San Marino. Scandalo STIPENDIOPOLI. ”Per non dimenticare” – Matteo Rossi (PSD) a gamba tesa sul doppio incarico di Marco Tura. ”due stipendi di cui uno dei quali da dipendente pubblico”

Riprendiamo uno stralcio dell’articolo uscito il 9 aprile 2019 a firma di Matteo Rossi (PSD) uscito su RepubblicaSM

Quello a cui invece molti cittadini, me compreso, stanno facendo caso sono il rispetto (o l’interpretazione) delle leggi, visti i chiari di luna, visto il periodo NO che viviamo come cittadini, visto il momento storico non proprio rassicurante, considerate le difficoltà economiche delle famiglie (anche di iscrivere i propri figli alle scuole calcio) e l’insicurezza che viviamo come Stato. La gente sta facendo caso a tutta una serie di cose che col benessere degli anni d’oro sarebbero passate inosservate ma che oggi –ahinoi- fanno storcere un po’ il naso. E mi riferisco alla possibilità di avere incarichi pubblici interpretando le normative e nel tempo libero (tanto) di fare un’attività come il Presidente di una Federazione Sportiva che, leggendo i bilanci, è altamente remunerativa.

Detta in parole povere avere praticamente due stipendi di cui uno dei quali da dipendente pubblico.
Senza lanciare crociate contro nessuno, tanto meno contro di Lei visto che è stato mio vice Presidente per tre anni in Federcalcio nonché Presidente per qualche mese, mi metto nei panni di un cittadino normale che si chiede come mai allora un funzionario della Segreteria allo Sport fa il presidente Federale, visto che la legge lo proibisce, e alla signora che fa l’operaia in fabbrica, con il marito in mobilità e i figli adolescenti, che mi chiede “ma scusa, Tura non lavora in Segreteria allo Sport?” –io rispondo- “Certo, ma vede signora in realtà lui è un dipendente pubblico che è stato collocato dal Segretario di Stato Marco Podeschi tramite delibera del Governo che ne decreta il distacco amministrativo, quindi non è un funzionario della Segreteria allo Sport”.

E la signora: “e allora cosa cambia?”. “Appunto, cosa cambia? –replico allora io- non cambia niente, cambia la forma ma la sostanza no”. Per questo motivo, Presidente, concordo con lei quando afferma “la normativa vigente pare piuttosto chiara”, pare, una normativa che “pare”, cioè che lascia libertà di interpretazione e che avete dimostrato di saper interpretare perfettamente ad uso e consumo vostro.

Ed è per questa ragione che mi sento di prendere una posizione dopo quello che ho letto ieri sulle pagine di Repubblica.sm; trovo inopportuno da parte sua parlare di “attacchi sterili”, credo invece sia legittimo ragionare di regole, di normative o di leggi in vigore e di investire in un po’ di inchiostro, anche per una questione di moralità, anche perché ai cittadini, ai lavoratori, non passa inosservato che l’attuale Presidente della Federcalcio (Lei) era poco più di due anni fa il Segretario Generale di uno dei principali sindacati del Paese, che gridava sul Pianello col megafono “No alla Stangata”.

Un paladino dei diritti dei lavoratori, che oggi –pare- aver trovato l’escamotage che gli consente di lavorare nella “stanza dei bottoni” la mattina e di saltare su un aereo e di essere alla Fifa o alla Uefa il pomeriggio. In senso metaforico, si intende.

Infine, Presidente, alla gente comune interessa sapere come fa un dipendente pubblico, nono livello, con la mole di lavoro in Federcalcio (certificata dagli emolumenti che percepisce), ad adempiere alle mansioni che il distacco amministrativo presso la Segreteria allo Sport richiede.

Parliamoci chiaro, la gente comune che vive e lavora in questo Paese è più interessata a sapere come vengono investiti i ‘sempre meno’ soldi pubblici e che il tutto venga fatto a norma di legge e –aggiungerei- di buon senso, piuttosto che avere garanzie sulle sorti di una squadra del campionato sammarinese, con tutto il rispetto per La Fiorita, e del suo ex presidente.

Matteo Rossi