San Marino. Santi (Rete): “Hanno creduto a chi ci stava derubando”

A differenza della precedente maggioranza che con i risultati elettorali aveva un rapporto ben labile, quella attuale ha una robusta legittimazione elettorale. Non si può dunque più prescindere dalla volontà degli elettori, anzi da quella di tutta la cittadinanza che chiedeva e chiede che venga fatta luce sulle responsabilità del recente passato che ha messo il Paese con le spalle al muro rendendo inevitabile la strada dell’indebitamento. Ne ha parlato nel suo intervento in Consiglio Grande e Generale il consigliere di Rete Emanuele Santi che se da un lato ha spiegato perché la scelta dell’indebitamento è obbligata, dall’altro ha nuovamente acceso i riflettori sull’ex Cis, ‘banca su cui continuano ad aleggiare molte ombre’. Come prima cosa Santi ha snocciolato numeri da brividi.
“Abbiamo ereditato una situazione pesante – ha esordito il consigliere – Avevamo un debito ufficiale di 369 milioni completamente gestito da fonti di finanziamento interno a cui dobbiamo aggiungere l’impegno dello Stato a ripianare le perdite di Carisp dovute al bilancio del 2016, i famosi 534 milioni spalmati in 25 anni di cui attualmente rimangono 445 milioni, ci sono ulteriori 300milioni di credito di imposta concesso alle banche per puntellarne i bilanci in occasione dell’ assorbimento di quegli istituti andati in difficoltà, infine c’è da aggiungere ancora la garanzia prestata dallo Stato a fronte della procedura di risoluzione di banca Cis per salvare tutti i depositi dei correntisti. Si vocifera di una voragine di qualche centinaia di milioni di euro. Dati alla mano, facciamo presto a conteggiare un debito reale contratto ma in gran parte sottaciuto di oltre un miliardo di euro, per la precisione un miliardo e 400milioni di euro. A ciò va aggiunto un bilancio dello Stato in deficit strutturale di 30 milioni, Cassa di risparmio che chiude con 18 milioni di perdita strutturale ogni anno, abbiamo ereditato uno sbilancio dei fondi pensioni di oltre 26 milioni di euro, Iss perde più di 87 milioni l’anno, i 71 milioni che ogni anno lo Stato versa non bastano. I dati sono impietosi e fotografano la realtà”. Sebbene di questo Rete non abbia colpa, ha subito dopo sottolineato Santi: “Bisogna prendere provvedimenti, il buco non lo abbiamo creato noi ma non ci sottraiamo dalla responsabilità di trovare soluzioni. Sorrido amaramente rispetto alle dichiarazioni di esponenti di minoranza fino a ieri al governo che ci accusano di dare il via libera all’indebitamento, tale scelta è stata presa nel momento in cui si sono svenduti gli Npl e con l’approvazione del bilancio di Carisp da meno 534 milioni. Noi all’epoca abbiamo fatto una battaglia avvertendo che si trattava di una scelta dalle conseguenze irreversibili”. “Avete regalato i crediti sanitari di Delta – ha proseguito Santi riandando con la mente ad un recente passato – che non erano npl ma generavano un interesse dell’8% l’anno, avete creduto alle relazioni scritte dai complici degli avvoltoi della finanza, dove si sono paventati costi di recupero per gli npl per oltre il 50% del loro valore, io mi chiedo come si fa a credere che si possano spendere 30milioni per gestire il recupero di 60 milioni. Avete creduto a chi ci stava derubando. Con la vendita degli npl si è persa l’occasione di gestire internamente quei crediti e di creare posti di lavoro. Dal 2017 a causa della perdita di fiducia nel sistema è uscito da San Marino oltre un miliardo di liquidità”. Delta, ha riflettuto Santi, non è una partita del tutto chiusa. “Abbiamo ancora in corso il processo che ci vede protagonisti a Bologna, se vinciamo possiamo essere rimborsati di una sanzione di 60milioni, è inaccettabile che gli avvocati che stavano vincendo siano stati sostituiti dal precedente governo, gli avvocati nominati fanno scena muta compromettendo il risultato e mancando di tutelare il nostro Stato”. Santi ha infine ampliato il raggio proponendo una riflessione anche su Bns, considerato che l’art. 2 della variazione al bilancio contempla l’acquisto delle azioni della banca al valore nominale dopo che sarà emesso il decreto sulla nuova mission. “Su Bns – è stato il monito di Santi – al di là dell’acquisto delle azioni va fatta molta chiarezza, sono state fatte le azioni di responsabilità verso chi ha malgestito la banca? Bisogna capire a quanto ammonta il buco e vanno cercati i responsabili, c’è chi ha concesso crediti allegramente e chi non sta pagando i debiti. Banca centrale ha controllato? Sono state fatte bene le svalutazioni? E come mai questa banca ancora oggi perde diverse centinaia di migliaia di euro tutti i mesi”? Domande le cui risposte tardano ad arrivare mentre i cittadini si preparano già a pagare il solito conto, solo più salato.

Repubblica Sm