delle supposte condotte ascritte dagli indagati ad un magistrato, perde ogni giorno che passa di attendibilita?. Ammesso e non concesso che ne avesse mai avuta. E a mettere definitivamente la parola fine alla datata vicenda e? nientemeno che Romano Prodi, tirato in ballo quale “amico” di Gatti e persino in qualche modo implicato in un caso di evasione di un detenuto.

“Non ho mai avuto alcun rapporto politico speciale con Gabriele Gatti. Vi sono stati rapporti istituzionali improntati unicamente al corretto miglioramento delle relazioni tra Italia e Europa con San Marino nel periodo dei miei mandati alla Commissione Europea e alla Presidenza del Consiglio, esauriti i quali, non ho mantenuto alcuna relazione con lui”. Lo dichiara lo stesso Romano Prodi in relazione all’articolo di Giacomo Amadori pubblicato da Libero. Capitolo chiuso.

Almeno questo perche? gli altri filoni sono destinati a raccontare ancora molto.

Anche in Austria si parla dei milioni di Gatti

Spunta cosi? un articolo del giornale austriaco “Osterreich” che parla nientemeno che dell’indagine su Gabriele Gatti che a ragione, a questo punto, ottiene risonanza e contorni internazionali. Il titolo e? tutto un programma: “San Marino arrestato ex capo di Stato. Riciclaggio di denaro su larga scala. Nascosti milioni in Austria”.

In estrema sintesi a quanto emergerebbe vi sarebbero fior di milioni nella patria che diede i natali a Mozart, riconducibili al “re leone”. Probabile dunque che la lente dei magistrati attraverso lo strumento della rogatoria voglia vederci chiaro in questa faccenda.

Arresto e “vittime” illustri: si dimette anche Galassi

La vicenda Gatti sta mieten- do “vittime” illustri. Dopo Giorgi, capo degli industriali tirato in mezzo alla vicenda che si e? autosospeso – o dimesso che dir si voglia – dalla sua carica, a seguire il suo esempio e? anche Clelio Galassi, raggiunto ieri mattina da un avviso di garanzia che lo metteva ufficialmente al corrente di una indagine ai suoi danni. Notizia a seguito della quale ha deciso immediatamente di lasciare l’incarico
di rappresentanza presso la Santa Sede. Appena ricevuta la comunicazione giudiziaria, l’ambasciatore in Vaticano ha inviato una lettera al segretario di Stato agli Affari Esteri, Pasquale Valentini, comunicando le sue dimissioni con effetto immediato. “Non e? mia intenzione – ha dichiarato a Tribuna – creare alcun imbarazzo alle istituzioni del mio Paese, ne? alla Santa Sede”. Galassi, che in passato ha ricoperto il ruolo di segretario di Stato alle finanze, e? ritenuto dai magistrati il destinatario di somme di denaro considerate frutto di tangenti per operazioni immobiliari e iniziative bancarie. Accuse che al momento Galassi non intende commentare, fiducioso comunque di poter al piu? presto illustrare le proprie ragioni agli inquirenti.

Alvaro Selva rimanda al mittente le accuse “complottistiche”

Si diceva di “vittime” illustri. Attraverso un comunicato stampa prende parola anche Alvaro Selva, oggetto nella giornata di martedi? dell’attenzione della polizia giudiziaria che ha proceduto ad una perquisizione domiciliare. “Essendo gia? trapelata sulla stampa la notizia – scrive in un comunicato stampa Selva -, confermo che in data di ieri (martedi? per chi legge, ndr) ho subito una perquisizione presso la mia abitazione e non nello studio, come riferito da alcuni giornali. Tale perquisizione pare scaturisca dal deposto di alcune registrazioni a me ignote, poste agli atti di un processo da parte dei difensori di Giuseppe Roberti. In dette registrazioni sarebbe riportato un colloquio –del quale io nulla so–tra lo stesso Roberti e Gabriele Gatti nel corso del quale viene ‘tirato in ballo’ impropriamente il mio nome. Nutro nei confronti della magistratura sentimenti di profonda stima e rispetto e non ho mai posto in essere atto alcuno al fine di delegittimare o screditare il loro operato, non ho complottato, ne? fornito apporti di alcun genere affinche? altri potessero realizzare tale intento. Sono certo di poter smentire chiunque abbia illegittimamente utilizzato il mio nome e la mia persona per fini di certo a me estranei e sconosciuti, e sono sereno nell’affermare che proprio la perquisizione subita confermera? la mia totale estraneita?”.

David Oddone, La Tribuna