Il dibattito di questi ultimi anni sulla didattica dell’inglese agli alunni dislessici si è formalizzato nella Legge italiana 170/2010 in tema di dislessia che dispensa dalla materia della L2 i ragazzi a cui è diagnosticata una forma di dislessia. La grande difficoltà per un italofono nell’apprendere lingua inglese è che essa ha un sistema ortografico opaco in cui grafema e fonema non coincidono, come invece accade nella lingua italiana che è una lingua “trasparente” (cioè che si pronuncia come si scrive); questa difficoltà diventa insormontabile per un dislessico la cui difficoltà è quella riconoscere lemmi, sillabe e parole e associarle al suo suono (leggerle).
Ma è opportuno negare ai ragazzi dislessici il diritto e la chance di imparare una seconda lingua come l’inglese, che i processi di internazionalizzazione rendono sempre più imprescindibile? Su questo si interrogano scienziati e pedagogisti che sembrano essere pienamente d’accordo sull’opportunità di tentare, di dare ai ragazzi l’opportunità di cimentarsi e acquisire almeno la parte regolare dell’ortografia inglese sperimentando tecniche compensative didattiche mirate, piuttosto che ricorrere alla dispensa pur contemplata dalla legge.
L’Università di San Marino ha accettato la “sfida” di vedere se è possibile insegnare almeno la parte più regolare della lingua inglese, senza nulla togliere alla consapevolezza che questi studenti avranno comunque necessità di strumenti compensativi e forse anche di misure dispensative (ad esempio valutazione tramite prove orali anzichè scritte), e quindi di conoscerli e apprenderne l’uso!
Il Campus si svolge dal 26 giugno al 6 luglio 2014; la parte relativa alla lingua è curata dalla Professoressa Pamela Kvilekval da anni studia il fenomeno e le tecniche di insegnamento dell’inglese come seconda lingua a alunni con disturbo specifico d’apprendimento – DSA. Quella relativa agli strumenti compensativi dai docenti del GIpA (gruppo informatico per l’autonomia dei DSA) rete di esperti formatori che ruota attorno al Centro Dislessia dell’Università di San Marino.