San Marino. Scontro sulla stampa sammarinese ???Il segretario Belluzzi ha riproposto un articolo respinto pochi minuti prima

BelluzziIl progetto di legge sull’editoria sta creando non pochi grattacapi a maggioranza e opposizione costrette fino alle ore piccole nelle stanze di Palazzo

Il dibattimento è andato avanti a singhiozzi, con numerose pause per rivedere il testo e concordare ulteriori precisazioni richieste dalla minoranza, l’esame dei 41 articoli della “Legge in materia di editoria e di professione degli operatori dell’informazione”. E non manca- no momenti di forte tensione, quando un articolo bocciato, il 15, viene riproposto poco dopo dal governo come emendamento.

Nella seduta del 30 aprile scorso l’esame si era fermato alla discussione dell’articolo 7 “Autorità garante per l’Informazione”: l’articolo viene approvato e gli emendamenti dell’opposizione respinti solo dopo i duri interventi dei commissari di minoranza che sollevano dubbi sulla risoluzione messa in atta dall’esecutivo per sciogliere il nodo su cui la Commissione si era arenata lo scorso 30 aprile, ovvero l’eliminazione della Commissione di vigilanza. Il problema“è stato risolto in modo incredibile -osserva Marco Podeschi (Upr)– mantenendo la Commissione, si creano quindi tre organismi, mi chiedo quale autorevolezza possano avere”.

La polemica prosegue nell’articolo successivo, aggiuntivo all’articolo 7, proposto dal governo, che reintroduce proprio la commissione di Vigilanza. Matteo Zeppa (Rete), contesta la nomina del presidente in seno alla stessa commissione: “Significa che la presidenza sarà sempre della maggioranza, si continua a utilizzare pugno di ferro”.

Alessandro Mancini (Ps), punta il dito sul ridimensionamento del ruolo dell’organismo:“La commissione aveva numerosi e importanti compiti, ora le viene limitato il ruolo di controllo sulle trasmissioni politiche durante la fase elettorale e poi è da precisare quali trasmissioni saranno sotto oggetto di vigilanza”. Dopo una pausa di confronto, il segretario di Stato Iro Belluzzi riformula l’articolo sulla base delle osservazioni fatte e propone quindi di inserire al comma 2 che la nomina del presidente avvenga tra le liste di minoranza e al comma 6 che ‘compete alla commissione di Vigilanza la conoscenza preventiva delle linee di programmazione politica semestraleradiotelevisiva’. Ma poiché la modifica ulteriore dell’articolo 7 forza nuovamente il regolamento, in quanto presentato successivamente alla discussione del testo, il presidente Marino Riccardi chiede il consenso di tutti i gruppi per la sua messa al voto.

Tutti acconsentono, e l’articolo 7 aggiuntivo viene approvato.

All’articolo 8, “Codice deontologico degli operatori dell’informazione”, la nuova versione del governo accoglie al comma 2 due emendamenti di C10 e Upr che attribuiscono il compito di elaborare e approvare il codice alla Consulta e non più all’Authority. Tutti gli altri emendamenti sono respinti.

L’esame prosegue in modo più rapido: approvati, senza che gli emendamenti dell’opposizione siano accolti, gli articoli 9, “Abilitazione alla professione del giornalista” e 10, “Requisiti per l’ammissione all’esame per l’abilitazione alla professione di giornalista”, 11 “Pratica giornalistica”.

All’articolo12 “Prova di idoneità professionale, Commissione d’esame”, viene accolto l’emendamento di Upr per eliminare la specifica che l’esame ‘si svolge in Repubblica’.

Anche all’articolo 13, “Tesserino dei giornalisti- Press card”, viene accolto un emendamento dell’Upr. Approvato senza emendamenti l’articolo 14, “Registro speciale dei giornalisti”.

Colpo di scena all’articolo 15, “Operato- re dell’informazione inviato presso la Repubblica di San Marino”, non viene approvato (10 voti contrari, 3 favorevoli).

Per Zeppa (Rete) l’articolo 15 è medioevale: “Si vanno a dare pratiche di accreditamento -stigmatizza il commissario- e non ci può stare se a San Marino viene un giornalista di inchiesta che dovrebbe invece potersi tutelare. Gli si chiede di accreditarsi, mettere in moto consulta e segreteria, gli si dice che non può restare a San Marino più di 20 giorni, è un modo di cacciare il giornalismo di inchiesta perché a qualcuno ha fatto molto male, ma ad altri ricordo che ha aperto gli occhi. Ricordo come il giornalista di Report non abbia comunicato la sua presenza in Repubblica per intervistare Vendemini e non credo che la Gabanelli avrebbe dovuto farlo. Questo è un passo indietro per il giornalismo di inchiesta”.

Marco Podeschi (Upr), mette in guardia dai rischi connessi a tale articolo: “Capisco lo spirito, ma un conto è accreditarsi per eventi istituzionali, un conto accreditarsi per fare informazione in uno Stato, c’è il rischio di andare contro convenzioni internazionali sulla libertà di informazione, forse in Corea del Nord si chiede qualcosa di simile agli inviati”.

Per il segretario di Stato Belluzzi si tratta di “preoccupazioni eccessive”. Approvato l’articolo 16, “IlFreelance”,il segretario Belluzzi accende gli animi dei commissari di minoranza, riproponendo l’articolo respinto pochi minuti prima, il 15 che sarebbi diventato il 16 bis, come emendamento. Viste le reazioni, il segretario Belluzzi chiede di ritirare l’emendamento integrale, ma di poter essere inserirne solo il comma 1 per definire che “rientra nelle funzioni della Consulta elaborare un regolamento per i giornalisti che si accreditano in Repubblica come inviati”. I lavori sono sospesi di nuovo per definire un nuova versione dell’emendamento così come definito dal segretario. Ma anche la nuova versione scontenta la minoranza.

Zeppa (Rete), insiste: “Prendetevi le vostre responsabilità, volete fare una forzatura per disattenzione, gli escamotage li potete fare con decreto”. Per Podeschi (Upr), anche in questo modo si rischia la censura internazionale. Belluzzi decide alla fine di ritirare del tutto l’emendamento anche se si tratta di “un’occasione persa per poter raccogliere contatti con testate importanti”. Il segretario auspica quindi che i lavori riprendano con un “atteggiamento costruttivo”.

Di fatto l’esame riprende un po’ più spedito: approvati l’articolo 17, “Definizione e disciplina del prodotto editoriale”, il 18, “Tutela del prodotto editoriale”, 19, “Editori Puri”, il 20, “Testate giornalistiche”, il 21 “Testate giornalistiche on line”. La seduta si chiude con l’accoglimento dell’articolo 22, “Elenco delle testate giornalistiche”; l’esame del progetto andrà avanti a oltranza. (…) La Tribuna