La settimana scorsa, su queste pagine, avevamo dato notizia che l’Usc (Unione sammarinese commercio e turismo) si stava mobilitando per l’organizzazione di uno sciopero fiscale esteso a tutti gli operatori economici. L’idea era stata formalizzata durante l’assemblea del direttivo.
Nei prossimi giorni, invece, l’Uscì ne discuterà anche con Usot e Osla le quali, al contrario dell’associazione del neo presidente Massimo Canti, sembrano essere un po’ meno battagliere e più aperte al dialogo nei confronti di un governo anch’esso “intenzionato a confrontarsi il più possibile con tutte le forze politiche e sociali”, stando almeno alle parole del segretario di Stato al Turismo, Teodoro Lonfernini, il quale, assicura che “non solo da parte mia ma da parte dell’intero governo c’è l’assoluta disponibilità di dialogare e confrontarsi sui temi di massimo interesse per il presente e il futuro della Repubblica con l’opposizione, le associazioni di categoria e i sindacati, rispettando, anche prese di posizione contrarie, ma che almeno siano costruttive e non solo finalizzate a generare contrasti che alla fine danneggiano il Paese e i cittadini”.
In particolare, l’Usc non ha gradito la notizia che la maggioranza, l’Esecutivo e una parte dell’opposizione siano già concorde nel costruire ex novo, nella zona di Rovereta, un polo del lusso, o meglio un outlet di prima fascia. Un’altra nota dolente, che sta attanagliando il settore commerciale, è la forte crisi che stanno passando le armerie.
Insomma, tra Smac fiscale, polo del lusso, crisi delle armerie e diminuzione dell’afflusso turistico – soggetta anche alla crisi economica in atto ormai da anni in tutta la Penisola – il settore turistico e commerciale sembra navigare in acque piuttosto cattive, tanto che l’Usc ha deciso di optare per la “linea dura”, minacciando un vero e proprio sciopero fiscale allargato a tutto il Paese e non solo al centro storico di Città.
Ad aggiornarci sulle ultimissime notizie, il presidente dell’Uso Massimo Canti, il quale rivela che “domani sera formalizzeremo nel direttivo un documento che spediremo alle case di tutti i cittadini, in cui esponiamo tutte le criticità legate al polo del lusso, invitandoli a condividere e a sostenere la possibilità di arrivare a uno sciopero fiscale.
Sono tante – spiega Canti – le richieste di fare lo sciopero fiscale da parte degli operatori economici e non solo dal centro storico ma soprattutto da tutto il resto della Repubblica”. Riguardo alla questione della Smac card, Canti ricorda che “il 23 dicembre scorso avevamo consegnato un documento alle Finanze in cui chiedevamo di costruire un tavolo parallelo a quello della Smac, ossia un tavolo sullo sviluppo, ma, come nella maggior parte delle nostre richieste, l’Esecutivo ha declinato l’invito. Sulla Smac, a questo punto, – prosegue il presidente Usc – chiederemo l’innalzamento della scontistica fino al 20-30% e il rimborso dello Stato agli esercenti deve essere ovviamente proporzionale”. Anche sulla questione del nuovo piano progettuale degli investimenti pubblici – “Legge di spesa pluriennale per la realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche” – approvato la settimana scorsa in Consiglio Grande e Generale, Canti sembra piuttosto contrariato: “I 30 milioni che lo Stato ha previsto saranno utilizzati solo ed esclusivamente per un interesse pubblico e non è rivolto agli operatori del settore turistico e commerciale del centro storico di Città.
Le priorità stabilite dall’Esecutivo – sostiene – non corrispondono alle infrastruttute che il centro storico ha bisogno in questo momento per tentare di ripartire. Noi chiedevamo che i soldi fossero investiti prima di tutto nel centro benessere e nei parcheggi, ma le priorità da quanto emerso in Consiglio, sembrano altre, anche se alcuni esponenti di maggioranza ci avevano detto che le cose sarebbero andate diversamente”.
Tornando invece al polo del lusso, Canti afferma che “esso non ha alcun senso a Rovereta. Molto meglio sarebbe stato realizzarlo o nelle adiacenze o nel centro storico, dando la possibilità al turista di soggiornare per più giorni, mentre in questo modo i turisti arriveranno solo a Rovereta e poi se ne torneranno a casa, dimenticandosi di Città”.
Per far capire di cosa parla, Canti paragona il centro commerciale Le Befane di Rimini con il nuovo polo del lusso di Rovereta: “Le Befane hanno svuotato il centro storico di Rimini, soprattutto da settembre a marzo. Nei giorni di pioggia le persone si rintanano alle Befane e così faranno anche nel futuro polo del lusso di Rovereta, rendendo Città – Patrimonio Unesco – un deserto. Se è vero che si creeranno 250 posti di lavoro in più, sarà altrettanto vero che ci saranno 500/600 lavoratori in meno perché molti esercenti dovranno chiudere la propria attività”.
