San Marino. Rossi farà politica con “Agata project” perché “anche i movimenti hanno fallito” Teorizzato un sistema che punta sulla condivisione, sia in politica, sia in ambito economico

alessandro rossiUn progetto per cambiare il modo di fare politica e fare economia, che non si basa sui partiti storici, e neppure sui movimenti “perché hanno fallito” ma bensì sulla “condivisione”.

E’ quanto vuole portare avanti Alessandro Rossi, ex leader di Sinistra unita, che nel suo curriculum politico vanta anche un semestre come Capitano Reggente. L’iniziativa si chiama “Agata Project” e nasce, come scrive lui stesso sul sito ad hoc (www.agataproject.com) “per ‘ridefinire’ i confini della politica e per applicare la ‘potenza’ dei meccanismi di condivisione alla nostra asfittica società”.

Duplice la valenza del nome, il richiamo a Sant’Agata “che ricorda tempi dove si è condiviso per scacciare l’invasore” e il fatto che derivi da Agathos “ovvero ‘bene’ ne consegue che la condivisione del ‘bene’ è l’obiettivo di questo progetto”.

E qual è lo scopo? “Applicare la potenza della condivisione sia alla politica sia alla economia sammarinese”, perché “il vero problema attuale del paese non è la mancanza di trasparenza, non è l’individuazione dei colpevoli di una bruttissima storia politica e sociale, bensì la mancanza di fiducia nel corpo sociale. L’assenza di un percorso riconciliativo e di pratiche reali di condivisione se non in piccole e frammentate nicchie”.

Un modo per superare il fatto che oggi “non ci fidiamo più di nessuno, vediamo sfruttatori e speculatori dappertutto, vediamo approfittatori, arrampicatori sociali e politici, non vediamo più la Verità”.

E per riacquistare fiducia secondo Rossi servono “pratiche condivisive. Io mi fido – scrive – se nello scambio con l’altro vedo un utilepermeeperlui.Iomifidose condivido e se condivido provo a fidarmi”.

Un’idea che l’ex consigliere prende dai social dove chiunque “può vedere la potenza della ‘condivisione’ una semplice istanza diventa di dominio comune e ci si adopera per risolverla. Applicare questo in politica e nella economia non è difficile, ma deve essere messo in pratica ricercando l’efficienza e l’economia di scala che può produrre una politica ed una economia della condivisione”.

Per Rossi infatti “i movimenti fino a oggi hanno fallito perché ossessionati dal nemico non hanno applicato una politica e una economia della condivisione ma hanno seguito semplicemente la loro natura ovvero il raggiungimento di obiettivi utili a loro e non alla comunità”.

Ma quali potrebbero essere gli esempi di una politica condivisa? Per Rossi uno potrebbe consistere nel “creare un luogo fisico e/o mentale dove dibattere apertamente sui temi cruciali della politica sammarinese”. L’ex Consigliere ricorda che un tempo tale ruolo era affidato al Consiglio Grande e Generale, ma ora lo può “più essere in quanto oberato di surplus burocratici e rigidità funzionali che lo hanno trasformato da luogo di dibattito a luogo ratificatorio di decisioni prese altrove”.

Altri esempi di condivisione gli sono stati forniti anche da Caterina Morganti come “l’utilizzo di spazi comuni per strutture diverse per esempio nel centro storico di Città. Per esempio i campi da tennis di Città potrebbero essere, se gestiti con efficienza, una risorsa per le strutture alberghiere in comune del centro storico”. “Inoltre – scrive – si potrebbero istituzionalizzare delle associazioni temporanee di cittadini per realizzare progetti insieme senza costi burocratici eccessivi”. (…)

Franco Cavalli, La Serenissima