È un congedo che ha il sapore amaro della rinuncia e che, inevitabilmente, riaccende le polveri sulla gestione della sanità pubblica sammarinese. Gianluca Camillieri, stimato ortopedico in forze all’Ospedale di Stato, ha salutato il Titano. Lo ha fatto non con un comunicato ufficiale, ma con un post affidato ai social network, scritto a margine di una cena di commiato tenutasi lunedì scorso, 22 dicembre, presso il ristorante “Il Ritrovo dei Lavoratori”. Una serata tra colleghi e amici che sancisce, di fatto, la fine di un rapporto professionale e l’inizio di una nuova polemica sulla capacità dell’ISS di trattenere le eccellenze mediche.
“Bellissima serata, eccellente cena con i colleghi dell’Ospedale del reparto, sala operatoria, ambulatorio e tanti altri amici“, scrive Camillieri, accompagnando le parole a una foto che lo ritrae sorridente. Ma è tra le righe dei ringraziamenti che emerge il nodo della questione. Il medico parla di un ultimo anno “abbastanza difficile” e si affida ai versi di Lorenzo il Magnifico per descrivere la sua situazione: “Chi vuol esser lieto, sia, del doman non c’è certezza“. Una citazione colta per sottolineare una precarietà non più sostenibile. Nel suo lungo elenco di saluti, Camillieri cita colleghi diventati “persone di famiglia” come Simone Grana e Sergio Rabini, ma ricorda anche chi se ne è già andato, come Fabrizio Campi, definito “best shoulder surgeon ever” (miglior chirurgo della spalla di sempre), a testimonianza di un’emorragia di professionisti che sembra non arrestarsi.
La notizia, rimbalzata rapidamente sul gruppo Facebook “San Marino Risponde”, ha scatenato una vera e propria sollevazione popolare. A dare fuoco alle polveri è stato un post del cittadino Luca Giordani, che senza mezzi termini ha denunciato: “Mi è giunta voce più che sicura che il Dott. Gianluca Camillieri (…) molto probabilmente andrà via perché le condizioni contrattuali sono assolutamente incompatibili con la sua professionalità”. Giordani punta il dito contro il “sistema che deve cambiare”, sottolineando come non sia “la prima volta che succede di perdere figure valide solo per risparmiare”.
La reazione dei sammarinesi è stata immediata e corale, trasformando la bacheca virtuale in un atto d’accusa contro la politica sanitaria del Governo. Centinaia i commenti di stima per il medico (“Competenza, gentilezza e una presa in carico multidisciplinare”, scrive un utente), che lasciano presto spazio all’indignazione per le logiche di bilancio. “Si risparmia sulla salute e si spende in cose futili”, si legge in uno dei commenti più apprezzati, mentre un altro utente rincara la dose parlando di “omicidio di Stato” in riferimento a un presunto “taglio netto del 10% sulle convenzioni”.
Il timore diffuso è che l’addio di Camillieri sia solo l’ultimo capitolo di un impoverimento strutturale dell’offerta sanitaria. “Andranno via tutti i consulenti, non solo Campi e Camillieri purtroppo“, prevede cupamente un cittadino, mentre altri sollevano dubbi sull’utilità di nuove infrastrutture se mancano i contenuti umani: “Ben presto non ci servirà un nuovo ospedale. Che ci mettiamo dentro?“.
Tra le voci di protesta, emerge anche chi prova a fare i conti in tasca all’amministrazione, citando cifre – seppur non confermate ufficialmente – che parlerebbero di retribuzioni non adeguate al livello di specializzazione richiesto. Ma al di là dei numeri, è la percezione di un sistema che “disincentiva chi lavora” a preoccupare la cittadinanza. “Quando c’è un medico che vale, noi ce lo lasciamo scappare“, sintetizza amaramente una commentatrice.
Mentre la politica discute di riforme e nuovi progetti, la realtà percepita dai cittadini è quella di un ospedale che perde i suoi pezzi migliori. L’addio di Camillieri, consumatosi tra un brindisi e un post su Facebook, diventa così l’ennesimo campanello d’allarme per una sanità che, agli occhi dei sammarinesi, rischia di perdere la sua risorsa più preziosa: la fiducia dei pazienti. Come chiosa rassegnato un utente: “A chi comanda non interessa, perché loro vanno a farsi curare sicuramente fuori territorio“.













