San Marino. Sassoli critica lo Sputnik, ma deve anche dire se l’Italia è pronta a rispettare gli obblighi verso il Titano … di Alberto Forcellini

“L’uso di Sputnik? Alcune scelte andavano ponderate meglio!” Parole e musica del presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli. Il quale, di fronte alla platea del Meeting, calca la mano: “Non possiamo consentire che ai cittadini d’Europa sia dato un vaccino non riconosciuto da Ema, sarebbe incosciente.” Sassoli è prima di tutto un giornalista, conduttore televisivo, autore di libri, oltre che uomo politico, e quindi conosce molto bene il potere della comunicazione.

Ciò nonostante sferra un attacco diretto e fortissimo contro San Marino, neanche non sapesse come sono andate le cose. Neanche non sapesse che altri milioni di cittadini europei hanno usato Sputnik. Neanche non sapesse che i sammarinesi non sono cittadini europei, ma cittadini di un Paese terzo, circondato da uno Stato membro. I quali nulla possono contro questo Stato membro che non ha rispettato gli accordi sottoscritti proprio di fronte alla UE. Neanche non fosse a conoscenza di tutto il lavoro relazionale fatto in questi mesi, di quanto è stato detto e concordato durante la visita ufficiale del maggio scorso a Roma e nelle visite seguenti.

La vera domanda è: perché Sassoli ha fatto questa uscita apparentemente così irrazionale? Qual è il suo obiettivo?

Pare evidente da queste affermazioni, ma anche dal testo del decreto ministeriale, che l’Italia voglia rinegoziare lo Sputnik. Specialmente ora, a seguito delle vicende afghane. E specialmente ora che il vaccino Pfizer ha aumentato il suo costo del 30 per cento, imponendo la terza dose ai sammarinesi con questa marca.

È chiaro che l’Italia è sovrana nelle scelte dentro al suo territorio e in questo non c’è alcuna limitazione della sovranità, né dell’indipendenza sammarinese. Anche se i sammarinesi trovano difficoltà nell’assecondare le suddette scelte. In ogni caso, se davvero si vuole imporre qualcosa, l’Italia, e anche Sassoli, devono assecondare tre condizioni ben precise:

1)  Attendere le indicazioni OMS sulla terza dose di vaccino, che al momento è giudicata assolutamente inutile e ininfluente a fermare l’ondata dei contagi.

2)  Nell’eventualità, l’Italia deve inviare immediatamente sul Titano 23mila dosi di Pfizer e non nascondersi dietro a un dito, come ha fatto nel gennaio e febbraio scorsi.

3)  Allineare il green pass sammarinese a quello italiano e garantire la libera circolazione tra i due Stati, senza intoppi.

Qui non è solo questione di diplomazia, ma di valutare conseguenze nefaste, anche per l’Italia. Nel caso infatti che qualcuno volesse portare avanti posizioni intransigenti, vorrebbe dire che 6 / 7 mila frontalieri avrebbero dei problemi a venire a lavorare in un paese vaccinato Sputnik. Poi bisogna metterci dentro almeno un migliaio di studenti della nostra università, con relativi professori, aggiungervi i tantissimi professionisti che hanno rapporti quotidiani con il Titano e tutte le aziende rifornitrici di materiali, risorse alimentari, strumentazioni varie.

Sassoli, dallo stesso palcoscenico, ha affermato ancora: “Abbiamo bisogno di un pensiero all’altezza della sfida della contemporaneità.” Quindi, dovrebbe ben sapere che il green pass, verso il quale il governo italiano non è ancora riuscito a far cadere tutte le remore, è una sorta di “patente” che attesta la regolarità dell’individuo rispetto alle norme anti-Covid. Una patente per la libera circolazione. Esattamente come la patente di guida per un veicolo: se non ce l’hai, non puoi guidare una macchina, altrimenti si incorre in diversi tipi di sanzione. I cittadini esteri possono usare la loro patente seguendo alcune norme, i sammarinesi e i cittadini del Vaticano possono circolare liberamente. Allora, perché mettere limitazioni sul green pass, quando ormai è stato ampiamente accertato dalla scienza che i vaccinati Sputnik hanno una reazione anticorpale uguale, o addirittura superiore, a quella dei vaccinati con altre marche?

Siamo sempre lì, nei misteri – per altro ormai ben noti – della geopolitica e delle dinamiche commerciali europee.

Per i sammarinesi vale sempre la considerazione per cui i benefici ottenuti grazie allo Sputnik sono nettamente superiori a qualche sacrificio conseguente alla sua adozione. Se non ci sono stati più morti dallo scorso aprile, se le attività possono lavorare a pieno regime, se c’è un centro storico pieno zeppo di turisti, è grazie allo Sputnik e a chi ha lavorato con tutte le sue energie perché fosse così. Ogni altro problema di ordine bilaterale, sicuramente verrà risolto con pazienza e disponibilità al dialogo da parte dei responsabili di governo. Come sempre è stato fatto.

a/f