San Marino. Sanità: il Covid ha cambiato tutto, tranne le strumentalizzazioni politiche … di Alberto Forcellini

Per alcuni Consiglieri è diventata “la Cotte”. Talmente invasati nel voler gettare fango sulla sanità, hanno perfino dimenticato il nome esatto: COT, Centrale Operativa Territoriale. Perché storpiarlo?

C’è un dibattito politico talmente degradato, squallido e strumentale, che a volte viene davvero voglia di spegnere tutto e dedicarsi ad altro. Soprattutto quando dai banchi di opposizione si decide di prendere di mira un settore, un personaggio, un progetto e poi si va tutti i giorni sui giornali a stracciarsi le vesti gridando allo sfascio, senza tenere in minimo conto la realtà oggettiva.

In tre anni, l’Ospedale e l’intero sistema sanitario hanno saputo dare risposte impensabili a sfide impreviste e di grandissimo impatto. Gestire oltre 1800 positivi in contemporanea in mezzo ad una psicosi collettiva di proporzioni gigantesche, non è cosa da poco. Risolvere il problema dei vaccini, dei green pass, delle chiusure mentre c’era gente in politica e perfino nelle istituzioni che non ne voleva sapere e che era disposta a sacrificare la salute collettiva sull’altare dei propri convincimenti personali. Ovviamente, problemi ce ne sono stati e sicuramente ci si sarebbe aspettati di più dalla direzione sanitaria, ma è abbastanza inutile recriminare adesso. Il risultato complessivo è stato talmente qualitativo che, per decisione dell’OMS, San Marino ospiterà il 14° Global summit dei Comitati Nazionali di Etica e Bioetica poiché ha superato gli altri paesi contendenti sulla base del lavoro svolto durante la pandemia.

Non solo, ma durante un’emergenza storicamente mai vista, l’ISS ha introdotto la digitalizzazione di numerosi servizi: dalla ricettazione, alle prenotazioni, al fascicolo sanitario elettronico. C’è perfino la possibilità di ricevere i documenti sanitari in inglese, per chi lavora o studia all’estero. Cosa che dovrebbe fare anche il tribunale, il più presto possibile visto che comunque presto saremo associati alla UE.

Mentre succedeva tutto questo, si è proceduto ad avviare l’audit per scoprire, verificare, analizzare le criticità degli ultimi 20 / 30 anni, che hanno frenato se non addirittura impedito lo sviluppo e la crescita del sistema sanitario, oltre che maturato perdite economiche enormi. Criticità causate da menefreghismo, incompetenza, vagabondaggio, interessi personali o di partito, scarsissimo interesse per il bene collettivo e per lo Stato. Sono cose che non piacciono e che scatenano le più cruente battaglie politiche.

Ciò nonostante è stata messa mano al progetto per la costruzione di un nuovo ospedale, che è necessario, improrogabile, visti i costi di gestione attuali e le criticità strutturali di un edificio che ha compiuto 40 anni. Apriti cielo, spalancati terra. Invece di contribuire ad individuare il migliore percorso per arrivare ad un obiettivo che interessa tutti in maniera prioritaria, si è andati a scovare qualsiasi possibile obiezione per frenare il progetto. Che avrà tempi lunghi e ovviamente troverà molti ostacoli: dal reperimento delle risorse alle difficoltà di tipo tecnico, amministrativo, tecnologico.

Un altro degli aspetti per niente considerato sono stati i risultati economici finanziari ottenuti durante questa gestione. Lo stesso direttore sanitario ha ufficializzato la riduzione del debito per 62 milioni, il che ha comportato una maggior stabilità patrimoniale e conseguente beneficio per la liquidità, che ad agosto ammontava a 20 milioni. Insomma c’è margine di manovra e di progettualità. Altri risultati sono attesi dall’entrata in vigore della riforma previdenziale, anche se in maniera progressiva, e dall’entrata a regime delle nuove strumentazioni, come il robot e la nuova TAC. Dispositivi di ultima generazione, in grado di attrarre utenza pagante da fuori territorio.

Ma tutto questo non viene considerato da certa politica. E neanche dal sindacato. Si punta il dito sulla “Cotte”, che una risposta importante comunque l’ha data. Non certamente a chi non ha pazienza di attendere al telefono. Il sammarinese non deve attendere neanche cinque minuti, è stato detto in Consiglio. È un messaggio negativo, destabilizzante, addirittura sovversivo, che alimenta una concezione del diritto diventato privilegio. Bisognerebbe investire molto di più in “cultura sanitaria”, soprattutto in questo periodo in cui i problemi sono destinati a crescere. Mancano i medici in tutti i settori, oltre al personale sanitario. L’intero sistema sanitario italiano sta soffrendo di criticità mai viste finora. È di ieri la notizia che nel riminese sono venuti a meno negli ultimi tre anni, ben 214 medici. Facile dire: vogliamo tornare al medico di base. Fa subito presa sulla gente. Ma quel tipo di medicina sta scomparendo, sta cambiando tutto e presto tutti noi avremo a che fare con la telemedicina. Ma chi glielo dice a quelli della “Cotte”?

a/f