Se Ciavatta non ci fosse, bisognerebbe inventarlo perché altrimenti politici come Ciacci, amici suoi e giornali collegati, non saprebbero più cosa dire. Non avrebbero materia giornaliera per comunicati, interrogazioni, interventi consiliari all’insegna: cade una foglia, sanità allo sfascio.
Tutto vero, o tutto falso? Proviamo a leggere i fatti.
La medicina di base è un problema, scoppiato in maniera progressiva prima, durante e dopo l’epidemia. Si dà una prima soluzione con il COT, uno strumento operativo con infermieri professionali in grado di fare un triage immediato grazie ad una serie di domande formulate al paziente, al quale viene quindi sempre data una risposta motivata. I tempi di attesa sono tutto sommato accettabili. Prima non rispondeva nessuno. Adesso c’è la risposta e l’indicazione della modalità operativa: chi ha bisogno del medico, viene accettato subito perché negli ambulatori non c’è più la fila. Molte persone hanno apprezzato e notato la grande differenza rispetto al passato. Contentissime. Altre fanno più fatica ad adeguarsi e continuano a lamentarsi.
C’è invece un altro problema di cui nessuno parla mai, perché è politicamente scorretto: la capacità (o meglio l’incapacità) relazionale di alcuni operatori sanitari. C’è chi ha un rapporto di gentilezza e rispetto nei confronti del paziente, anche quello più noioso, e chi invece non contempla queste qualità. È un problema di ordine gestionale, a cui sono deputate specifiche figure apicali, che sono le uniche ad avere la potestà di intervenire in caso di eventuali disservizi. Ma come sappiamo, a San Marino, non si può toccare niente e nessuno, soprattutto se è un elettore.
Le consulenze folli della sanità. È una panzana, per quanto ci risulta. Tranne alcune consulenze di tipo tecnico, necessarie per portare avanti le riforme o qualche progetto, altre non ce ne sono state. L’ultima presa di mira, quella di 30 mila euro a favore della signora Conforti, non l’ha fatta la Sanità ma il governo, per un altro settore. Le delibere sono pubbliche, si può andare a vedere la firma e il relativo dicastero. Il direttore Bevere si è fatto affiancare, nella fase iniziale del suo incarico da 4 professionisti privati: 6 mila euro per ciascuno per 6 mesi di lavoro: 24 mila euro in totale.
A proposito di Bevere, vale la pena accennare al metodo da lui inaugurato riguardo all’informazione e alla condivisione delle decisioni prese dal Comitato Esecutivo grazie ad incontri periodici con tutte le forze politiche, le associazioni di categoria, i sindacati e perfino le giunte di castello. Nell’ultima riunione con le forze politiche, dove si è parlato di radioterapia, due persone hanno risposto all’invito. Due!
Quindi, il problema non è la radioterapia quanto il menefreghismo. Che però non frena chiacchiere e illazioni. Probabilmente ha ragione il direttore Severini quando descrive dentro la DC un caos che il segretario Giancarlo Venturini non riesce più a contenere. Negli anni, la presenza DC dentro la sanità è venuta costruendo un Golem, trasformatosi in un centro di potere inamovibile e indistruttibile, ma ormai prigioniero del suo immobilismo. Il problema è politico, indubbiamente, ma di pertinenza di un’altra parrocchia, ed è generatore della massima parte delle tensioni dentro l’ISS.
In relazione alla radioterapia, l’idea nasce da valutazioni sui costi della mobilità passiva, ovvero i sammarinesi che hanno necessità di cure e interventi esterni, nonché sulla necessità di incrementare i ricavi attirando utenze esterne. Se non si fa niente, si rimane al palo: stessi costi, stessi scontenti. Un progetto di investimento potrebbe risolvere questi problemi.
Bisognerebbe poter ragionare con obiettività e sulla base di competenze.
Purtroppo assistiamo ogni giorno ad una devastante mediocrità, che peraltro viene usata come strumento di battaglia politica per colpire questo o quello, senza il benché minimo interesse per obiettivi di interesse comune, cioè che mirano a fare il bene dei cittadini e migliorare il servizio sanitario pubblico. Ma forse, il problema di fondo è proprio lì: se Ciavatta porta a casa dei risultati, come si fa a mandarlo via?
In questi giorni, i contagi hanno ripreso una crescita esponenziale. C’è già chi si muove per darne la colpa a Ciavatta senza aver capito ancora cosa è successo in questi due anni, cosa si è fatto, quali differenze ha segnato il piccolo e imperfetto sistema sanitario sammarinese rispetto ai colossi esterni. Questo, nella cornice appena descritta e dopo una sequela di battaglie per cercare di fermare ogni minimo passo in avanti. Basterebbe andare a rileggere le cronache.
a/f