Ora che il mandato reggenziale di Giacomo Simoncini è archiviato, la Magistratura faccia al più presto piena luce su ciò che che è accaduto -e se è accaduto- qualche settimana fa fra le mura del Palazzo.
Questa verità giuridica -che non sempre, purtroppo, collima con la verità oggettiva- deve essere una priorità del Tribunale perchè da questa vicenda non dipende solo la sorte e la dignità dei due protagonisti, del presunto criminale e della presunta vittima. Ruoli, peraltro, ancora tutti da definire, seppure sia qualche organo d’informazione che qualche associazione -forse più ad “uso” politico che sociale- hanno già in tasca la verità dei fatti e ben definito i ruoli di vittime e colpevoli.
Tanto che dai microfoni di Rtv, la presidente di Uds, Karen Pruccoli, già attiva politicamente in Civico 10, movimento poi confluito in Libera (oggi la forza parlamentare più collocata a sinistra), ha preannunciato una azione di sindacato nei confronti dell’ex Capitano Reggente.
E’ quanto mai “sensibile” UDS a questa vicenda che vedrebbe vittima una donna. Ma, vien da chiedersi, lo è stata altrettanto quando la vicenda vedeva protagonisti politici di sinistra? No. E giustamente visto che anche in quel caso intelligenza impone di attendere l’accertamento dei fatti e delle responsabilità prima di alimentare ingiustificabili giustizialismi preventivi… Ma, evidentemente, l’appartenenza politica del presunto aguzzino intacca, talvolta, anche l’intelligenza.
Come potrà, in assenza di una verità certa e messa nero su bianco almeno da un decreto di rinvio a giudizio, la politica condannare un ex Reggente per fatti accaduti durante il suo mandato? Che peso avrebbe una condanna se poi arrivasse l’assoluzione del Tribunale? Che perso avrebbe una assoluzione se poi arrivasse una condanna del Tribunale? Se lo sono chiesti in Uds? Deduco di no…
In ogni caso, se, fino allo scorso primo aprile, rimbalzava freneticamente una versione dei fatti, quella basata sulla ricostruzione de L’Informazione e dei media -anche stranieri- che hanno ripreso lo “scoop”, finalmente è giunta, affidata ad un comunicato stampa, la “difesa” del presunto molestatore: “Oggi, da libero cittadino, posso affermare con fermezza di non aver fatto nulla di male!”.
C’è da credergli? Non sta a noi, e non ne abbiamo neppure potere e mezzi per farlo, accertare cosa sia -e se sia- successo fra i “muti” muri di quella stanza del Palazzo.
Gli ha creduto e lo ha coraggiosamente dimostrato, la fidanzata dell’ex Reggente, per tutta la cerimonia al fianco del fidanzato senza mostrare il minimo imbarazzo. Certo, l’amore rende ciechi, dirà qualcuno… Ma oggi tutti sanno, in Repubblica, che quell’amore è vero e solido. Buon per loro. E, in fondo, son fatti loro…
Non sono fatti privati, invece, i deleteri commenti che la vicenda ha suscitato oltre confine alla diffusione della fondata o infondata notizia. Lo “sputtanamento” delle Istituzioni sammarinesi e della sua gente, dal primo all’ultimo sammarinese, sono fondati di certo. Uno sputtanamento che, al di là delle vicende e responsabilità personali, grida -metaforicamente s’intende- “vendetta”.
Se l’indagine già in corso (per alcune ipotesi di reato si può procedere d’ufficio mentre per altre servirà una querela di parte che è preannunciato venga depositata a breve) è importante per chiarire cosa sia accaduto a Palazzo fra l’ex Reggente e la dipendente pubblica, la stessa magistratura non dovrà lasciare nulla di non ben approfondito, perchè almeno un responsabile dello “sputtanamento” di una nazione e di una comunità ci deve essere per forza.
Potrebbe essere Simoncini se riconosciuto colpevole in una sentenza definitiva e, in tal caso, non sarebbe solo colpevole di un deplorevole reato sessuale ma anche del fango che la sua azione avrebbe fatto ricadere sul Titano.
Potrebbe essere colpevole di calunnia -ma non delle conseguenze sull’immagine di San Marino e dei sammarinesi se non fu lei a diffondere la notizia- la vittima se non venissero dimostrate le sue accuse.
Potrebbe essere colpevole del gravissimo danno di immagine alla Repubblica e ai suoi cittadini chi ha diffuso la notizia e chi, se avventatamente -come sembra oggi- e senza il minimo riscontro oggettivo nonché in assenza -nel momento della pubblicazione- di una denuncia presentata dalla vittima, l’ha lanciata in pasto al mondo.
Chiunque sia colpevole dovrà essere individuato, perchè il danno arrecato alle vittime, fra cui come detto le Istituzioni sammarinesi, la loro dignità e prestigio, è enorme.
Enrico Lazzari
