
Un milione e novecento mila euro… 1.900.000€… A tanto ammonterebbe -euro più, euro meno- il debito accumulato dalla San Marino Rtv spa, società di proprietà della sammarinese Eras per il suo 50% e dell’italiana Rai per il restante 50%. Società che, nei fatti, è la Televisione di Stato della Repubblica di San Marino, il cui dissesto finanziario -o meglio crisi- è oggi un problema che -nell’immediatezza- appare insormontabile per, soprattutto, due motivi:
– l’assenza di un governo di ampio respiro e in grado di produrre atti di lunga prospettiva;
– l’impossibilità di San Marino Rtv spa -non ha capitali immobiliari importanti- di fornire garanzie bancarie solide e concrete.
Ad inasprire la crisi è giunta (come svelato ieri – leggi qui) la non approvazione del bilancio 2023 da parte del Consiglio di Amministrazione della stessa società detenuta da Eras e Rai. Un’azione drastica, questa del Cda, logicamente motivabile con la rilevazione, fra le “colonne” del bilancio, di “voci” apparse controverse o, peggio, “manipolate”. Se ne saprà di più nei prossimi giorni.
L’unica certezza -sempre basata su logica e non su dati oggettivi- è che eventuali anomalie riscontrate nel bilancio 2023, non sarebbero riconducibili all’azione dell’ultima gestione. Ma anche questa resta una mera ipotesi.
In attesa, così, di conoscere ufficialmente le motivazioni che hanno indotto sia i consiglieri di nomina italiana che quelli di nomina sammarinese a rigettare il bilancio 2023, tutti si interrogano sul futuro della Tv di Stato, ovvero del “baraccone” Rtv, messo a rischio da una situazione finanziaria pessima -e questo non è una novità- che si aggrava a causa dei dubbi che gravano sulla conformità del bilancio 2023 così come presentato al Cda. Incertezze, poi, oltre che dall’innalzamento degli interessi sui passivi economici, arrivano anche dalle nuove “policy” bancarie in materia di affidamenti finanziari, che potrebbero costringere, in un eventuale piano di risanamento dell’azienda radiotelevisiva, ad un rientro negli affidamenti non necessariamente lento.
Al momento e sulla base dei dati trapelati (alcuni frutto di indiscrezioni e non ufficiali, come ad esempio i quasi due milioni di debito) le strade che si potrebbero percorrere -escludendo la riconferma del “baraccone tritasoldi” attuale- sembrano essere due soltanto:
1 – Il ridimensionamento importante della struttura, rendendola proporzionata alle entrate e quindi economicamente sostenibile.
2 – La cessione di ampia parte delle quote societarie ad un editore fortemente determinato a rilanciare la radiotelevisione sammarinese, se non addirittura la sostituzione del socio-Rai con un nuovo partner.
Se la prima ipotesi richiederebbe “lacrime e sangue” (anche in termini occupazionali, oltre che per il danno internazionale di immagine che pagherebbe la Repubblica di San Marino), la seconda sarebbe forse la più auspicabile. E, seppure nessuno si imbarcherebbe in una società economicamente fallimentare come sembra essere quella attuale, la seconda ipotesi non appare così campata in aria, soprattutto alla luce della strategia espansiva di due dei massimi editori italiani: Urbano Cairo, amministratore delegato di Rcs Media Group (Gazzetta dello Sport ecc.), controllata attraverso Cairo Communication (azionista di maggioranza con il 59,6% delle azioni) che detiene, fra l’altro, La7; Antonio Angelucci, imprenditore ed ex parlamentare, affermatosi nel campo dei servizi sanitari, poi “sbarcato” nell’immobiliare e nell’editoria visto che che oggi controlla i quotidiani italiani Il Tempo, Il Giornale, Il Corriere dell’Umbria e, in questi giorni, sembra impegnato nell’acquisizione di Agenzia Giornalistica Italia (Agi, una sorta di Ansa).
Se, visti gli attuali equilibri politici italiani appare alquanto improbabile un disimpegno Rai a vantaggio di Cairo vista la linea palesemente antigovernativa di La7, ben più possibilista potrebbe essere l’operazione con il secondo, Angelucci appunto. Infatti, l’affermato imprenditore italiano ha ormai penetrato pesantemente il mondo dell’editoria cartacea e “online”, ma non detiene o ha partecipazioni importanti in alcun media radiotelevisivo. Se a ciò uniamo che la componente meno centrista della attuale coalizione di governo romana (Fdi in testa) si sente poco rappresentata nel panorama televisivo della Penisola dopo il riassetto verso il “centro”, verso le componenti più moderate di Cdx e Csx, della linea editoriale di Mediaset, conseguente alla scomparsa di Silvio Berlusconi e alla luce dell’impossibilità di incidere pesantemente sulla linea della Rai, pur definita oggi “Tele-Meloni” nei media di opposizione, diviene possibile un disimpegno Rai da Rtv a favore di un editore ritenuto “amico”…
Scenari, al momento, puramente teorici, per carità… Ma che non sarebbe azzardato approfondire e, poi, se del caso, tentare di percorrere nell’interesse della Tv di Stato e della sua forza lavoro. Del resto, è innegabile che tutti i problemi economici della San Marino Rtv spa hanno un evidente e massimo responsabile: la Rai! Colpevole di aver da sempre affidato la gestione della società ad un giornalista e non a un manager. Oggi si pagano le scelte scellerate (dal punto di vista manageriale, ben inteso) effettuate da “capi” che, pur essendo ottimi e autorevoli giornalisti, non erano manager.
E questa responsabilità diviene addirittura “colpa” alla luce delle osservazioni che, anni fa, fece un consigliere di amministrazione della Rtv addirittura di nomina Rai, Antonio Marano (già Sottosegretario alle Tlc del governo Berlusconi, attualmebnte direttore commerciale della “Fondazione Milano-Cortina 2026”) il quale evidenziò proprio la necessità di indicare un manager alla guida della Televisione di Stato sammarinese. Un appello che, evidentemente, restò inascoltato e la poltrona di Direttore Generale della San Marino Rtv continuò a venire affidata -dalla Rai- al “solito” giornalista-direttore (anche autorevole e competente, ma senza alcuna esperienza manageriale) divenuto troppo “ingombrante” o “scomodo” a Saxa Rubra.
Dunque, le prospettive di rilancio della Tv di Stato sammarinese non mancano. Le strade interessanti che appare possibile percorrere sono già un paio… Ma, se ne riparlerà le prossime elezioni politiche… Se ne parlerà… Se ne riparlerà… E se ne riparlerà ancora e ancora…
Enrico Lazzari
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