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  • San Marino. Sanità, dopo i tre milioni del robot, si spenderanno 20 milioni per la radioterapia… Se Ciavatta e Bevere iniziassero con qualche “cento euro” per “riparare” il centralino? … di Enrico Lazzari

    Nel momento in cui dovessimo riuscire con la chirurgia robotica e con altri investimenti in programma ad azzerare questa mobilità passiva, ecco che avremmo un risparmio di 7 milioni all’anno”. Parola di Roberto Ciavatta, Segretario di Stato alla Sanità.

    A quella stessa sanità dove -parola di Libera- “da due anni e mezzo a questa parte l’incapacità e i piagnistei del Segretario di Stato hanno prevalso rispetto la qualità del servizio”.

    Una sintesi forse ingenerosa fatta da chi, in una comunicazione propagandistica di bottega, esaspera la situazione in ricerca di consenso. Ma, si ricordi, perchè questo tipo di “propaganda” possa avere effetto è indispensabile una forte insoddisfazione della base, della cittadinanza. E, oggi più che mai, questa insoddisfazione nell’utenza -ad esempio costretta a interminabili e talvolta vane attese al centralino- è palpabile e verrà “pagata” pesantemente nelle urne soprattutto da Rete.

    Ma non stiamo a rimarcare, lo abbiamo ormai ripetuto inutilmente all’esasperazione, la pessima gestione politica del Segretario Ciavatta o del Direttore generale Iss Francesco Bevere, “atterrato” sul Titano nonostante le non esaltanti esperienze gestionali nella sanità italiana.

    Ogni critica, ogni appello cade regolarmente nel vuoto e non riesce a “scollare” nessun sedere dalla comoda poltrona.
    Comoda e, vien da aggiungere alla luce dei prossimi investimenti milionari che l’Iss di Bevere si appresterebbe a fare, ricca!

    Infatti, mentre il Paese arranca, mentre le casse pubbliche “piangono miseria”, mentre i redditi dei cittadini sono erosi da una inflazione che sembra destinata a toccare la doppia cifra, mentre il trend di crescita dei costi energetici fa temere un inverno al freddo, l’Iss sembra avere un gruzzolo importante da investire in innovazione.

    Pensa ad un robot chirurgico da 3 milioni di euro (“che ne farà risparmiare sette” all’anno – non vedo l’ora di vedere, calcolatrice alla mano, questo risparmio) ma non riesce a far funzionare efficacemente un centralino da qualche centinaio di euro… Ovviamente, è una metafora, visto che il problema del “centralino” non è tecnico ma organizzativo.

    Ma, secondo quanto si raccoglie nei corridoi dell’Iss e del Palazzo, questi tre milioni sarebbero nulla in confronto ad altri investimenti “in cantiere” in ambito sanitario. Voci non confermate chiaramente e nettamente, ma che trovano riscontro in dichiarazioni ufficiali dello stesso Segretario Ciavatta che nei giorni scorsi, ai microfoni di Rtv, ha chiaramente parlato di “altri investimenti in programma” oltre al robot chirurgico.

    E, purtroppo, non si riferiva a qualche “cento euro” per migliorare il centralino, come si evince dalle cronache della tavola rotonda “Tra presente e futuro della chirurgia robotica” dove il Dg Bevere “ha annunciato un nuovo appuntamento scientifico” durante il quale saranno approfonditi “gli aspetti della chirurgia robotica, allargando l’ambito di discussione alla radioterapia”.

    Già, alla radioterapia. E sarebbe -nonostante gli “indizi” di fonte autorevole e diretta che avvalorano la voce è doveroso usare il condizionale- proprio l’installazione di un innovativo centro di radioterapia uno degli “altri investimenti in programma” perseguiti da Bevere e Ciavatta.

    Un investimento da ben 20 milioni di euro! Quasi sette volte maggiore rispetto il robot chirurgico che -per il costo- sta trovando critiche anche accese a destra e manca nel Paese.

    Ma, se è incontestabile che -al pari del robot chirurgico- ogni servizio in più fornito all’utenza migliorerebbe la qualità del servizio, dobbiamo chiederci, specie oggi in tempi di “magra”, se sarebbe un buon investimento allestire sul Titano un centro così costoso visto che di questi centri, più o meno moderni e innovativi, ne esistono ben 16 in Emilia Romagna e quattro nelle vicine Marche, che possono servire, come stano facendo, presumo, ora, l’utenza sammarinese, pur con un disagio dettato dalla trasferta di qualche chilometro.

    Ma, soprattutto, vien da chiedersi, perchè si guarda ad investimenti da decine di milioni e non si trovano alcune “centinaia di euro” per far funzionare un centralino?

    Enrico Lazzari