Riceviamo e pubblichiamo
Come la coalizione di maggioranza ci ha ricordato, è da poco passato un anno dalle elezioni. Il Governo si è affrettato a darsi i voti (ovviamente, tutti positivi): siccome però non si è mai sentito che siano gli alunni stessi a farsi la pagella, ecco una valutazione alternativa, magari non condivisa da tutti, spero satirica (l’intento è quello), ma che almeno viene dalla cittadinanza, che è l’unica che dovrebbe dare le pagelle alla politica. Via coi voti!
NICOLA RENZI: Evanescente ai limiti dell’inconsistenza, il Segretario agli Esteri ricorda sempre più lo Stregatto di “Alice nel paese delle meraviglie”: di lui si nota solo il sorriso a 32 denti nelle foto degli innumerevoli comunicati stampa emessi con frequenza da segnale orario, peraltro unica attività degna di rilievo della sua Segreteria, impegnata affannosamente a coprire di fumo una politica estera inesistente. Conferma così ancora una volta la piena sintonia con il progetto Polo del lusso, che ha fortemente voluto a San Marino: sono entrambi invisibili. Impalpabile. Voto: S.V.
GUERRINO ZANOTTI: Ineffabile come solo i più grandi fantasisti, quelli che per 89 minuti manco ti accorgevi che fossero in campo, ma poi con una giocata risolvevano la partita e ti lasciavano a bocca aperta, il buon Segretario agli Interni passa nove mesi a tentare di mimetizzarsi fra i ficus benjamina della Parva Domus prima di essere mosso da un sussulto di orgoglio incontenibile che lo porta ad apostrofare perentoriamente gli ex-correntisti Asset: “Ma perché non vi siete premuniti?”. Geniale. Voto: 6 (per la “simpatia”).
SIMONE CELLI: Cataclismico, combina più disastri di Gresko in Lazio-Inter il 5 maggio 2002. Re Mida alla rovescia, tutto ciò che tocca si disfa in poche frazioni di secondo: consulenti confinati ai domiciliari, vertici di Banca Centrale cambiati a ritmi da biancheria intima, decreti dalla vita media di un moscerino della frutta, conti correnti bloccati ormai prossimi al rigor mortis. Nel mezzo di questa Caporetto, un’unica certezza: il condono fiscale tombale per i debitori milionari. Peggio della grandine. Voto: 0.
ANDREA ZAFFERANI: Il Dr Jekyll e Mr Hyde della squadra di Governo: leone indomabile nelle savane virtuali di Facebook, gattino bagnato ogniqualvolta si deve confrontare con esseri umani in carne ed ossa. Emerge dal profondo delle sue paure per consegnare alla storia la prima legge sviluppo in grado di scontentare tutti: industriali, sindacati, flora, fauna e pure i minerali. A tempo perso dà pure una mano al collega Michelotti, piantumando il suo giardino d’Europa con una ventina di alberelli d’acciaio da 40mt che i detrattori si ostinano a chiamare antenne. Incompreso. Voto: 4.
MARCO PODESCHI: Mentre i compagni si affannano alla ricerca di risultati, lui un successo lo ha già portato a casa: il premio “Politico peggio vestito 2017” gli è stato assegnato all’unanimità. Decisiva pare essere stata la giacca di tre taglie più piccola sfoggiata alla cerimonia inaugurale dei Giochi dei piccoli stati. Il segreto dietro questo look “accorciato” sembra sia un lavaggio sbagliato dalla moglie, del quale però il Segretario all’Istruzione non si è sentito di lamentarsi. Per solidarietà con gli insegnanti, delibera l’utilizzo di un registro elettronico delle presenze anche in Segreteria: finora l’unico alunno che risulta sempre presente è un tale Ambrogio. Ambiguo. Voto: 5,5.
FRANCO SANTI: Dopo aver osservato per mesi i compagni di squadra mietere successi, onde evitare di entrare in campo quando il “campo” ormai è stato raso al suolo dal lavoro altrui, in un impeto di furore agonistico saccheggia gli archivi della Segreteria alla Sanità alla ricerca di qualsiasi pratica, progetto di legge o bozza di accordo che le Segreterie precedenti non sono riuscite a portare a termine, per metterci sopra il proprio sigillo e consegnarle ai posteri. I beninformati dicono che la prossima pietra miliare nel palmares del Segretario alla Sanità sarà la firma del Placito Feretrano. Anonimo. Voto: 5.
AUGUSTO MICHELOTTI: Per continuare la metafora interista, se Celli è il Gresko della squadra di Governo, Michelotti è Gabigol: l’acquisto che accende l’entusiasmo delle folle in estate, per poi scomparire al primo fischio d’inizio. Gli stappi di champagne di tutti gli amanti dell’ambiente quando hanno saputo che il vecchio leone di mille battaglie della Micologica avrebbe occupato la Segreteria al Territorio sono stati purtroppo in breve accompagnati dal pane azzimo di timidezze e compromessi. E mentre Zafferani gli piantuma di pali il giardino, la Cartiera ringrazia, rifiuta (di mettersi a norma) e va avanti. Deludente. Voto: 5.
L’ALLENATORE: Vero deus ex machina della situazione, se il Milan di Sacchi aveva il presidente-imprenditore, la squadra di Governo, per non essere da meno, è guidata dall’allenatore-architetto. Schiera la sua compagine con sapienti geometrie, cambiando nel tempo moduli e uomini, ma il risultato è sempre lo stesso: lui vince sempre. Una garanzia. Voto: 10.
Un lettore