San Marino. Sanità: le risposte ci sono e sono importanti. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire … di Alberto Forcellini

L’opposizione ha il dovere politico e istituzionale di controllare l’operato della maggioranza, intervenire laddove ravvisi delle criticità ed eventualmente di fare delle proposte alternative. Non ha il dovere di denigrare lo Stato e la sua immagine, di gettare discredito verso gli apparati di sistema solo per finalità strumentali, né di creare psicosi nella popolazione.

Purtroppo sono comportamenti a cui assistiamo senza soluzione di continuità sin dall’inizio della legislatura, quando è scoppiato il Covid, cioè in piena emergenza sanitaria, alla quale governo e maggioranza hanno opposto ogni massimo sforzo per contrastare la malattia (quantunque l’ospedale non fosse attrezzato), per contenere i contagi, per promuovere la prevenzione nel momento in cui sono arrivati i vaccini, per sostenere i lavoratori e il sistema economico. C’erano difficoltà oggettive, per altro comuni a tutta l’Europa. Eppure l’opposizione non mancava giorno e occasione per infiammare l’opinione pubblica accampando l’incapacità del governo a fronteggiare un’emergenza mondiale.

Peggio, indirizzando attacchi personali che miravano a delegittimare i responsabili politici e amministrativi del comparto sanitario. E lo chiamavano senso di responsabilità. Per altro accampato da chi?

Gli stessi che nella precedente legislatura avevano addirittura trasferito la segreteria Sanità in centro storico, spostandola dalla sua sede storica presso l’ospedale. Un gesto altamente simbolico della totale mancanza di sensibilità ed empatia verso le problematiche sanitarie. Lo si è visto benissimo quando scoppiò il problema delle badanti e del lavoro nero in ospedale. L’allora responsabile politico (area Libera) liquidò la questione affermando che c’erano leggi e regolamenti e quindi andava bene così.

Ma le badanti, a cui è stata data una soluzione in questa legislatura, erano solo uno dei problemi lasciati incancrenire per anni e quando ci si è messa mano, per individuare le soluzioni, portare progressi e innovazione, si è cominciato ad urlare allo sfascio. La ripetitività vuota di questo slogan ha creato nuovi problemi in termini di rapporto con i professionisti che lavorano dentro l’ISS, per l’immagine esterna, ma anche perché si è instillato continuamente un senso di sfiducia nelle persone. Le quali poi si rivolgono al sistema, al proprio medico, all’infermiere, in modo sbagliato. La gente ha una percezione della sanità assolutamente soggettiva: basta un niente per alimentare lo scontento, mentre le centinaia e centinaia di cittadini seguiti, ascoltati, curati, ovviamente non fanno notizia.

Come non fa notizia neppure l’audizione dei vertici ISS in commissione sanità. Chi avesse avuto l’opportunità di ascoltare la diretta radio o avesse letto il puntuale rapporto dell’Agenzia Dire, ha potuto rendersi conto di come siano state date tutte le risposte alle domande della politica e della gente, di quanti nuovi progetti siano stati avviati e quanti ce ne siano in corso d’opera e degli ambiziosi obiettivi di politica sanitaria. Ma non c’è peggiori sordo di chi non vuol sentire. Oppure di chi ha probabilmente altri obiettivi, tra cui far saltare l’attuale Segretario alla Sanità e con esso la maggioranza. Oppure, indirizzare la gente verso la sanità privata, visto che quella pubblica, a dire dell’opposizione, non funziona. Magari per qualche interesse personale.

La combinazione dell’aggressività e dell’evidente strumentalizzazione ne fanno dei veri e propri automi: la loro azione è un tentativo continuo di esegesi al fine di discreditare l’azione della maggioranza e dei suoi rappresentanti con il solo scopo di evidenziarne errori e “misfatti” ma senza proporre soluzioni, alternative e nuovi modelli organizzativi nell’interesse della collettività.

Costoro urlano e sbraitano, con una produzione scritta e orale mastodontica e articolata, chiedendo rinnovamento. Ma sono loro stessi che, per primi, cambiano casacca, cambiano il nome del partito, e cambiano alleati in continuazione, fino a rimanere soli perché nessuno è alla loro altezza. Ignari: non capiscono che i primi a dover lasciare spazio, sono proprio loro, non più funzionali a un discorso di crescita e partecipazione democratica. A volte un passo indietro da parte di chi non ha più nulla di concreto e positivo da dare al Paese e allo Stato, può essere molto più proficuo, piuttosto che proseguire continue litanie fatte solo di veleno e chiacchiere inconcludenti.

a/f