SAN MARINO. SANITA’ VERSO IL BARATRO. POSSIBILE RIDIMENSIONAMENTO DEI SERVIZI NEL REPARTO CARDIOLOGIA GIÀ NELLE PROSSIME SETTIMANE

Che dietro alle allarmanti notizie di questi giorni ci sia il progetto di smantellare la sanità per esternalizzare nell’area vasta? “Negli ultimi tempi– è la denuncia del consigliere del Pdcs Stefano Canti – sarebbero state aperte in Repubblica strutture che però non avrebbero ancora l’autorizzazione ad operare”

Il futuro prossimo della Sanità sammarinese è stato al centro ieri del comma comunicazioni del Consiglio Grande e Generale dove è risuonata la domanda che il Consigliere del Pdcs Stefano Canti ha fatto, ovvero se dietro alle allarmanti notizie di questi giorni ci sia il progetto di smantellare la sanità per esternalizzare nell’area vasta. “Negli ultimi tempi poi – è la denun- cia del consigliere – sarebbero state aperte in Repubblica strutture che però non avrebbero ancora l’autorizzazione ad operare”.

A dare la misura dello sfascio è la notizia di un possibile ridimensionamento dei servizi nel reparto cardiologia già nelle prossime settimane se non si interverrà.

D’effetto anche l’affondo del Consigliere Mariella Mularoni del Pdcs. “Assistiamo ormai da mesi ad un allarmante esodo di professionisti dal nostro Ospedale, medici che vanno via in cerca di trattamenti migliori perché dalla politica non sono arrivate soluzioni chiare e concrete per continuare ad operare sul nostro territorio, in merito soprattutto al rapporto di lavoro. Sono tanti i fattori che hanno scatenato questa emorragia che sta portando all’implosione dell’ISS : il precariato, l’esercizio della libera professione, l’impossibilità di svolgere l’attività lavorativa anche ai pensionati senza revoca della pensione, le disparità retributive e normative nell’offerta delle diverse tipologie di lavoro che penalizza chi esercita un lavoro a tempo pieno, la valorizzazione del ruolo, del merito, certezze sulla gestione dei riposi e dei turni, sono queste le problematiche a cui la politica è tenuta a dare delle risposte.

Questi sono purtroppo i risultati anche del referendum sul tetto degli stipendi ed il Decreto Delegato n.45 del 30 aprile 2018 completerà l’opera di allontanamento dei più competenti e ci dovremo accontentare di pensionati italiani, demotivati, ingaggiati a suon di convenzioni da 10-12 mila euro al mese, con contratti mordi e fuggi che non portano nulla di buono all’ISS, se non un costo altissimo e che denotano la mancanza di una progettualità e l’incapacità di chi dirige.

Si insegue quotidianamente l’emergenza legata alla fuga dei medici e le scelte effettuate confermano l’assenza di un progetto sanitario e politico capace di invertire il declino in atto. Manca ad oggi una programmazione sanitaria in grado di invertire il declino.

Il Dottor Gualtieri ha detto in una intervista che il 18 giugno prossimo sarà portato all’approvazione il Piano del Budget.

Uno strumento essenziale che sta alla base di una politica sanitaria seria, che definisce gli obiettivi da percorrere ma deve essere fissato all’inizio dell’anno e non a giugno quando ormai gli investimenti dovrebbero essere già partiti.

Le uniche soluzioni avanzate dalla Segreteria di Stato e dal Comitato Esecutivo sembrano essere le convenzioni assai esose per l’Istituto ed a tariffe spropositate superiori ai medici in organico e l’emissione dei Bandi internazionali per l’assunzione di personale come previsto dal Decreto n.26 del 12 marzo 2018.

I bandi internazionali non sono una risposta alle carenze di organico, in quanto limitano l’autonomia dell’ISS di scegliersi i propri professionisti!

Un bravo professionista non lo farà mai! Stabilizziamo prima i medici che già operano nell’Ospedale ed assicuriamo loro un rapporto di lavoro continuativo prima che cerchino altre soluzioni professionali, una stabilizzazione che ci dia la garanzia di una continuità di servizi e le reperibilità. Non vogliamo arrivare alla chiusura di servizi o reparti e favorire strutture dell’area vasta dell’Emilia Romagna che potranno beneficiare delle entrate per le prestazioni ai nostri cittadini, anziché investire nelle nostre risorse.

Combatteremo anche qualsiasi tentativo del Governo di voler trasferire servizi essenziali erogati oggi dall’ISS presso strutture private sorte di recente in Repubblica, perché il pubblico non è in grado di dare risposte alle esigenze della cittadinanza e faremo di tutto affinché le criticità che stanno avanzando non compromettano la sopravvivenza dell’Istituto a discapito di tutti i sammarinesi e della quantità e qualità dei servizi”. La RepubblicaSM