San Marino. Rubrica ”TRE DOMANDE POLITICHE A…”. Risponde il Presidente PSD Matteo Rossi

1) debito pubblico che cosa ne pensi?

Non mi preoccupa il debito di per se, mi preoccupa la situazione delle casse pubbliche. E non vedo nemmeno nella corsa alle riforme (che sono fondamentali e vanno fatte) la risposta che compensa la necessità di andare a emettere titoli di debito pubblico. Se è vero come è vero che alle casse pubbliche mancano le entrate dal comparto finanziario, c’è da chiedersi come fare per fare tornare quel settore a produrre ricchezza. Il PSD sono anni che sostiene una cosa molto chiara: che fuori dagli accordi internazionali non possiamo più permetterci di stare. E mi riferisco a quelli che portano a forti collaborazioni con Banca d’Italia e -ovviamente- con la BCE. Basti pensare ai tassi di interesse dentro gli accordi o fuori dagli accordi. Il tema della vigilanza di banca centrale è di capitale importanza, per un settore che vive di fiducia e di sicurezza. Siamo sicuri che nelle condizioni attuali le Banche sammarinesi lavorino serenamente?

2) I socialisti potranno riunificarsi?

È ragionevolmente auspicabile, per la storia e per il Paese, che ha forse oggi più che mai, bisogno di una forte anima riformista. Anche perché gli “anti-socialisti” stanno dimostrando di essere fortemente impegnati nella loro causa. Non fare nulla aiuterebbe questi (partiti e soggetti) a far sì che la nostra area si estingua, forse più rapidamente di quanto persino loro si aspettano. Mi conforta sapere che il sentimento che ci guida sia tutt’altro che estinto e che, seppur piccoli e divisi, siamo in tanti a riconoscerci in questi valori. Quota parte, ognuno sta tentando di mantenere accesa la fiamma e la sensazione è quella che stia maturando una volontà diffusa di unità, esternata anche dalle dichiarazione dei diversi soggetti che si rifanno a questa casa politica, dichiarazioni che però è ora di tradurre in fatti. La sfida, che è anche generazionale, sarà quella di invertire la “diaspora”. Il PSD è pronto ad aprire un dialogo serrato che dovrà partire dai nostri alleati di lista, ma che dovrà essere allargato a diversi settori chiamiamoli ‘di area’, presenti sia dentro al Consiglio Grande e Generale che fuori. L’importante è non fare più i donatori di organi per gli altri partiti.

3) Le difficoltà interne di questo governo e di questa coalizione, pensi che possa durare con questa configurazione? Le elezioni sono vicine?

Le elezioni sono sempre vicine, anche il giorno dopo del giuramento, non è una questione di questo governo: è la politica. Non mi impressiono davanti a chi fa dichiarazioni roboanti o a chi alza la tensione all’interno di partiti o in maggioranza, mi riferisco a chi fa della politica una questione di avanspettacolo. Mi preoccupa chi lavora silenziosamente, sistematicamente alla ricerca di alternative e incastri politici più o meno sensati. Al momento attuale non ci sono alternative più o meno sensate a questo quadro, che seppur frastagliato e per certi versi atipico, ha prodotto -nel biennio covid- molto di più di tanti governi passati in epoche molto più tranquille.