Governo e maggioranza dopo le sentenze che hanno dato ragione ad Asset Banca continuano, alla faccia della trasparenza e del dialogo, a tenere le saracinesche rigorosamente giù. Con l’unica conseguenza possibile: che l’aria ormai odora di decomposizione e di finta concordia tanto che si fa insistente la voce di un imminente rimpasto. Segno che non c’è affatto sintonia con le esigenze della cittadinanza che a questo punto chiede solo che i responsabili del dissesto economico finanziario del Paese si rendano disponibili a pagare per le proprie azioni davanti alla giustizia. E’ ormai evidente che non basta più chiamarsi fuori dalle responsabilità. Che il governo ha avuto voce in capitolo sulla vicenda Asset Banca lo sapevano tutti prima ancora che a certificarlo fossero due sentenze del Tribunale. Concetto ribadito ieri via social da Emilio Della Balda che ha scritto:
“Dopo le sentenze su Asset Banca emesse dal Tribunale, la questione è sempre più aggrovigliata. Il governo fa lo smarrito e scarica le sue gravissime responsabilità dello scippo sulla Banca Centrale. Fin dal primo momento è apparso chiaro che Asset Banca era nel mirino del “Piano criminale” per compiere una vendetta politica e per portarla in altri lidi, non certamente alla Cassa di Risparmio. Oggi si è avuta la conferma. Se in Asset Banca c’erano irregolarità, si dovevano imporre correzioni immediate. Se le irregolarità erano gravi, si doveva azzerare il Consiglio di Amministrazione e nominare nuovi amministratori. Se era troppo esposta sui prestiti, si doveva disporre l’aumento di capitale sociale. Non si doveva e non si poteva mettere in liquidazione coatta con grave danno per i risparmiatori, per lo Stato e per l’immagine del sistema bancario.
Del resto, l’art. 37 della legge n.165 del 17/09/2005 stabilisce che Banca Centrale ha la finalità di garantire la stabilità del sistema finanziario e di tutelare il risparmio, l’immagine, la reputazione e la fiducia nel sistema. Infine, il governo non è per niente estraneo all’operazione in quanto è il Congresso di Stato che delibera l’amministrazione straordinaria (art. 78); è il Congresso di Stato che delibera la Liquidazione Coatta Amministrativa (art. 85). Sia chiaro che i danni li devono pagare i responsabili, non i cittadini”. Se appunto i provvedimenti su Asset fossero stati ‘giustificati’, ovvero se alla base di quei provvedimenti ci fossero state gravi ragioni per procedere, Bcsm avrebbe dovuto tutelare e non condurre verso la chiusura l’istituto. E tuttavia le due sentenze del giudice Pasini mostrano con estrema chiarezza – suscitando non poche inquietudini – come la procedura sia stata carente sia sotto il profilo istruttorio che motivazionale. “Infatti – è scritto in sentenza – non è stata preceduta da ispezioni e le verifiche effettuate sono solo dichiarate ma non circostanziate nelle date e nei contenuti, le motivazioni addotte non sono assistite dal riferimento alle norme e ai parametri tecnici utilizzati”. Non avendo motivazioni valide a supporto della chiusura dell’istituto chi ha deciso di intraprendere quel percorso ha fatto in modo di sbarazzarsi di un interlocutore scomodo negando alla banca la possibilità del contraddittorio pur di arrivare, in barba alle normative vigenti e contando sulle manleve, alla sua frettolosa eliminazione.
Repubblica Sm