Nei primi giorni della prossima settimana l’Uscì organizzerà una serata pubblica per fare il punto della situazione, mentre questa sera l’Usc si confronterà con l’Associazione Micologica – contraria alla devastazione e cementificazione di una delle poche aree verdi rimaste a Rovereta – e alle forze politiche di opposizione, tranne il Partito socialista. Nell’incontro si deciderà come organizzare il comitato di cittadini “no polo del lusso” che, spiega Canti, “sarà forse guidato dalla Micologica”.
Anche Mirko Dolcini – presidente dell’Osla – è intervenuto sull’argomento, affermando che “stiamo valutando se sottoscrivere o meno il documento proposto dell’Usc. Tra oggi e domani decideremo sicuramente. Per noi, se sciopero fiscale deve essere, deve assolutamente comprendere anche la materia Smac card. Come Osla, lo sciopero fiscale l’avevamo già paventato nel 2013, poi dopo avevamo deciso di non procedere, comunque per noi resta un argomento che guardiamo con interesse da sempre”.
Sul polo del lusso, Dolcini e l’Osla non sono contrari a priori che venga realizzato a Rovereta, come invece lo è l’Uscì e questo è un punto di divergenza tra le due associazioni di categoria. Anche l’Usot come l’Osla non è contraria a priori. Sembra quindi che l’Uscì sia intenzionato a tirare dritto da solo, nell’eventualità che Osla e Usc non sottoscrivano il documento, ma, precisa Dolcini, “seppur le forme di protesta saranno diverse, gli obiettivi rimarranno gli stessi”. Nei prossimi giorni, dunque, le tre Associazioni si incontreranno per fare il punto della situazione. L’Usc nelle ultime settimane sembrerebbe aver trovato una buona intesa con le forze di opposizione. Su questo punto Dolcini, però, precisa che “come Osla siamo apartitici, le battaglie non sono quelle dell’opposizione, a volte possono essere comuni, ma noi ci prefiggiamo la risoluzione tecnica di vari problemi”.
Sul piano progettuale degli investimenti pubblici, Dolcini dice che “la cosa che mi sconvolge, e che mi lascia esterrefatto, è che il governo non dice quali sono le priorità. Per noi le infrastrutture da realizzare urgentemente devono essere quelle di attrarre turismo, per cui centro benessere e parcheggi. Le cose devono essere fatte tutte in maniera contestuale, in un unico progetto e non senza sapere quale deve essere l’infrastruttura da realizzare prima, altrimenti sembrano le solite promesse. È molto più prioritario il polo museale di quello scolastico. Quello che ci preoccupa è la mancanza di progettualità di questo Esecutivo. In uno degli ultimi incontri Antonella Mularoni ci ha perfino detto di non sapere che cosa si farà una volta liberato l’edificio dove adesso c’è la Scuola secondaria superiore. O questo governo nasconde qualcosa o non ha un vero progetto in mano”, conclude Dolcini.
In risposta ai dubbi sollevati dalle Associazioni di categoria è intervenuto il segretario di Stato al Turismo, Teodoro Lonfernini, il quale afferma che “le loro critiche sono legittime, tutto è legittimo, anche che il governo prenda una direzione e delle scelte concrete. Dei nuovi investitori vanno valutai i loro progetti e non voglio pensare che il Paese non sia in grado di pensare oggettivamente e che non sia in grado di accoglierli. Non voglio pensare che in questi anni il Paese abbia generato anticorpi tali da non essere in grado di fare entrare nessun tipo di investimento e questo sarebbe molto pericoloso.
Oggi siamo e dobbiamo essere nelle condizioni di cogliere nuovi insediamenti economici e capitali a San Marino l’importante è che le regole del gioco siano certe e trasparenti. Anche 10 o 20 anni fa ogni qualvolta si prospettava un nuovo scenario accadeva la stessa identica cosa. Quando si prendono decisioni importanti come queste c’è sempre qualcuno che si ribella. Sta di fatto che dobbiamo fare delle scelte, il Paese deve guardare oltre e non può rimanere ostaggio della contrarietà di qualcuno, non dobbiamo avere paura.
Inoltre – sottolinea – tutti sono stati resi partecipi del progetto del polo del lusso e hanno potuto rendersi conto di che cosa stiamo parlando, ma al di là delle singole posizioni, io voglio vedere l’insediamento economico e valutarlo come tale”. Riguardo al piano pluriennale 2015-2017, Lonfernini evidenzia che “le prime infrastrutture ad essere realizzate saranno in centro storico. Il progetto nasce dal piano strategico del settore turistico approvato in Consiglio nel 2013.
La priorità è il centro storico. Le nostre priorità sono l’area della cava degli Umbri e la cava antica poi i parcheggi, messi in correlazione con le attività alberghiere esistenti. Vogliamo far lavorare le strutture esistenti e poi vedremo con il tempo se non saran- no sufficienti quelle attuali allora penseremo a una nuova struttura alberghiera. Vogliamo dare vita a un vero turismo di sosta e migliorare la qualità dell’offerta”.
Infine, Lonfernini sottolinea un aspetto che ritiene di vitale importanza: “Siamo aperti al dialogo e al confronto, ma se ognuno difende il proprio orticello non si va avanti e il governo – conclude – ha il dovere e il diritto di fare delle scelte”.
Francesco De Luigi, La Tribuna