San Marino. Sciopero Generale contro il governo… Ma ci guadagnerà, quasi 400mila euro!, solo il “governo”, danneggiando tutti gli altri! … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Torna lo sciopero generale sul Titano. Ma servirà a qualcuno o a qualcosa? Di certo servirà ai sindacati per ricordare che esistono… Di certo servirà alle opposizioni per alimentare nuovi attacchi verso l’esecutivo di governo… Di certo servirà alle casse pubbliche per risparmiare qualche soldo nel pagamento degli stipendi pubblici di dicembre…

Di certo non servirà a tutti quei lavoratori che, anche percependo uno stipendio pieno, fanno fatica ad arrivare a fine mese! Faranno certamente più fatica il prossimo gennaio, quando la loro busta paga sarà decurtata della giornata non retribuita.

A chi giova, quindi, lo sciopero generale del prossimo 15 dicembre, indetto all’unanimità dalle tre sigle sindacali sammarinesi, ovvero Cdls, Csdl e Usl? Ci rimetteranno tutti! Tutti tranne, come detto, le casse pubbliche. Facciamo due conti. Sul Titano i dipendenti pubblici sono circa 3.900 (3.842 a marzo 2023 per l’esattezza) e percepiscono uno stipendio medio che nel febbraio dello scorso anno era stato stimato in 31.527 euro annui (clicca qui), ovvero -dividendo il totale per 13 mensilità- poco oltre 2.400 euro al mese. 

Ma quanto guadagna un dipendente pubblico in un giorno di lavoro? Anche qui possiamo ricorrere ad un calcolo matematico per arrivare a definire una cifra indicativa, non precisa (l’orario giornaliero cambia, ad esempio, da ufficio ad ufficio) ma comunque indicativa. Sappiamo che lo stipendio medio annuale nella Pa è di 31.527 euro (29.100€ detratta la tredicesima) e che un anno ha 52 settimane. Così, mediamente, possiamo dedurre che lo stipendio settimanale medio nella Pubblica Amministrazione ammonta a circa 560 euro. Considerando che alcuni dipendenti spalmano l’orario settimanale su cinque giorni mentre altri su cinque mezzo, possiamo concludere che un giorno di sciopero costerà ad ogni scioperante pubblico circa 100 euro. Cioè, nel mese di dicembre percepirà un centinaio di euro in meno in busta paga.

A marzo 2023 il pubblico impiego dava lavoro a 3.842 sammarinesi (ma sarebbero aumentati nell’estate, quindi consideriamo, a spanna, 3.900 lavoratori. Se, questi, il prossimo 15 dicembre scioperassero tutti, le casse pubbliche nel pagamento degli stipendi di dicembre risparmierebbero la bellezza di 390 mila euro!

Ben inteso, non sto criticando lo sciopero in sé. Né questo specificatamente. Tutti gli scioperi, in quanto tali, sono legittimi. Ma, a dire il vero -ed è una mia opinione strettamente personale, probabilmente non condivisa appieno da GiornaleSm e chi lo guida- non ho mai visto uno sciopero sporadico, di una giornata, ottenere risultati che non sarebbe stato possibile ottenere in una trattativa seria e non inquinata da fini diversi (intendo politici) da quelli strettamente legati alla rivendicazione.

La decisione di scioperare -scrivono le tre sigle sindacali in una nota- arriva in seguito alla mancanza di risposte da parte del governo alle richieste sindacali di adottare misure a sostegno della natalità e dei lavoratori con redditi più bassi”. E ancora: “Le organizzazioni sindacali, Csdl, Cdls e Usl, hanno espresso insoddisfazione riguardo la mancanza di interventi governativi sull’applicazione del fiscal drag per gli scaglioni di reddito al di sotto dei 35mila euro e sulla riduzione della contribuzione”.

Una rivendicazione sacrosanta… Ma qualcuno ha provato a chiedersi perchè non sia stata accolta, nonostante la campagna elettorale praticamente iniziata in attesa del voto annunciato per la tarda primavera prossima? Forse una simile misura comprometterebbe l’equilibrio del bilancio, dei conti pubblici con tutto ciò che ne deriverebbe e che potrebbe poi avere, per gli stessi beneficiari dei provvedimenti rivendicati e negati, costi ben maggiori dei benefici richiesti? E’ una domanda, nulla più… Anche se credo di avere, fra me e me, già la risposta.

A chi e a cosa serve, quindi, lo scontro, peraltro sterile visto che nessuna “guerra” si è mai risolta con una sporadica battaglia? Ma realmente i sindacati credono -come si lascia intendere ai lavoratori- che uno sciopero generale possa portare ad ottenere ciò che fino ad ora non ha trovato le risorse per essere accolto?

Quando si dichiara una guerra lo si fa con la prospettiva, la disponibilità ad andare fino in fondo, perché uno scontro può determinare il successo di chi lo alimenta solo se condotto con decisione e creando veri, importanti, disagi e danni alla controparte. Il Sindacato -e soprattutto il lavoratore- è disposto, quindi, ad uno sciopero ad oltranza? Perchè solo in tal caso la protesta potrebbe portare ad un risultato…

Il resto, quanto indetto fino ad ora, ovvero uno sciopero generale fine a se stesso, appare come una semplice rappresentazione teatrale, che non porterà nulla di buono per nessuno, essendo una contrapposizione non fra lavoratori e datori di lavori del privato (i quali subiranno danni e disagi senza avere alcuna responsabilità o colpa), ma fra sindacati e governo. Certo, ci si dirà che l’obiettivo è sensibilizzare sulla impellente e reale problematica… Ma vogliamo davvero credere che qualcuno, al governo o al bar, non sia consapevole delle difficoltà che le famiglie sammarinesi stano attraversando dopo il caro energia, la conseguente inflazione impazzita e il caro mutui?

Infine, vorrei porre l’ultimo quesito: quanti, di coloro che sciopereranno, lo faranno per la causa e quanti, invece, visto che il 15 dicembre cade di venerdì, aderiranno soltanto per godersi un ennesimo week-end lungo?

Enrico Lazzari