I cittadini di questo paese si dividono in due categorie: quelli che vivono di politica seguendo le peripezie dei personaggi politici per restare sempre a galla, i rocamboleschi cambi di rotta di questo o quello da un partito all’altro, il nascere di movimenti e partiti che periodicamente crescono come i funghi , le notizie dei nostri organi d’informazione, prendendole spesso come oro colato, e quelli invece che se ne “fregano” altamente di tutto ciò dovendo convivere quotidianamente con le difficoltà economiche che improvvisamente gli sono cadute fra capo e collo dopo aver perso il lavoro o perché non riescono a trovarlo.
Ed è proprio questa seconda categoria di sammarinesi che è indignata per ciò che è accaduto in questi ultimi decenni , una fase questa che forse sarà ricordata come una delle peggiori della nostra storia, per l’incapacità di tutta una classe politica nell’affrontare il cataclisma di una crisi, morale, economica, sociale che si è abbattuto sulla nostra Repubblica.
E proprio questa categoria è quella che maggiormente ha sognato ed auspicato la caduta di quest’ultima legislatura, nella speranza di un radicale cambiamento di rotta della politica stessa, un cambiamento che possa ridare slancio alla economia e garantire loro e alle loro famiglie un futuro migliore.
Una legislatura che alla fine di un tortuoso percorso, dopo vari tentennamenti è arrivata al capolinea con tanti mal di pancia di molti attori di seconda fascia, che forse vedono svanire la speranza di sedere ancora in CGG, non potendo sfruttare le opportunità e le facilitazioni che dava loro una legge elettorale che, grazie ad un referendum popolare, è stata cambiata e migliorata.
Una legislatura che ha visto la sua fine per le dimissioni dell’intera minoranza seguita successivamente a scaglioni da una parte della maggioranza, durante la quale se ne sono viste di tutti i colori.
Il fiore all’occhiello di questo pur breve periodo è stato decisamente la crisi del sistema bancario che ha visto un andirivieni di personaggi sponsorizzati da questa o quella Segreteria, nella speranza che potessero risanare la nostra economia e tutto il sistema finanziario.
Nonostante ciò diverse banche hanno dovuto chiudere bottega, e proprio le banche sono state per due anni l’unico leit motiv che ha catalizzato sino alla nausea tutti i Consigli con interminabili dibattiti sempre inutili, inconcludenti e ripetitivi, tanto da far temere molti per i loro risparmi e togliere la fiducia dei cittadini verso gli istituti di credito, inducendoli a fuggire dai nostri per approdare verso altri sistemi d’investimento.
Sarà la storia a scrivere anche questo periodo vissuto dalla Repubblica, come ha fatto per altri altrettanto difficili. I sammarinesi attendono ora la chiamata alle urne, stabilita per l’8 Dicembre, con la speranza che da esse esca une nuova stagione politica, che sappia anteporre il bene di San Marino a quella partitica e personale , che possa ridare fiducia verso le istituzioni e sicurezza ai risparmi dei cittadini , che ridia lustro ed ammirazione alla nostra sovranità senza dover chinare più il capo a nessuno, che valorizzi i nostri giovani sammarinesi e le nostre professionalità ,che spesso si sono dimostrate migliori dei tanti capitò chiamati come consulenti e lautamente ripagati.
Ma soprattutto ravvisano la necessità di stabilità, con la messa in campo competenze specifiche che garantiscano la possibilità di effettuare riforme concrete e aderenti alle loro necessità e che occorra esperienza politica svincolata dai poteri forti al fine di governare con cognizione di causa il Paese.
Questi sono gli ingredienti che richiedono perché si crei un governo duraturo senza improvvisazioni, all’altezza di raccogliere le macerie di un esecutivo responsabile di aver distrutto il paese per farne un percorso di rinnovamento e restaurazione.
Auguri Repubblica…ne hai tanto bisogno e chissà che sotto l’albero Babbo Natale, ai sammarinesi non faccia trovare un bel regalo?
(Paolo Forcellini)