
Mentre in Viale Mazzini prende sempre più autorevolezza il nome di Luciano Ghelfi per la successione al dimissionario Andrea Vianello, iniziano a trapelare nuovi dettagli economici che sembrerebbero essere alla base del dissesto finanziario in cui è precipitata la Tv di Stato della Repubblica di San Marino, quella San Marino Rtv detenuta al 50% dalla sammarinese Eras e e al 50% dalla Rai – Radiotelevisione Italiana.
Fra le ipotesi di rilancio, nell’immediatezza della “doccia fredda”, si era azzardata la possibilità di un disimpegno pressochè totale della Rai e, al tempo stesso, del possibile interessamento di due gruppi editoriali in forte espansione: quello facente capo ad Urbano Cairo (la7, Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, ecc…) e quello in altrettanto frenetica crescita riconducibile ad Antonio Angelucci (Il Tempo, libero ecc.). Se nessuna conferma, in merito agli stessi interessamenti, è giunto sul fronte del secondo, nel caso di Cairo si apprende da fonti vicinissime al grande editore italiano che l’operazione, da parte sua, vedrebbe un fortissimo interessamento, confermato direttamente e a chiare lettere alla fine della settimana scorsa. Gli “uomini” di Cairo staranno già sondando il terreno?
In ogni caso, questo passaggio di quote societarie appare remoto per essenzialmente due motivi: nonostante l’abbia sempre considerata fino ad ora come una impresa di secondo o terzo piano, sula quale non investire più del minimo indispensabile, la Rai non sembra pensare minimamente ad una dismissione delle sue quote nella Tv di Stato sammarinese; inoltre, ben difficilmente la componente governativa attuale (che ha in concreto un peso determinante in simili scelte Rai, potrebbe favorire la scalata del “patron” di La7 (notoriamente e palesemente schierata agli antipodi rispetto il centrodestra di governo) ad un ennesimo canale televisivo digitale.
La strada che si prospetta per garantire un futuro sostenibile alla San Marino Rtv, quindi, appare sempre più un’altra, che partirebbe da un rifinanziamento societario e dalla definizione di un piano di risanamento alternativo a quello (lacrime e sangue, ma soprattutto non in grado di permettere la conservazione delle professionalità formate e la dignità di Tv di Stato) che, “imposto” dal Cda all’indomani del rigetto del bilancio 2023, ha determinato le dimissioni del Direttore Generale nominato solo pochi mesi fa da Viale Mazzini. Non potranno mancare pesanti tagli di spesa, ma la strada che dovrà portare alla “nuova Rtv” sarà più lenta e sostenibile del semplice taglio del costo del lavoro e delle collaborazioni per circa 1,5 milioni di euro da centrare entro il 31 dicembre prossimo.
Ma torniamo ai conti della società detenuta da Eras e Rai. Una voce del bilancio 2022 (l’ultimo disponibile), in particolare, ha attirato la mia attenzione, ovvero quella attinente i ricavi da “servizio resi” e da pubblicità, che supera di poco i 700mila euro a fronte, si ricordi, di circa 3,5 milioni rappresentati dal costo del lavoro.
Un dato che presenta come un palese “flop” la gestione del “commerciale” e l’azione, in primis, dei responsabili della raccolta pubblicitaria che potrebbe svilupparsi considerevolmente. Anzi, che non si capisce perchè non sia decollata… Mi spiego meglio.
Se accendiamo la tv e sintonizziamo la Rai o una qualunque tv commerciale della penisola, ci rendiamo conto che esistono dei settori merceologici iperpresenti negli spot. Fra questi spicca senza dubbio l’industria farmaceutica. A fronte di ciò, tornando sul Titano, è un dato di fatto che Rtv possa vantare la collaborazione di Luciano Onder (il massimo e più autorevole divulgatore in materia) e mandi in onda “La casa della salute”, in cui lo stesso giornalista può vantare ospiti di primissimo piano della ricerca medico-scientifica.
Quanti spot di aziende farmaceutiche avete visto sulla San Marino Rtv? Zero? …Nessuno? Io non ne ho mai visto nessuno, non dico di una “Aspirina”, ma neppure di una cremina per il sederino dei bambini… E’ possibile in una saggia e attenta gestione della raccolta pubblicitaria non sfruttare minimamente una unicità come questa? A mio parere no, pur nei limiti di una audience che per Rtv non è certo a livelli di Rai o La7…
Perchè faccio questo eloquente esempio, vi chiederete. Semplice, perchè da questo si evidenzia un’altra forte criticità che andrà immediatamente superata affinchè ogni piano di risanamento possa essere efficace.
Le dimissioni di Vianello dalla direzione generale aprono la possibilità di una profonda riorganizzazione dell’intero assetto gestionale della San Marino Rtv spa. Un assetto che -oltre a far capo ad un nuovo Dg capace di comprendere che palinsesto, informazione, approfondimento e rubriche dovranno essere sinergiche e -perchè no visti i conti finanziari drammatici- funzionali alla raccolta pubblicitaria e che ogni scelta o progetto non potrà prescindere dall’impatto sulle casse societarie in una gestione tanto manageriale o “poco” giornalistica.
Nel concreto, ben venga la proposta sammarinese di affiancare al nuovo Dg un tecnico contabile (sembra già individuato in un noto commercialista del Titano), ma “ben venga” anche una riorganizzazione profonda dell’intero comparto commerciale della stessa Tv dopo i non certo esaltanti risultati ottenuti dalla fondazione ad oggi.
Facile a dirsi… Ma anche possibile da farsi, magari partendo dall’immediato taglio di tutti quei programmi costosi e commercialmente “inutili” come, ad esempio, “Washington Files” di Alan Friedman, incentrato sulle elezioni Usa. Qualcuno forse pensa che esistano inserzionisti che, in Italia, ritengano il settore elettorale Usa un “mercato” su cui puntare?
E continuando, magari, sfruttando maggiormente Onder che rappresenta una autorevole e concreta porta di accesso all’enorme e ricco mercato pubblicitario in ambito farmaceutico. Altri mercati pubblicitari “floridi” sono, poi, i prodotti per i bambini e per la casa; le automobili, elettriche, ibride o termiche che siano; le tipicità alimentari, il turismo e così via… Che si aspetta a ridimensionare, nel palinsesto, le costose (e “impolverate”, nel senso di viste e riviste) produzioni Rai, con programmi autoprodotti rivolti ai bambini, agli automobilisti, alle massaie e così via, che potrebbero favorire il lavoro degli “agenti pubblicitari” nella ricerca di nuovi e “ricchi” inserzionisti?
Enrico Lazzari