L’inciviltà è tossica e mette seriamente a repentaglio la salute dell’ambiente e delle persone che evidentemente non sono più disposte a tollerarla. Così sabato scorso alcuni cittadini hanno prontamente segnalato la presenza di schiuma bianca inquinante nel Fiume Marano. Lo ha reso noto con un comunicato la giunta di castello di Faetano che ha scritto: “la giunta è in costante contatto con la Protezione Civile per monitorare la situazione e si muoverà, come ha fatto anche in passato, con il Dipartimento Prevenzione dell’Istituto Sicurezza Sociale per analizzare lo stato delle acque. Già nel 2018 avevamo segnalato la situazione alle autorità competenti. Rimaniamo davvero sbalorditi e sconcertati dall’inerzia che ruota attorno a questa vicenda che mette a serio repentaglio la salute dei cittadini”. Pronta la reazione del segretario Stefano Canti che ha dichiarato: “Sabato mattina grazie a delle segnalazioni dei cittadini che hanno chiamato la centrale operativa si è subito messa in moto la macchina, il capo della protezione civile ha fatto un sopralluogo ed è riuscito a risalire, anche grazie al fatto che l’attività industriale essendo sabato fosse ferma, all’azienda che si ipotizza abbia svolto lo sversamento. Ora sono in corso delle verifiche, sono stati fatti dei campionamenti, lunedì saranno portate avanti altre verifiche, una volta concluso l’accertamento partirà la procedura amministrativa e penale che è prevista dal codice ambientale”. “Mi sento – ha detto Canti – di ringraziare la cittadinanza, il capo della protezione civile, la sezione antincendio perché si è riusciti immediatamente a risalire alla ditta che ha creato questo danno ambientale”. E’ proprio il capo della protezione civile Fabio Berardi ad aver chiarito che non saranno necessarie bonifiche perché le piogge di sabato avrebbero provveduto a diluire la schiuma. Berardi ha poi esteso l’ispezione del torrente anche per alcuni chilometri oltre il confine, per controllare che non vi fossero stati problemi transfrontalieri che pare non siano presenti. “Questo caso – ha riflettuto Canti – dà modo di toccare con mano l’efficacia del codice ambientale, qual è la procedura che fa attivare, se è abbastanza stringente. E’ allo studio proprio il codice ambientale e sono in corso delle riflessioni se sia il caso di prevedere eventualmente ulteriori interventi più penalizzanti per evitare che episodi con un così grave impatto sull’ambiente si ripetano”. Non ci sono parole per definire quel che è accaduto proprio quando in ogni parte del mondo e addirittura a Davos i riflettori sono rimasti accesi sui cambiamenti climatici e sul rispetto dell’ambiente. Di certo dalle parole di Canti emerge che non c’è alcuna intenzione di guardare da un’altra parte e lasciar correre come dal comunicato della giunta parrebbe essere avvenuto nel recente passato. Inutile aggiungere che questa testata rimarrà assolutamente vigile su un tema, quello della salvaguardia ambientale, che è vitale.
