San Marino. San Marino Innovation? Come una “Ferrari” senza benzina e con le gomme bucate!

Enrico Lazzari

San Marino Innovation? …Una titanica “Ferrari” sammarinese! Ma tenuta ferma nel garage! Potremmo riassumere in queste poche parole la storia e la situazione di una delle realtà più strategiche, ben ideate e funzionali allo sviluppo economico della Repubblica di San Marino.

Addirittura, in taluni casi, potrebbe sembrare che alla stessa “Ferrari”, chi era incaricato di lucidarla, si sia divertito a squartarle le gomme… Una su tutte le vicenda RBB-Myntlayer, che seguii con estrema attenzione negli anni scorsi (leggi qui) e che sfociò addirittura in una vertenza penale suscitata dall’invio di una “notizia di reato” da parte di San Marino Innovation in cui si “denunciava” una infedeltà patrimoniale ed altri reati a carico del fondatore della stessa RBB, Enrico Rubboli, e chiusa, nel giugno scorso, con l’accertamento dell’infondatezza di ogni accusa presentata…

Ora, un nuovo capitolo: la denuncia penale ufficializzata ieri dalla stessa RBB nei confronti del Presidente Lorenzo Spadoni (leggi qui)… Ma può, una società -di proprietà dell’Ecc.ma Camera- che ha nelle sue finalità quelle di favorire l’insediamento e la creazione in Repubblica di nuove realtà economiche nel settore dell’alta tecnologia e dell’innovazione produrre una sorta di denuncia infondata (riconosciuta tale dal Tribunale) nei confronti di una di queste società che scelgono il Titano come sede per la loro attività?

Ciò, mi riporta alla mente le parole di un amico italiano su San Marino: “E’ un sistema quanto mai ‘friendly’ con gli amici degli amici, ma che può diventare facilmente ostile verso chi questi amici di amici non li ha…”. Una considerazione che può essere riportata anche nella descrizione della San Marino Innovation di oggi? Non saprei… Ma il sospetto mi balenava nella mente già ai tempi in cui seguii con attenzione la vicenda di Mintlayer, bloccata nella sua operatività dalle decisioni o “non decisioni” -motivate o meno non sta a me a sentenziarlo- di competenza della sammarinese Smi sotto la guida del Presidente di nomina retina, tuttora in carica con l’intero Cda dell’epoca e nonostante il tentativo di sostituzione del Presidente attuato dalla maggioranza verso la fine della legislatura con l’indicazione di Gian Angelo Geminiani, a quanto risulta mai poi insediato.

Non sono qui, comunque, a commentare la denuncia, sulla quale sarà il Tribunale a sentenziare, anche se alcuni passaggi del comunicato stampa di RBB-Lab appaiono eloquenti, al pari di altri quattro procedimenti legali in ambito amministrativo aperti dalla società privata e che pendono su SMI, per descrivere il clima creatosi fra l’Ente di proprietà dell’Ecc.ma Camera e una delle importanti realtà tecnologiche salite sul Titano: “Ci auguriamo -ha dichiarato l’AD Enrico Rubboli- che per evitare un danno reputazionale al Paese, Lorenzo Spadoni rassegni immediatamente le dimissioni”.

E non lo dice un AD qualunque. Lo dice il vertice della società che fu fondata nel 2019 con un capitale di appena 1.000 euro e che oggi -nonostante SMI, mi vien da aggiungere (ed è un parere personale)- dopo appena quattro anni di attività ha presentato un bilancio 2023 che evidenzia un fatturato di 16 milioni di euro.

Ma torniamo al tema cardine, ovvero le enormi potenzialità, non sfruttate, di San Marino Innovation per lo sviluppo economico del Titano. Una tematica che l’attuale governo, ormai privo della “zavorra” Rete che a fine legislatura blindò la governance guidata dal Presidente Spadoni di designazione retina, ha il dovere urgente di affrontare. Quella “Ferrari” parcheggiata è ora che inizi a rombare! E a solcare le strade del Mondo per presentare le peculiarità, le enormi opportunità che San Marino può offrire a quelle realtà che puntano sull’innovazione tecnologica e ricercano un sistema ben normato, burocraticamente snello e, quindi, fatto su loro misura.

Certo, sotto la guida Spadoni SMI è cresciuta… Ma come no crescere se si parte pressoché da zero?

Ciò non significa che il non aver sfruttato le enormi potenzialità di San Marino Innovation sia esclusivamente responsabilità del Cda. Le colpe della politica sono senza dubbio altrettante, prima fra tutte il non aver compreso che San Marino Innovation ha naturalmente un ruolo cardine in ogni progetto di sviluppo economico e non è -come sono considerati altri Enti- un “poltronificio” dove piazzare amici e amici degli amici, a prescindere dalle loro competenze specifiche.

SMI, infatti, oltre ad essere un ente quanto mai strategico è, al tempo stesso, visto il suo doppio ruolo di ente vigilante e ente promotore, è quanto mai complesso. Una peculiarità che, per sfruttarne appieno i potenziali, richiede, nella sua guida, doppie competenze che spazino dal giuridico (prefetta conoscenza delle regole del diritto) alle nuove tecnologie. E ciò non basta, perchè la base di ogni promozione è la capacità di instaurare e coltivare rapporti.

Non ci si può improvvisare dirigenti di San Marino Innovation. Come non ci si può improvvisare piloti della Scuderia Ferrari di Formula Uno.

La ribalta attuale di San Marino Innovation sulle cronache giudiziarie è l’occasione, per il governo, per ridefinire totalmente l’Ente di sviluppo e dotarlo di competenze e professionalità adeguate a permettere al Titano di sfruttare i “millemila” cavalli vapore di una fuoriserie oggi parcheggiata, con le gomme squartate, in un polveroso garage!

Enrico Lazzari