Collocando San Marino nel contesto internazionale, è proprio il governo a enunciare i dati che dimostrano la sciaguratezza del ricorso al debito estero che costa il 6,50%. Dice infatti il governo che il costo dei titoli di Stato italiani, a fine marzo, si colloca al 4,1% e che il debito pubblico italiano è sceso di oltre 5 punti mentre quello sammarinese cresce fino a raggiungere il 100% del PIL.
Il governo si esalta per la crescita del PIL di 8,3 punti nel 2021 senza dire che nel 2020 era diminuito di 6,7 punti. Non riconosce che il PIL inflativo nel 2021 era pari a 1.568.726.000 euro, mentre il PIL reale era pari a 1.245.123.000 euro. Non dice che sono diminuiti i consumi finali nonostante l’aumento della popolazione; che sono diminuiti gli investimenti a 233.173.000 del 2021 da 244.633.000 del 2017, nonostante la forte spinta inflazionistica; che nel 2021 le esportazioni nette sono state di pari importo con il 2018. Questa è la ” decisa crescita ” propagandata dal governo.
Il leggero aumento ( + 1,53 % ) del comparto manifatturiero nel 2021 è avvenuto in modo spontaneo per iniziativa degli imprenditori in mancanza di un progetto paese, di una politica economica, di una attività di promozione esterna.