San Marino non ha dimenticato le staminali. E lavora per allinearsi alle normative europee e internazionali con lo scopo, eventualmente, di intraprendere un percorso autonomo di ricerca. Intanto prosegue il “progetto ambizioso” di aprire sul Titano una sede dell’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) per i piccoli Stati. Il segretario di Stato competente, Francesco Mussoni, ne ha parlato oggi in congresso di Stato mentre domani sara’ a Venezia, proprio nella sede Oms, per “proseguire il progetto che chiede molte risorse e supporti. Sono dunque prudente”, sottolinea alla stampa durante il tradizionale appuntamento che segue la riunione dell’esecutivo.
Comunque il Titano ci crede e anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, durante la visita ufficiale dei giorni scorsi sulla Rupe, “ha menzionato il nostro ruolo all’interno dell’Oms”. Appena tornato da Venezia Mussoni non disfarra’ le valigie, ma prendera’ l’aereo, direzione Bruxelles, dove martedi’ prossimo, 9 aprile, avra’ un incontro con i funzionari della Commissione europea per “affrontare le diverse problematiche e collaborazioni” sul piatto.
Il Titano, spiega Mussoni, punta a una “visione della sanita’ transnazionale, che recepisca le normative europee”. Per questo “sulle staminali occorre essere piu’ prudenti del re. Prima di potere addentrarsi lungo certi percorsi occorre essere in regola con i diversi protocolli”. Dunque all’incontro di Bruxelles Mussoni portera’ “una serie di regolamenti che creino le precondizioni per l’apertura o chiusura a certe sperimentazioni”. Alcune ricerche sono inutili senza fondamento normativo per cui “prima occorre disciplinare la situazione in generale e poi, in caso, assecondare iniziative singole in un percorso di regole riconosciute”. Questo il metodo Mussoni, anche per un capitolo, quello delle staminali, “articolato, che va affrontato in modo serio e regolamentato. Ora non ci sono le condizioni”. Il titolare della Sanita’ ha inoltre illustrato in congresso di Stato le “linee generali di disciplina della libera professione nell’ambito dell’ospedale. L’organizzazione dell’attivita’- sottolinea Mussoni- non deve incidere sulla fruizione dei servizi”. Occorre dunque “regolare l’esercizio della libera professione al di fuori dell’ospedale”, per garantire entrate al settore. “La discussione e’ aperta- conclude Mussoni- e le tempistiche saranno celeri”. Dire