La scuola è il luogo sacro dove si trasmette la conoscenza che dà la garanzia della continuità della cultura e dei valori sociali. Ma c’è chi teme – ne sono ormai convinti in molti – che il recente decreto metta la cultura del confronto e quella del rispetto delle professionalità sul binario dell’estinzione. Se ne è parlato a lungo venerdì scorso in commissione dove le forze di opposizione alla luce delle oltre 2000 rme raccolte in piena estate hanno chiesto di ritirare il decreto per poi far partire il tavolo del confronto.
Ma non c’è stato nulla da fare perché l’odg è stato respinto e i commissari di maggioranza hanno accolto le vastissime reazioni negative liquidandole come se semplicemente non ci fosse alcuna volontà di cambiare, non capendo che esse raccolgono trasversalmente la visione degli insegnanti e quella dei genitori.
Il che non significa rigettare le necessarie riforme, rifiutare una seria e profonda analisi, ancorarsi passivamente al passato. Significa rispedire decisamente al mittente il trucco con cui, con l’alibi del rinnovamento, si porta avanti un disegno senza condividerlo con chi è del mestiere.
“Il Decreto 10 luglio 2018 n. 83 – ha specificato in un lungo e accorato intervento il consigliere del Pdcs Mariella Mularoni – interviene pesantemente sul sistema scolastico con tagli lineari in alcuni ordini di scuola. Lei Segretario non ha tenuto conto delle preoccupazioni delle famiglie e degli insegnanti, che attraverso la presentazione alla Reggenza di oltre 2000 firme, raccolte peraltro nel periodo estivo e di ferie, hanno voluto esprimere le loro ansie sul futuro dell’istruzione pubblica.
In questo ultimo mese tutti gli insegnanti sammarinesi hanno in più occasioni espresso pubblicamente il loro disappunto contestando la modalità con la quale il decreto è stato presentato e approvato senza un minimo confronto con le parti interessate! calato dall’alto in un momento in cui l’attività scolastica è esaurita e molti insegnanti sono in vacanza, senza alcuna condivisione, nonostante il Segretario di Stato avesse rassicurato gli insegnanti dei vari collegi dei Docenti, con cui si era confrontato, che la scuola non sarebbe stata toccata.
Insegno da tantissimi anni e non mi era mai capitato di vedere nel mese di luglio una mobilitazione di questa portata, nonostante il periodo di pausa estiva dell’attività lavorativa; è riuscito a mettere insieme ordini di scuola diversi, insegnanti, genitori, personale docente, sindacati, cittadini tutti ed anche studenti, un fronte comune con un unico obiettivo, salvaguardare il nostro sistema educativo per non vanificare anni ed anni di lavoro ed energie spese per il bene della scuola, con un frettoloso de-creto balneare!
Questo decreto va cassato! La condivisione sui provvedimenti di legge Segretario Podeschi va trovata con chi opera all’interno della scuola, con chi si confronta giornalmente con le problematiche scolastiche, rendendoli partecipi ai cambiamenti.
Quello che lei ha fatto è un affronto al corpo docente ed alle famiglie, una mancanza di rispetto grave, un’offesa alla professionalità”.
A farle eco il consigliere di Rete Davide Forcellini che ha detto “Discutere del decreto non significa leggere una relazione di 20 pagine di fronte a persone che non possono ribattere, non c’entra niente con il riferimento che avrebbe dovuto fare il Segretario, al posto di parlare di plurilinguismo e religione a scuola. La sua presunzione è di parlare e non ascoltare, non ha niente da spartire con l’insegnamento perché lei non sa ascoltare. Ascoltando si può imparare da tutti, ma lei si considera imparato.
L’effetto di straniamento delle sue parole è così forte tanto che è arrivato a dire ‘Mi chiedo quale sia il vero interesse dei bambini di questo Paese: lasciare crescere irresponsabilmente il debito pubblico, con cui un giorno essi purtroppo saranno costretti a fare i conti, o individuare correttivi che, pur non incidendo sulla qualità dell’istruzione, possano rendere più sostenibile il sistema scolastico?’
Ma non si vergogna di rovesciare la verità sempre a suo uso e consumo? Si capisce perché è stato scelto il decreto per affondare la scuola, è un intervento di urgenza e qui l’urgenza era far sparire cattedre, senza che se ne accorgessero i docenti. Ecco la motivazione della Commissione di oggi, affinché almeno la maggioranza riesca a far venire ripensamenti al Segretario, noi chiediamo il ritiro con un Odg. Quanto poi di risparmio si potrà ottenere con questi tagli? Cosa di poco conto rispetto agli sprechi che ci sono con le Consulenze e che i suoi colleghi non vanno a toccare. Ripensateci colleghi di maggioranza. Vi sembra normale che a pagare pegno della situazione disastrosa del Paese siano i più piccoli, coloro che non c’entrano niente”?
La RepubblicaSM